Scilipoti e PaP rincarano la dose. Quanti dubbi sul processo di dismissione di TVN

Il percorso che porta alla dismissione è iniziato in maniera incerta e fumosa

Ha lanciato un bel sasso e non ha nascosto la mano il consigliere comunale di Onda Popolare Patrizio Scilipoti su Tvn e i rapporti con Enel da parte dell’amministrazione di centrodestra. L’esponente politico sinistrorso rincara la dose insieme a Potere al Popolo: “Ci risulta che nella riunione di ieri, organizzata da ENEL con le imprese locali per discutere dei lavori per la costruzione della nuova Centrale a turbo gas, erano presenti alcuni esponenti della maggioranza – rivela Scilipoti -. Nulla vieta ai politici, se invitati, di partecipare a riunioni di questa natura, ma sorgono spontanee alcune riflessioni. Innanzitutto, riteniamo che i cittadini abbiano il diritto di sapere a che titolo i rappresentanti di maggioranza abbiano partecipato a tale incontro. Se i rappresentanti politici in questione erano presenti per ribadire la posizione di netta contrarietà espressa all’unanimità dalla massima Assise cittadina, allora meritano senz’altro il nostro plauso. Ma, se così non fosse, si aprirebbero scenari opposti e molto preoccupanti. In tal caso, infatti, qualcuno si sarebbe assunto l’onere di avallare un cambio di indirizzo politico senza il dovuto coinvolgimento delle istituzioni, soprattutto, della cittadinanza. Un fatto, questo, che sarebbe, all’evidenza, di una gravità inaudita”. “Tra gli scranni del consiglio comunale, e in particolare nella maggioranza, potrebbero effettivamente essere già cominciate manovre di avvicinamento o addirittura vere e proprie trattative con l’Enel, per monetizzare il passaggio dal carbone al gas di TVN – scrive invece Potere al Popolo -. L’obiettivo principale di alcuni potrebbe essere quindi soltanto quello di arrivare a ratificare una nuova convenzione col colosso energetico, sorvolando su tutte le altre questioni e tacendo in particolare sulle ferite che una nuova centrale a gas in città aprirebbe in termini di crisi occupazionale, emergenza sanitaria ed ambientale. A questo servirebbero i finti no senza prescrizioni, votati quasi all’unanimità in consiglio comunale. Lo scopo, verosimilmente, potrebbe essere quello di salvare la faccia e prendere tempo nella consapevolezza che gran parte del lavoro sporco, prima che una nuova fonte inquinante venga autorizzata, lo faranno gli uffici ministeriali competenti e la Regione Lazio. Di fronte a questa sciagurata ipotesi chiediamo al Sindaco di smentire ufficialmente quanto ipotizzato dal consigliere Scilipoti; mettiamo altresì in guardia ogni aspirante faccendiere locale dal condurre trattative private alle spalle della città; ribadiamo infine la nostra contrarietà al progetto turbogas a TVN”. In effetti il percorso che porta alla dismissione è iniziato in maniera molto incerta e fumosa. Dopo il consiglio comunale che ha certificato la mozione unitaria proprio su Enel, ma fra polemiche roventi e con altre tre documenti approvati, non si è saputo più nulla su possibili tavoli in Regione, ma soprattutto al Ministero dell’ambiente. Un silenzio che preoccupa parecchio in chiave politica, ma soprattutto in direzione ambientale ed occupazionale.