Stasera alle 21 i locali di Tarquinia hanno riacceso luci e insegne. L’iniziativa partita dalla Tuscia si è estesa in tutta Italia per manifestare le difficoltà del settore e la scarsa attenzione del governo.
Persone che fino a ieri vivevano del loro lavoro, che da un giorno all’altro hanno dovuto chiudere e oggi rischiano di non avere certezze.
L’ultimo decreto infatti sposta al primo giugno la riapertura di bar e ristoranti. Le attività legate alla ricezione vogliono ripartire e chiedono al governo provvedimenti adeguati.
Le testimonianze. Abbiamo raccolto alcune testimonianze. “Ho aderito volentieri all’iniziativa – ci dice Tamara – un segnale forte che vede la partecipazione di oltre 70mila imprese del nostro settore. Ho cercato di coinvolgere quanti più colleghi possibili e domattina in maniera simbolica andremo a consegnare, con il gruppo “Tutti per Tarquinia” che comprende diverse associazioni Tarquiniesi, le chiavi dei locali al Sindaco come segnale di protesta con il Governo nazionale per la mancanza di misure adeguate al settore”. “Nonostante la possibilità di consegnare a domicilio – ci raccontano Francesca ed Enrico – vogliamo ritornare quanto prima alla normalità e ci sembrava giusto aderire con convinzione alla manifestazione.
Abbiamo iniziato anche la vendita online su una piattaforma “dolce italiano” ma sicuramente non basta per andare avanti e ciò che stiamo facendo è anche per garantire il lavoro ai nostri dipendenti”. Marzia ci testimonia la difficoltà di tornare ad aprire il suo bar, anche se simbolicamente, dopo tutto questo tempo: “Alzare la serranda dopo 45 giorni è stata molto dura ma era necessario aderire a questa manifestazione. Chiediamo di essere tutelati perché oltre ogni forma di aiuto per prima cosa viene la dignità delle persone”.