Pietro Tidei contro tutti. E’ un po’ questo il leit motiv delle elezioni amministrative di Santa Marinella, in programma il 14 e 15 maggio prossimi. La Perla del Tirreno è chiamata a nominare il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale ed anche l’unico comune del comprensorio che va al voto in questa tornata elettorale. Tre i competitor di Tidei: Domenico Fiorelli a capo della coalizione di centro-destra, Clelia Di Liello che guida invece una formazione progressista composta da quattro liste e Stefano Marino che si presenta unicamente con la sua lista civica.
Pietro Tidei contro tutti, si diceva, perché è lui il primo cittadino uscente e perché ai nastri di partenza è il candidato da battere. Già tre volte sindaco di Civitavecchia e due di Santa Marinella, Tidei, ormai da 50 anni politico di riferimento dell’intero territorio, al contrario delle precedenti esperienze, stavolta sarà alla guida di uno schieramento marcatamente di centro e non di centro-sinistra. Infatti, se si esclude il suo partito, il Pd (peraltro con la parte minoritaria estremamente critica verso il suo operato e che probabilmente non lo appoggerà, seppur non ufficialmente), Tidei è sostenuto da altre quattro liste – Italia Viva, Cittadini al Centro, Moderati e Lista Tidei – che non fanno mistero di porsi al centro dello scenario politico della cittadina. L’attuale sindaco per ottenere la riconferma punta sull’uscita dal dissesto, causata dalla precedente amministrazione di centro-destra, e sui tanti progetti realizzati o messi in cantiere, tanto che come slogan ha scelto questa frase: “Un sindaco vero, fatti non parole”.
Il principale rivale del sindaco uscente sulla carta sembra essere l’ingegner Domenico Fiorelli, scelto come leader del centro-destra. Lo schieramento attualmente al governo del Paese, si presenta compatto, proponendo le liste di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, alle quali se ne aggiunge una quarta civica, denominata proprio Fiorelli sindaco. L’obiettivo della coalizione è di riconquistare la guida di Santa Marinella dopo cinque anni di opposizione molto tiepida, tanto che alcuni degli attuali consiglieri durante la consiliatura hanno sostenuto più o meno apertamente Tidei. Oltre alla proposta politico-amministrativa che Fiorelli saprà mettere in campo, decisivo per l’esito finale risulterà il traino dei simboli nazionali e in particolare di Fratelli d’Italia, di gran lungo primo partito cittadino sia alle politiche che alle regionali. Un test anche per il candidato alla poltrona più importante, il quale per contrapporsi al decisionismo e alla litigiosità di Tidei, ha coniato uno slogan per così dire inclusivo, che recita: “Il sindaco che unisce”.
Un outsider di cui tenere conto è Clelia Di Liello, che si presenta a capo della coalizione denominata Futuro, sostenuta da Il Paese che vorrei, Movimento 5 Stelle, Generazione Green e Santa Marinella solidale. Proposta molto chiara quella dello schieramento progressista, che mira a in questi cinque anni di governo cittadino e soprattutto a cancellare la sua intenzione di a cominciare dallo stabilimento Perla del Tirreno. Una sfida che si pone in continuità con quella lanciata nel 2018 dal solo Paese che vorrei e che in questa occasione viene rafforzata da altre tre liste, tra le quali spicca quella del M5S. In più la novità della candidatura di Clelia Di Liello, ex insegnante del Liceo scientifico cittadino, unica donna in lizza, negli ultimi anni segnalatasi particolarmente per le sue battaglie ambientaliste. Il suo messaggio all’elettorato è condensato nello slogan: “Finalmente un’alternativa è possibile!”.
Quarto candidato, sulla carta con poche chance di successo, Stefano Marino, imprenditore molto attivo e conosciuto soprattutto per aver donato alla città alcune panchine tricolori, il quale si presenta a capo della sua lista Io amo Santa Marinella e che da mesi ha lanciato la candidatura a sindaco con lo slogan “Cambierà tutto”.
L’appuntamento è dunque per domenica 14 e lunedì 15 maggio. Tidei, la cui macchina elettorale è già da tempo in moto, punta a vincere al primo turno. Se ciò non dovesse accadere, il ballottaggio, in programma il 28 e 29 maggio, si trasformerebbe in un referendum pro o contro di lui e in quel caso il suo successo non sarebbe scontato. Sia che a sfidarlo fosse Fiorelli, considerato il suo principale rivale, sia se invece a misurarsi con lui dovesse essere a sorpresa Di Liello. Anzi, quest’ultima probabilmente sarebbe l’avversaria più pericolosa per Tidei, in quanto potrebbe raccogliere anche parecchi voti dei delusi del centro-destra. Mentre difficilmente Fiorelli potrebbe contare su molti consensi provenienti dallo schieramento progressista. Ovviamente molto importante sul risultato sarà anche la percentuale dei votanti, nelle ultime elezioni sempre molto bassa.
Andrea Benedetti Michelangeli