Situazione San Paolo, movimenti e associazioni si fanno sentire

Note stampa congiunte e lettere firmate da Città Futura, Potere al Popolo e Forum Ambientalista

Tutto il Paese, da ormai un mese, è sottoposto a restrizioni molto severe, quali il distanziamento sociale, la sospensione della stragrande maggioranza delle attività, la quarantena a casa, scuole, università e uffici chiusi per tentare di arginare l’infezione da Coronavirus Covid 19. I numeri nazionali, escluse le regioni in cui il virus si è manifestato prima ed in maniera violenta, ci parlano di una situazione nelle altre Regioni, Lazio compreso, fino ad ora, tutto sommato, gestibile. A differenza di Civitavecchia, dove invece, per densità abitativa, i numeri subiscono una impennata.
Ci dicono essere stati evidenziati due cluster, due focolai epidemiologici, nell’ospedale San Paolo e nella RSA Madonna del Rosario. Le ultime notizie ci riportano casi anche di neonati e madri infettate negli ultimi venti giorni, che, fortunatamente, godono, e speriamo continui così, di buona salute. Quello che appare però così poco chiaro è l’assoluta mancanza di una comunicazione istituzionale efficace. Al di là dei numeri che vengono snocciolati ogni giorno, questi, non sono accompagnati da una spiegazione puntuale e precisa sulle modalità che hanno portato al contagio e al suo propagarsi, quali sono i dispositivi e i protocolli messi in atto, quale sarebbe la prospettiva nelle vari ipotesi di evoluzione dei contagi. Quali le reali condizioni di lavoro degli operatori sanitari, tutti. E, oltre alle rassicurazioni fornite sulla pedissequa applicazione dei protocolli da parte della Asl, se c’è effettivamente una percentuale più alta di contagio tra il personale, è evidente che qualcosa non abbia funzionato. Il San Paolo, è l’ospedale più grande dell AslRoma4, che ne conta solo un altro a Bracciano, e che serve una popolazione di vari distretti dell’azienda sanitaria locale. Se a livello nazionale i numeri cominciano a farsi appena incoraggianti, le notizie che riguardano la sanità locale arrivano con il contagocce. Il vuoto e la mancanza di una vera e dettagliata informazione sulla situazione dei cluster, lascia, come sempre, spazio al panico e all’insicurezza per gli utenti che sono costretti a recarsi in ospedale con una certa regolarità, i dializzati per esempio, per le donne in stato di gravidanza, per malati oncologici o per chi dovrà recarsi in pronto soccorso in acuzie. Per non parlare dei lavoratori del settore che sembrano essere i più colpiti dal contagio, anche quello asintomatico. Considerato, quindi, l’obbligo per chi dirige strutture dello Stato di rendicontare, soprattutto in situazione di una emergenza sanitaria mai presentata così grave nell’Italia repubblicana, la trasparenza sui dati e le modalità di risoluzione delle criticità, ci appare, non solo un imperativo morale, ma una ulteriore misura di contenimento che possa tutelare tutta la popolazione, soprattutto la più fragile, da fake news, notizie infondate, falsi allarmismi o la caccia all’untore nel vicino di casa, quando invece a Civitavecchia, escludendo il numero dei contagi proveniente da questi due focolai, i positivi  sarebbero stati davvero poche unità. A questo punto chiediamo alla Direzione Generale della ASL, alla Direzione Sanitaria dell’ospedale e alle Amministrazioni comunale e regionale una serie e dettagliata informazione sulle reali condizioni del nosocomio cittadino e della RSA in questione”. Lo dichiarano in una nota Città Futura e Potere al Popolo.

 

Forum Ambientalista. Scrive invece a Quintavalle ma anche a Tedesco il Forum Ambientalista. Egregio Direttore, Egregio Sindaco, La tutela dell’ambiente non può prescindere dalla tutela della salute umana. Ed è per tale motivo che come Associazione di tutela ambientale abbiamo ritenuto di non poter più tacere davanti a quanto sta accadendo sul territorio di Civitavecchia, dichiarato dalla Regione Lazio, per bocca del suo Assessore alla Sanità, come quello con la maggiore incidenza, in relazione alla popolazione, di positivi Covid. Abbiamo seguito con estrema attenzione tutti i report che avete inviato e le conferenze stampa che avete tenuto., ed abbiamo condiviso il vostro reiterato appello a continuare a rimanere a casa, condotta, senza alcun dubbio, doverosa e irrinunciabile in questa fase, al fine di prevenire il contagio. Abbiamo anche però ascoltato il fastidio, che nel caso della ASL è diventato quasi minaccia, con il quale avete commentato la crescente preoccupazione dei cittadini circa l’estendersi del contagio e la gestione dei due cluster cittadini, ovvero la RSA Madonna del Rosario e l’Ospedale San Paolo. Una preoccupazione ed un allarmismo che riteniamo essere scaturiti dalla mancanza di chiarezza che, rasenta quasi l’omertà, con cui l’ASL ha dato i dati del contagio sulla città di Civitavecchia. Fatti e numeri parlano da soli. Basandoci sui bollettini emessi dal ASL, ad oggi sul territorio cittadino sono stati riscontrati 177 casi positivi. Sottraendo 17 decessi e 2 guariti, si ha un totale di 158 positivi. Manca però, nonostante sia stata più volte richiesta, la strutturazione del dato che consenta di comprendere come mai, a fronte di un trend in discesa a livello nazionale e regionale, Civitavecchia veda invece un incremento costante dei casi, e consenta, parallelamente, di comprendere dove le misure di argine al contagio siano risultate e risultino poco efficaci. Non ci avventureremo nel tentativo, in base ai dati in nostro possesso (Civitavecchia è piccola e, per dirla con un eufemismo, le voci corrono) di darne un interpretazione, ma riteniamo, senza tema di smentita, di poter tranquillamente affermare che oltre il 90% dei casi hanno uno stretto rapporto con i due cluster individuati. Segno evidente che le misure poste in essere non sono state, e continuano a non essere, efficaci. Valga per tutto il fatto che solo negli ultimi tre/quattro giorni, e sotto la pressione popolare, ci si è decisi a fare il tampone a tutti gli operatori sanitari e non solo, come fino alla scorsa settimana, a coloro che mostravano sintomi gravi o operavano in settori particolarmente a rischio. Un fatto grave che, unitamente ad alcuni errori che ci auguriamo le commissioni d’inchiesta individueranno, hanno messo a grave rischio sia la salute degli operatori che, al di la della facile retorica degli eroi, sono stati inascoltati e lasciati soli , che della intera comunità cittadina. Per questo riteniamo sia inderogabile, e chiediamo al Sindaco, massima autorità cittadini in tema di salute, di farsene garante, che si fornisca risposta alle domande che ormai tutti i cittadini si stanno facendo ovvero: Quanti sono gli operatori sanitari del San Paolo risultati positivi? Quanti operatori della Madonna del Rosario? Sono tutti in quarantena anche se asintomatici? Come si sta facendo fronte alla endemica carenza di personale aggravata da tale circostanza? Si è ancora convinti, a fronte di tale catastrofica situazione, di voler ampliare i letti covid al fine di accogliere altri paziente extra ASL? Quanti tra i positivi sono pazienti del San Paolo? Quanti della Madonna del Rosario. I dispositivi di protezione individuale idonei sono forniti alla totalità di coloro che operano nell’ospedale ( quindi anche addetti alle pulizie, tecnici etc). I percorsi covid sono ben divisi dai percorsi dei pazienti con altre patologie. Sono stati sanificati tutti i reparti in cui sono stati individuati soggetti pazienti o operatori che siano )positivi? Domande che cercano risposte immediate non per individuare responsabilità (per questo ci sarà tempo), quanto piuttosto per comprendere come tutelare al massimo quella ricchezza della comunità cittadina rappresentata dagli operatori sanitari, ridare fiducia alla popolazione verso il nosocomio cittadino e finalmente arginare un emergenza che sta mettendo in ginocchio il tessuto sociale cittadino.