Vertenze porto e Tvn, il 18 assemblea sotto Palazzo del Pincio

I sindacati chiedono al Comune l'apertura un tavolo permanente per elaborare una proposta di sviluppo da portare a gennaio al Mise

Un’assemblea pubblica, che sarà anche un presidio sotto Palazzo del Pincio, per chiedere al Comune l’attivazione di un tavolo di confronto, in vista di quello che si aprirà probabilmente a gennaio al Mise sulla vertenza dei metalmeccanici, connessa al progetto di conversione a gas del sito di Tvn. Le organizzazioni sindacali, questa mattina dalla Sala Cutuli in municipio, sono tornate a parlare della drammatica vertenza occupazionale che sta strangolando la città. Una vertenza che riguarda ormai tutte le categorie e che coinvolge i siti che storicamente hanno delineato e che ancora delineano il profilo della città dal punto di vista industriale, logistico, dei trasporti. Presenti, infatti, insieme ai metalmeccanici rappresentati dal segretario Roma Nord-Viterbo, Giuseppe Casafina, Silvio Scalamandré (Fiom) e Arturo Ranucci (Uilm Uil), anche la categoria Trasporti, con Alessandro Borgioni della Filt Cgil. Con loro anche Roberto Bonomi, della Usb. In conferenza stampa anche i metalmeccanici ex Privilege, di ritorno dal  presidio di questa mattina, i quali hanno nuovamente fatto presente il dramma della situazione che stanno vivendo alcune famiglie. L’auspicio è quello della ripresa del cantiere da parte della società subentrante. Del resto il nodo cruciale emerso con maggiore evidenza proprio questa mattina è come riuscire a intervenire per tamponare la situazione contingente delle vertenze al porto e a Tvn e, al contempo, progettare iniziative a medio e lungo termine. Da questo punto di vista Casafina ha ribadito che “la città si trova dinnanzi a un cambiamento epocale e che pertanto è giunto il momento che anche il Comune si attivi per mettere insieme non solo i soggetti interessati da tutte le vertenze aperte, ma anche esperti che possano portare pareri qualificati e validi rispetto alle proposte alternative che i sindacati hanno avanzato, in primis quella del cantiere navale”. Il rischio infatti è quello di arrivare alla convocazione del tavolo ministeriale “in ordine sparso — ha precisato Bonomi — con tutto ciò che ne può derivare di negativo, perché ciascuno per sé non si può riuscire a delineare una seria alternativa di sviluppo”. Va da sé che sulla decisione di convocare un’assemblea cittadina proprio sotto al Comune pesano mesi di sostanziale silenzio e immobilismo da parte dell’amministrazione comunale. Lo dicono a chiare lettere in realtà proprio i lavoratori che sono intervenuti alla conferenza stampa: possibile che debba essere il sindacato a tentare di tracciare una road map? Ed è Bonomi a ricordare che “dopo l’approvazione da parte del consiglio comunale dell’ordine del giorno per l’individuazione di Civitavecchia come area industriale complessa, nulla è più stato fatto, non è stato dato seguito a quel documento. Ci saremmo aspettati che di fronte alla presa d’atto di una situazione di imminente desertificazione sul piano industriale — ha proseguito — il Comune si attivasse, proprio perché quella delibera prevede la costituzione di un progetto che consenta di intercettare finanziamenti e coinvolgere imprese di respiro nazionale”. Bonomi ricorda anche che la convenzione Enel del 2003 prevedeva l’istituzione e il mantenimento di un Osservatorio permanente sul lavoro, che avrebbe dovuto evitare di trovarsi nella situazione in cui ci si trova oggi, con la conversione a gas di Torre Nord alle porte e con la prospettiva di vedere impiegate a fine lavori un quinto delle maestranze attuali. Eppure, se anche i lavoratori giustamente premono per la definizione di soluzioni emergenziali, i sindacati non ci stanno a scrivere il secondo capitolo di una storia finita male, malissimo sul piano occupazionale, per la conversione a carbone di Torre Nord. Finita male e con operai morti dentro al cantiere. “Non possiamo fermarci a guardare l’occupazione che inevitabilmente verrà nel poco tempo che occorrerà per la trasformazione a gas di Tvn — sega Ranucci — ma dobbiamo guardare oltre”. Un “oltre” che però i sindacati non possono costruire senza gli interlocutori istituzionali, come detto. Se il Comune è assente, l’Autorità di Sistema non è da meno, con una presidenza che non dà segni di vita. “L’Autorità deve dire cosa vuole fare su quelle che sono aree demaniali — ha aggiunto Borgioni — in una prospettiva di integrazione tra tutte le categorie interessate”. Adesso si vedrà quali risposte arriveranno dal Comune, al quale oggi i sindacati hanno fatto pervenire formalmente la richiesta di un tavolo di confronto. Si sa che un ordine del giorno non si nega a nessuno, quello che qualifica un’amministrazione sono poi gli atti conseguenti. L’appuntamento intanto per l’assemblea-presidio è per il 18 dicembre alle 16 a piazzale del Pincio. Alla Privilege picchetti per l’altra vertenza tutta la settimana.