Porto al collasso: Cig e inquietudine regnano sovrane. Di Majo circondato

Imprese e sindacati accerchiano Di Majo. Stavolta il presidente di Molo Vespucci saprà dare delle indicazioni concrete oppure uscirà un altro comunicato stampa in cui si racconta di un Porto in modalità "Mulino bianco"?

Un grido d’allarme, forse più un grido di dolore, visto che la situazione pare già compromessa. E’ stato quello “urlato” a pieni polmoni dall’amministratore delegato di Port Mobility Edgardo Azzopardi, ieri durante una conferenza video che ha visto la partecipazione anche dei sindacati. “Se da Molo Vespucci non si cambierà registro, a fine emergenza coronavirus, sarò costretto a tagliare una cinquantina di dipendenti”. E si perchè l’azienda, che lavora principalmente attraverso l’arrivo in Porto dei passeggeri, si ritrova in una difficoltà estrema, soprattutto se resta in vigore il criterio del “chi usa paga”. Appunto, ma se adesso una nave sbarca una trentina di passeggeri e dalla tabella delle tariffe si evince che per un traghettista l’incasso è poco superiore a 3 euro, mentre per un crocierista non si arriva neanche ad un euro (0,93), la domanda sorge spontanea: PM può smuovere la sua forza lavoro per un centinaio (si e no) di euro al giorno? Ma anche le indicazioni dell’Autorità di Sistema Portuale lasciano a desiderare, per usare un eufemismo. Non sono chiare e nemmeno circostanziate. Ed è un aspetto che è emerso anche nell'”incontro” di ieri. Port Mobility nelle scorse settimane ha fatto sapere che, attraverso una drastica riduzione, ad esempio il 58% per l’infoweb, il 56% per le navette, l’83% per l’infopoints, del 35% su viabilità e manutenzione (la società ha la responsabilità di mantenere in efficienza tutta l’infrastruttura portuale), potrebbe scendere a 430 mila euro circa al mese, più o meno la metà rispetto a quanto si incasserebbe a pieno regime. Fra l’altro con la proposta di contratti di solidarietà per tutto il 2020 ai dirigenti e la riduzione dei gettoni per il Cda, sempre per l’intero anno solare. L’Adsp portuale però risponde che “sarà congruo prevedere un’anticipazione dei diritti di porto pari ad un importo mensile di 250 mila euro, a valere dei tre mesi del piano emergenziale”, ovvero sia ancora per tutto il mese di giugno. E il termine “anticipazione” getta ancora più incertezza e inquietudine. “Ma quello di cui stiamo parlando non è un porto vuoto”, ribatte l’amministratore delegato di PM Azzopardi. Inoltre non si capisce in che modo è saltata fuori quella somma e quali servizi coprirebbe. Ricordando che il ricorso alla Cassa integrazione adesso riguarda anche le altre società di interesse generale, come ad esempio la Seport, la Pas (che però è 100% partecipata dall’Adsp) mentre su Port Utilities, sarebbe interessante capire se vale lo stesso criterio del “chi usa paga”, come per Port Mobility. In quel caso sarebbero dolori anche da quelle parti. Senza mai dimenticare, a proposito di realtà portuali di grande rilievo, le difficoltà che deve affrontare anche la Compagnia Portuale, critica anch’essa per bocca del presidente Enrico Luciani nei confronti dei vertici dell’Adsp nei giorni scorsi. Ha un certo peso inoltre la posizione dei sindacati, manifestata all’Autorità di sistema Portuale, che aveva chiuso ogni discorso con Port Mobility sbandierando il voto favorevole a maggioranza dell’Organismo del Partenariato, anche in relazione al caso della società di Azzopardi. In sintesi le sigle sindacali ribadiscono all’ente marittimo di non aver avuto alcuna risposta rispetto alle loro istanze sulle coperture finanziarie previste, a fronte dei servizi minimi essenziali. Non solo, si chiede anche conto sulla ridistribuzione dei 5 milioni di euro, annunciati dall’Adsp, ovvero come verranno ripartiti fra le società di interesse generale e se sono in cascina misure aggiuntive. Insomma, aziende e sindacati accerchiano Di Majo, numero uno di un ente che deve necessariamente garantire la funzionalità dello scalo, anche attraverso fondi straordinari. Stavolta il presidente di Molo Vespucci saprà dare delle indicazioni concrete oppure uscirà un altro comunicato stampa in cui si racconta di un Porto in modalità “Mulino bianco”?