Phase out carbone, al Mise qualche timido passo avanti

Il Ministero ha sostanzialmente preso atto della drammatica situazione occupazionale e aggiornato il tavolo

Un incontro poco più che interlocutorio. Sul tavolo del Mise ieri mattina sono arrivate formalmente le proposte di cui parti sociali e istituzioni (queste ultime con alterna convinzione) parlano da mesi. Di qui all’apertura di una fase più concreta sul piano progettuale, tuttavia, ce ne passa. Eppure una qualche progettualità bisognerà metterla in campo, proprio alla luce degli esiti dell’incontro di oggi. Ma andiamo con ordine. Al Parlamentino di via Molise erano presenti per il Ministero delle Attività Produttive la sottosegretaria Alessandra Todde, la dott.ssa Rosaria Romano, che segue specificatamente il settore che si occupa di energia, e il dottor Emanuele Piccino, che ha coordinato i lavori. Sul fronte istituzionale presenti sia il Comune, con il sindaco, Ernesto Tedesco, e il vice-sindaco, Massimiliano Grasso, accanto al presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Francesco Maria Di Majo. Per le organizzazioni sindacali presenti tutte le categorie della Cgil, con i segretari territoriali, e Antonio Filippi, della segreteria della Cgil nazionale. E ancora: Cisl e Uil nazionale e Usb. I temi dell’incontro, come noto, erano quelli connessi alla phase out dal carbone da parte di Enel, che dovrà essere completata entro il 2025, quando dovrebbe entrare in funzione il nuovo impianto a turbogas, il cui progetto è stato sottoposto proprio a gennaio a procedura di valutazione di impatto ambientale. Ed è altrettanto noto che le ricadute sul piano occupazionale a Civitavecchia sono già state disastrose per tutte le categorie, in particolare per i metalmeccanici che lavorano alle manutenzioni dell’impianto a carbone di Tvn, per i portuali addetti alla movimentazione del combustibile in banchina, per gli stessi elettrici, molti dei quali saranno trasferiti e ricollocati. Dunque, rispetto a questo, il Comune ha ribadito la necessità di salvaguardare tutti i posti di lavoro al momento esistenti. Una posizione che chiaramente non basta enunciare perché si realizzi. Un po’ più oltre è andato il presidente dell’Adsp, il quale ha fatto rilevare che le previsioni del Piano regolatore portuale consentono già di individuare, seppure in via embrionale, alcune ipotesi di sviluppo alternativo, e cioè: avviare la nascita di un distretto per la cantieristica navale e sviluppare la logistica in alcune aree già a disposizione dell’ente, come nelle zone retroportuali. Rispetto a ipotesi  di piani industriali alternativi su vasta scala, Enel si è limitata sostanzialmente a ribadire il progetto per la riconversione a gas del sito di Tvn, che però porterà a una riduzione dell’organico, accanto agli interventi di Enel X, connessi cioè alla recente politica green dell’azienda (ad esempio, l’installazione delle colonnine per ricaricare le auto elettriche). Da parte loro i sindacati hanno sostenuto con convinzione un piano industriale alternativo, nella consapevolezza però che occorrono anche soluzioni a breve, se non brevissimo termine. Una recente mappatura dei lavoratori condotta dalla Fiom su un campione di lavoratori delle aziende di Civitavecchia ha rilevato che circa il 54% dei metalmeccanici ha un’età compresa tra i 36 e i 56 anni – quindi tutti molti lontani dalla pensione – e che i profili professionali sono specifici e altamente qualificati. E per questi profili vanno trovate soluzioni adeguate. In termini concreti bisogna creare le condizioni per impiantare a Civitavecchia aziende che lavorano sulla costruzione di componenti destinati al mercato green, cosa questa che potrebbe passare dal formale riconoscimento di Civitavecchia come area di crisi complessa. Il Mise, preso atto della situazione, si è riservato di convocare nuovamente le parti, per entrare nel merito della fattibilità di alcune delle ipotesi formulate questa mattina. In questa prospettiva, a margine dell’incontro, le organizzazioni sindacali sono tornate a ribadire la necessità di attivare un tavolo istituzionale specifico in Comune, proprio per mettere a punto una strategia chiara e univoca.