“Difficile scrivere e dire. Forse impossibile. Tutti aspettavamo la Sentenza di ieri, consapevoli che non ci avrebbe riportato Marco, è vero, ma altrettanto convinti che potesse restituirgli un po’ di giustizia e un po’ di verità”. Ad affermarlo è sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci.
“Quando è uscita la sentenza di primo grado ci era sembrata morbida. Ma quando in appello i 14 anni di reclusione erano stati convertiti in 5, qualcosa dentro di noi si è rotto. Di nuovo. Come se un altro colpo fosse stato sparato a bruciapelo. Ma dalle Istituzioni questa volta.
Ci siamo sdegnati, pur seguendo l’esempio e la sobrietà di mamma Marina e papà Valerio. Eppure hanno avuto il coraggio di accusarci di non rispettare le sentenze. Hanno provato a convincerci che anche il fatto stesso di commentarle o di non condividerle, fosse sbagliato, non fosse giusto.
Strano perché a noi non giusta sembrava quella sentenza e sbagliate sembravano invece le parole violente dette a Marina da quel Giudice.
Oggi le Istituzioni, quelle vere, quelle deputate, quelle che portano sulle spalle gli oneri dello Stato, hanno però confermato che avevamo ragione noi: il processo di Appello è da rifare. Per tutti gli imputati.
Magra consolazione, lo so. Ma un passo, un importante passo verso quella Giustizia e quella Verità che cerchiamo da anni e che dobbiamo non soltanto a mamma Marina e a papà Valerio, non soltanto allo stesso Marco, ma a tutti noi. Affinché si possa continuare a credere nelle Istituzioni.
Noi che senza sosta sentiamo rimbombare nella nostra testa il suono deflagrante del colpo d’arma da fuoco che uccise Marco e l’assordante silenzio di chi non ha fatto niente per impedirlo.
Lo striscione che chiede Giustizia e Verità per Marco continuerà a essere sulla facciata del nostro palazzo comunale. Fino a che sarà necessario. Fino all’ultimo giorno di questa faticosa lotta.