Phase out carbone a Tvn, il primo ottobre consiglio comunale aperto

Le forze politiche cittadine sembrano orientate alla definizione di un odg condiviso, ma sono stretti i margini di intervento

Alla fine si farà. È stato fissato per il prossimo martedì primo ottobre il consiglio comunale aperto dedicato all’intera situazione relativa al futuro della centrale a carbone di Torre Valdaliga Nord, in vista dell’annunciato piano Enel di trasformazione a gas del sito produttivo. Annuncio che, come noto, da mesi ha aperto questioni occupazionali gigantesche, sia per quanto riguarda i lavoratori elettrici sia per quelli dell’indotto, in realtà già in crisi da mesi. Del resto per molti un’eventuale riconversione a gas non configurerebbe una situazione migliorativa nemmeno sul piano ambientale. Di tutto questo si parlerà — o almeno si cercherà di parlare — nel corso della seduta della massima assise cittadina, alla quale sono stati convocati i massimi vertici istituzionali, dal Mise in giù, oltre che chiaramente i rappresentanti del colosso energetico. Al momento la posizione delle forze politiche che siedono all’aula Pucci, di maggioranza come di opposizione, sembra essere caratterizzata da una certa unità di vedute. La posizione condivisa è sostanzialmente quella espressa a più riprese dal sindaco, Ernesto Tedesco, vale a dire costruire a Civitavecchia una realtà sperimentale in tema di energie rinnovabili. Cosa però possano significare in termini concreti queste dichiarazioni di intenti è ancora tutto da vedere. Anzi, c’è proprio da vedere se esistano i margini per un qualsiasi ripensamento degli investimenti di Enel sulla città, che sono poi orientati dalla politica nazionale, dal momento che si tratta di una società che è ancora a partecipazione pubblica (per il 23,6%, Ministero dell’economia e delle finanze). Allo stesso modo l’annunciato piano di uscita dal carbone e di ridefinizione a gas va visto alla luce di alcuni dati di sistema. Primo: la decarbonizzazione è prescritta in ottemperanza alle direttive europee e rientra appunto nel Piano nazionale energia e clima (giudicato tra l’altro insufficiente in termini di obiettivi) che prevede l’abbassamento delle emissioni di CO2, piano proposto prima dal governo Renzi e riconfermato da ultimo già dal primo governo Conte. Secondo: il carbone non è più un combustibile competitivo rispetto al gas, i cui costi si sono notevolmente abbassati, anche in questo caso per una serie di ragioni che hanno un respiro internazionale. In generale quindi la centrale di Torre Nord non è più competitiva sul mercato, anche se ciò non solo per le motivazioni appena richiamate, visto che si possono rintracciare anche motivazioni strutturali legate all’impianto. Questo per dire che eventuali cambiamenti che possano portare a un ripensamento della presenza Enel diversa dai termini già delineati dall’azienda appaiono non molto verosimili. Se non si tengono ben fermi questi dati di realtà, pertanto, il consiglio comunale aperto rischia di servire veramente a ben poco, magari giusto a ottenere la solita convenzione attraverso la quale far transitare soldi nelle casse del Pincio senza incidere però veramente sullo sviluppo della città. Il consiglio comunale, comunque, è stato già riconvocato anche per mercoledì 2 ottobre quando, alla luce degli esiti del dibattito del giorno precedente, si dovrebbe arrivare alla definizione di un ordine del giorno probabilmente congiunto. Intanto, come già anticipato ieri, si inizierà a parlare di Tvn già lunedì 23, a partire dalla mozione a firma Cinque Stelle sull’Aia. Dal momento che le prescrizioni richieste dal gruppo non sono più recepibili perché la relativa conferenza dei servizi si è chiusa, si tratterà di chiarire gli esiti del famoso ricorso presentato dall’amministrazione comunale alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.