Riceviamo e pubblichiamo
“Il Movimento Civico per Tarquinia, non per retorica, ma per spirito “intellettualmente corretto” che ne rispecchia i propri modelli culturali e intellettivi “dominanti”, desidera ancora una volta mettere in luce e, concentrare, l’attenzione sull’Ente Agrario del nostro Comune, come atto dovuto per i nostri concittadini.
È vero, è stato chiesto ed ottenuto un incontro ufficiale con l’attuale segretario dell’Università Agraria Avv. Marcello Marian, ancorchè Presidente dell’A.R.U.A.L. (Associazione Regionale Universita’ Agrarie Lazio) ed esperto in usi civici. L’incontro, avvenuto precisamente l’8 luglio u.s., aveva come nostro obiettivo quello di ottenere “dovute rassicurazioni” sulle tante realtà dette in capo all’Ente Agrario.
La prima cosa che ci rende ancor’oggi più perplessi e maggiormente più confusi, sono invece le notevoli vaghezze di “dominio pubblico” che continuano a essere in capo a questo Ente.
Prendiamo nota che a firma di due Consiglieri dell’Ente (Massi e Leoncelli) alcuni giorni fa è uscito, su alcune testate giornalistiche, un comunicato stampa nel quale gli stessi Consiglieri mettevano in luce il fatto che il neo nominato segretario Marian percepirà ben 1.500 euro nette mensili al lordo delle ritenute. Inoltre nel comunicato si dice che… “riteniamo inconcepibile come si possa in questo grave momento economico dell’ente affidare un nuovo ruolo così oneroso.”
Gli stessi consiglieri, in altro comunicato stampa, ribadivano il fatto che … “la nomina del presidente dell’Arual, esperto in usi civici, quale segretario dell’ente al costo di 3.000 euro circa al mese “sia una comica ed inoltre che … “il primo pensiero degli amministratori, non sono stati i bilanci che dal 2017 devono essere votati, non sono state le denunce in Procura e neanche gli ultimi provvedimenti di dubbia regolarità, ma il problema più urgente è stato andare a modificare lo statuto … per apporre una medaglia al valore a qualcuno e passare da 3 assessori a 4”.
A questo punto corre l’obbligo di renedere chiaro e dettagliato un elenco di dubbi che c’eravamo posti e avevamo posto a quest’amministrazione di centro-destra.
La Società Maretour, dichiarata fallita mesi orsono la quale gestiva il campeggio di Riviera degli Etruschi e la pineta Spinicci, entrambi di proprietà dell’Università Agraria, con la complicità del sindaco Giulivi un anno fa riaprì il parcheggio della pineta stessa a seguito di un’ordinanza Comunale protocollata il 6 luglio 2019. Conseguenza di tale atto fu l’ordine dato alla polizia locale di ripristinare e garantire il libero accesso pubblico all’area di parcheggio, con la rimozione dei sigilli posti dal curatore fallimentare e l’apertura del cancello. La fruibilità del parcheggio da parte del Comune con un atto/accordo stipulato tra il Presidente Borzacchi e il primo cittadino Giulivi, diede via libera ad un “atto comunale” nel quale il parcheggio di proprietà dell’Ente veniva dato in gestione, per renderlo a pagamento, ad una Ditta appaltatrice senza nessuna gara di affidamento e, cosa ancor più grave, senza rendicontazione degli introiti e degli utili a favore all’Ente Agrario.
Ma tale comportamento non è da considerarsi danno Erariale? È lecito tutto questo?
A mezzo stampa, in data 18 luglio u.s., abbiamo saputo che è stato dato il via libera al recupero delle roulotte rimaste chiuse per oltre un anno all’interno del campeggio Riviera degli Etruschi, in località Spinicci, di proprietà dell’Università Agraria di Tarquinia proprio a seguito del fallimento Martour. La decisione è stata presa dal giudice delegato del Tribunale di Civitavecchia intervenendo sulla vicenda relativa all’area sottoposta a sequestro nell’aprile del 2019 proprio a seguito del suddichiarato fallimento. Pertanto, se da un lato abbiamo liberato in parte l’area campeggio, dall’altra abbiamo la ben magra e poco risolutiva consolazione, che resta ancora quasi tutto in ballo. Ci sono infatti ca. 70 unità (casette mobili) per le quali non è possibile accertarne la proprietà e che restano di fatto ancora vincolate. Per quest’ultime i proprietari hanno già presentato ricorso.
Come si ricorderà fu proprio la richiesta avanzata dall’Università Agraria di Tarquinia, accolta dal tribunale di Civitavecchia per un debito di circa 220mila euro, a far decretare il fallimento della Maretour, il sequestro dell’area e l’impossibilità per i campeggiatori di accedervi e recuperare i beni di loro proprietà.
Veniamo ora alle vicende in merito a delle situazioni in atto in Località San Giorgio e che interessano dei terreni gestiti dall’Università Agraria di Tarquinia.
Ne vogliamo parlare?
La prima è avvenuta alla fine del mese di febbraio u.s., dove, presso la sede dell’Università Agraria di Tarquinia, si è tenuto un incontro tra gli amministratori dell’Ente ed i responsabili della società Oasi San Giorgio s.r.l.s., la stessa società che è titolare di una concessione sulla pineta dell’Università Agraria sita in località San Giorgio. Sembrerebbe che in tale circostanza, gli amministratori dell’Università Agraria abbiano reso noto, con toni e atteggiamenti fermi e poco conciliatori, l’intenzione di respingere la richiesta della proroga di due anni per la concessione in oggetto. È da precisare che la concessione in oggetto è stata regolarmente sottoscritta dalle parti con atto pubblico notarile! A tal proposito proprio in questi giorni siamo venuti a conoscenza che la suddetta società ha fatto presente all’Ente di aver già sostenuto a sostegno del progetto previsto sulla stessa, la modica spesa di ca. 150.000 euro ed a fronte di un “business plan” da circa 8.000.000 di euro.
Un altro quesito ci tormenta!
Nel caso in cui la richiesta di proroga fosse formalmente rigettata da parte degli attuali amministratori dell’Università Agraria e la società in oggetto, nel suo pieno diritto, dovesse pretendere i danni per il mancato rispetto dei termini previsti nella concessione, chi li pagherà?
Ed ancora… la Regione Lazio – Direzione Regionale Agricoltura – ha espresso: “…parere favorevole riferito esclusivamente al regime giuridico dei terreni al fine di garantire l’interesse generale della collettività e la conservazione dei diritti civici“ in merito al piano di lottizzazione del Consorzio Lottisti San Giorgio”.
È ben noto che, all’interno del consorzio Lottisti San Giorgio c’è una porzione di terreno di proprietà dell’Ente il quale ne costituisce parte integrante a tutti gli effetti. È normale che un terreno di proprietà dell’Ente Agrario venga stralciato, vale a dire escluso, dal Piano di Lottizzazione del Consorzio Lottisti San Giorgio. Perché escluderlo dal Piano? A che titolo e con quale autorizzazione quando bastava semplicemente chiederne la sdemanializzazione? Forse perché avrebbe bloccato l’iter approvativo di tutto il Piano per troppo tempo considerato che, per la pineta data in concessione dall’Università Agraria all’Oasi San Giorgio, sono già passati due anni senza ancora nessuna risposta alla richiesta di sdemanializzazione inoltrata agli organi preposti? Il valore di tale terreno ricompreso in un piano di lottizzazione ha lo stesso valore di un terreno agricolo?
E poi… a che punto è l’iter approvativo del Piano di Lottizzazione in corso sui terreni dell’Università Agraria nella stessa località San Giorgio? Sappiamo con certezza che da circa un anno la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) riguardante il Piano è ferma in qualche “meandro” della pubblica amministrazione in attesa di una grazia o di un miracolo. Sarà? … ma, o per negligenza o per inadeguatezza politica in riferimento al sollecito dell’iter di approvazione del Piano di Lottizzazione in loc. San Giorgio, possiamo solo affermare che con la lottizzazione approvata il valore del terreno di proprietà collettiva avrebbe di certo un aumento di valore di circa il 2000%.
Passiamo ad altro, il Presidente dell’Università Agraria di Tarquinia, attraverso dei provvedimenti di Giunta in merito alle concessioni annuali delle quote terriere dallo stesso sottoscritte, anche se presente nei rinnovi di concessione un suo strettissimo familiare e anche uno tra i suoi Assessori in palese conflitto di interessi, ha sottoscritto i suddetti rinnovi per la concessione nei confronti della stessa madre dell’assessore. Da sottolineare inoltre che lo stesso Presidente ha presentato istanza di rateizzazione per il canone del lotto in concessione, praticamente a se stesso.
Per concludere, è notizia ormai nota che, la mancata approvazione dei consuntivi dal 2017-2018 e ora andrà ad aggiungersi anche il 2019 e, soprattutto, la gravità di assenza di bilanci 2019-2021, ha portato l’Ente ad una inesistente liquidità finanziaria e soprattutto all’illegittimità gestionale, in quanto saranno stati effettuati comunque impegni di spesa ancora da liquidare.
Sempre per restare in campo finanziario, i disavanzi di gestione mai risanati che fine hanno fatto?
Questa volta la risposta ce l’ha fornita l’ente con delibera di Giunta n. 76 del 30.12.2019 “anticipazione di Tesoreria”. L’anticipazione di tesoreria, secondo la normativa propria degli Enti Locali, risulta essere una concessione di liquidità al fine di dar fronte a momentanee necessità di cassa. La natura giuridico/economica di quanto appena proposto trova fondamento normativo n. 350 del 2013 – (legge finanziaria 2004) – la quale riporta: «Non costituiscono indebitamento, le operazioni che non comportano risorse aggiuntive, ma consentono di superare, entro il limite massimo stabilito dalla normativa statale vigente, una momentanea carenza di liquidità e di effettuare spese per le quali è già prevista idonea copertura di bilancio». Ma se i disavanzi di gestioni originatisi dal 2017 al 2019, non sono stati mai riportati nei bilanci successivi come si può parlare di copertura di bilancio?
Ciliegina sulla torta è infine il cambiamento del nome dell’ente da Università Agraria di Tarquinia a Dominio Collettivo dell’Università Agraria di Tarquinia… ci siamo informati e, a quanto ci risulta, il nome di un Ente o di una qualsiasi associazione va cambiato attraverso il solo mezzo dello Statuto che, chiaramente, deve essere portato e approvato dal Consiglio.
A questo punto gli interrogativi sono troppi e le rassicurazioni poche. Non staremo certo qui ad aspettare gli esiti di chi, in qualità di amministratore, sta percorrendo delle strade parallele alla nostra. Noi come Movimento Civico per Tarquinia possiamo porre l’accento che questo è il NULLA che ci ha spinto nel chiedere l’immediato commissariamento dell’Università Agraria di Tarquinia. Sarebbe per noi immorale leggere una mattina sui giornali la dichiarazione di DEFAULT dell’Università Agraria di Tarquinia. Percorreremo pertanto tutte le strade possibili per far si che si possano trovare soluzioni a questa mala gestione amministrativa e politica e siamo ad oggi fiduciosi che avremo le dovute risposte dalle opportune sedi.
Noi il NULLA… Voi il TUTTO!
Il Movimento Civico per Tarquinia”