Porto, scarico di liquami da navi. Il Pd presenta interrogazione parlamentare: “E’ un fatto gravissimo”

Caos nel Governo sullo scalo civitavecchiese. L'interrogazione firmata dal deputato dem Gariglio: "Si sta agendo contro la legge. Msc Grandiosa sta scaricando rifiuti in mare secondo un'ordinanza della Capitaneria di Porto, che a sua volta si muove sulle disposizioni di due direttori generali del Ministero dell'ambiente. Con quella circolare si può scaricare senza restrizioni"

Non basta il collasso dello scalo marittimo di Civitavecchia in relazione al blocco del traffico crocieristico e il mancato aiuto del Governo. Ora ci si mette anche il rischio ambientale. Il grido d’allarme di Ansep Unitam, attraverso il suo segretario generale Simona Giovagnoni, ad inizio maggio non è passato inosservato. Si parla di sversamento di liquami all’interno del Porto di Civitavecchia. Così si è registrato di li a poco il commento duro del Pd di Civitavecchia, a cui fa seguito un’interrogazione parlamentare dei dem attraverso il capogruppo ai Trasporti alla Camera dei deputati Davide Gariglio. Intervenuto oggi in una conferenza video insieme al segretario locale Stefano Giannini e il capogruppo consiliare Marco Piendibene. “E’ un fatto gravissimo quello che sta accadendo – dichiara il deputato del Pd – si sta agendo contro la legge. Msc Grandiosa sta scaricando rifiuti in mare secondo un’ordinanza della Capitaneria di Porto, che a sua volta si muove sulle disposizioni di due direttori generali del Ministero dell’ambiente. Con quella circolare si può scaricare senza restrizioni, lo dice proprio il documento, “nelle acque portuali”. Il problema quindi è legato a quella circolare che di fatto deroga le leggi. A bordo della nave fra l’altro ci sono quasi 400 persone, quindi gli scarichi sono notevoli. Vogliamo acquisire l’analisi dei rifiuti in mare dall’Authority per capire il livello di inquinamento. L’interrogazione è stata firmata da 24 deputati del Pd”. Una presa di posizione forte, anche in considerazione del fatto che il Governo, è targato si Movimento 5 stelle ma pure Partito democratico. “E’ una bomba ad orologeria questa vicenda – commenta Piendibene -. Ci aspettiamo anche una concreta risposta dal presidente dell’Adsp Di Majo, nominato proprio da un Governo Pd”. “In un momento di crisi così profonda far rispettare la legge sarebbe importante anche per alcuni servizi all’interno dello scalo”, fa sapere Giannini. Il Pd attraverso una nota sottolinea anche i punti fondamentali dell’interrogazione e dell’azione politica.

1) non è un attacco alla Capitaneria e all’Autorità Portuali, ai quali si chiede solo collaborazione rispetto alla necessità di sapere cosa e quanto è stato scaricato dalla nave MSC Grandiosa.
2) Tutela dell’ambiente nel rispetto della normativa
3) Tutela dell’occupazione in quanto esistono aziende per i servizi portuali che si occupano, per l’appunto, dello smaltimento dei liquami.

Ecco il testo dell’interrogazione.

Per sapere – premesso che:

in vari porti italiani sono stati correttamente autorizzati gli ormeggi di numerose navi da crociera bloccate dalla pandemia;

nel porto di Civitavecchia sono ormeggiate la Costa Victoria e la MSC Grandiosa; quest’ultima – stando alle notizie degli organi di stampa – dal mese di aprile 2020 ha iniziato a scaricare nelle acque portuali i rifiuti liquidi di bordo (il sewage);

quel tipo di navi accumula 250/300 metri cubi di liquami al giorno, una massa capace di produrre un grave inquinamento ambientale;

lo scarico nelle acque portuali è avvenuto a seguito dell’ordinanza n. 114 del 16 luglio 2019 della capitaneria di porto di Civitavecchia;

la succitata ordinanza è stata adottata sulla base della comunicazione RAM/1758/2/2019 inviata il 24 giugno 2019 dal reparto ambientale marino (cosiddetto «RAM») del Corpo delle capitanerie di porto, con cui si trasmetteva a tutte le capitanerie di porto la nota prot. n. 10526 dell’11 giugno 2019 – recante «Disciplina del Sewage prodotto dalle navi» – a firma congiunta del direttore generale per la vigilanza sulle Autorità portuali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e del direttore generale per i rifiuti e l’inquinamento del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, redatta per rispondere ad un quesito posto da Confitarma e che gli estensori qualificano come «circolare esplicativa»;

la nota congiunta dei direttori generali del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, ad avviso degli interroganti, non interpreta le norme vigenti, ma la deroga incredibilmente fino a produrre di fatto una licenza ad inquinare, contravvenendo alle normative nazionali e internazionali; la nota afferma infatti che «la nave dotata di un impianto (di trattamento del sewage) con le caratteristiche di cui alla regola 9.1.1 dell’Annesso IV della Convenzione Marpol può scaricare gli effluenti senza restrizioni in termini di distanza dalla costa, velocità e rateo di discarica, quindi anche nelle acque portuali, purché l’impianto di trattamento dei reflui sia pienamente operativo ed efficiente e non si determinino le condizioni negative (produzioni di solidi galleggianti o decolorazione delle acque circostanti) previste nella regola 11.1.2.2 del medesimo Annesso IV»;

il Reparto ambientale marino, con la sua comunicazione del 24 giugno 2019, invita inoltre tutte capitanerie di porto a «valorizzare le superiori indicazioni ministeriali nei rispettivi sorgitori, anche adeguando, laddove fosse necessario ed eventualmente d’intesa con le AdSP, le previsioni dei piani rifiuti, nonché quelle ordinative già emanate», cioè sostanzialmente invita tutte le Autorità portuali a consentire lo scarico nelle acque portuali purché le navi abbiano l’impianto di trattamento del sewage;

la Convenzione internazionale per la prevenzione dell’inquinamento causato da navi (nota come Marpol 73/78), recepita dall’Italia, all’Annesso IV, regola 12, stabilisce che ogni Governo «si impegna a garantire nei porti e terminali la fornitura di strutture adeguate per soddisfare le esigenze delle navi che le utilizzano, per la ricezione dei liquami»;

il decreto legislativo n. 182 del 2003, di attuazione della direttiva 2000/59/CE relativa agli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi, dispone, all’articolo 7, che «Il comandante della nave, ogniqualvolta lascia il porto di approdo, conferisce i rifiuti prodotti dalla nave all’impianto portuale di raccolta prima di lasciare il porto»;

se al porto di Civitavecchia (porto di Roma), anche la nave Costa adottasse un tale comportamento e la sosta in porto durasse a lungo, il porto verrebbe trasformato in una bomba ecologica; stessa sorte peraltro capiterebbe agli altri porti e alle coste italiane e al mare Adriatico in particolare, per consentire un «risparmio» di circa 50 euro a metro cubo di liquami alle compagnie di navigazione –:

se i Ministri interrogati siano a conoscenza di quanto esposto in premessa e quali iniziative intendano conseguentemente adottare per garantire la funzionalità dei porti e la tutela della salute e dell’ambiente marino.