“10 giugno 1924. Una squadraccia fascista rapì e uccise il deputato socialista Giacomo Matteotti, “reo” di aver denunciato, giorni prima alla Camera dei deputati, i brogli nelle elezioni politiche che portarono alla maggioranza assoluta il listone capeggiato da Mussolini. L’assassinio degli oppositori più tenaci fu una pratica criminale e costante che caratterizzò il ventennio fascista. Va ricordato quello di Don Minzoni, perpetrato un anno prima dell’assassinio Matteotti, poi del liberale Giovanni Amendola e successivamente quelli di Pietro Gobetti e dei fratelli Rosselli. Oltre agli omicidi, i violenti pestaggi e le odiose persecuzioni, il regime Mussoliniano fece “dono” agli italiani di migliaia di anni di carcere e di confino a cui vennero costretti gli oppositori del fascismo, tra i quali Antonio Gramsci, Sandro Pertini, Giancarlo Pajetta e molti altri. Non vanno dimenticati, inoltre quanti furono obbligati a rifugiarsi all’estero; Don Sturzo, Alcide De Gasperi, Palmiro Togliatti, Filippo Turati, Giuseppe Saragat, Pietro Nenni. Si tratta solo di alcuni, i più rappresentativi, delle migliaia di italiani costretti ad abbandonare il proprio paese. Il famigerato Tribunale Speciale emanò 4.596 sentenze per circa 27.000 anni di carcere. Di queste 31 condanne a morte eseguite. Oggi, a 96 anni dal suo assassinio, rendiamo omaggio a Matteotti ricordando le parole da lui pronunciate alla Camera dei Deputati poco prima del suo assassinio: “uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”. Fu una profezia. Commemoriamo questo grande italiano, sperando che grazie al nostro impegno democratico e antifascista riusciremo ad essere degni di Matteotti e di tanti come lui.”
Storia e politica, l’Anpi Civitavecchia rende omaggio a Matteotti
A 96 anni dal suo assassinio