Parco archeologico alla Frasca, incontro “agitato” alla Pucci. Prevarrà l’interesse individuale o collettivo?

La risposta spetta alla maggioranza di centrodestra. Si spera che il segnale arrivi in breve tempo e senza le solite "moine" interne

Si è svolta oggi in aula Pucci l’assemblea pubblica sul futuro della Frasca, soprattutto dal punto di vista della riqualificazione dell’area e della realizzazione di un parco archeologico, interamente finanziato dall’Autorità di sistema portuale. Dopo le relazioni introduttive dell’architetto Enza Evangelista e dell’ingegner Maurizio Marini, sono intervenuti il Sindaco Ernesto Tedesco, l’Assessore all’urbanistica Leonardo Roscioni e il consigliere comunale di Forza Italia Massimo Boschini, unico rappresentante della maggioranza presente in prima fila, insieme a Pasquale Marino della Lega che però si è seduto fra il pubblico. Il progetto è stato illustrato nei minimi dettagli dall’architetto Evangelista e dall’ingegnere Marini, con spiegazione in profondità e diverse slide che hanno mostrato l’enorme ricchezza paesaggistica e storica in possesso della città e gli interventi che verranno effettuati. Inizialmente ci si è girati un po’ intorno ma poi si è arrivati al nocciolo del problema, almeno per quasi tutti i presenti fra il pubblico (una 40ina di persone in tutto): le oramai famose “casette di legno”, sulla carta ricoveri per attrezzatura da pesca. Ritenute negativamente impattanti dalla Sovraintendenza e per nulla compatibili con le dinamiche della riqualificazione. Ai concessionari non va per nulla bene l’abbattimento delle stesse, alcune realizzate con cemento alla base e praticamente sulla battigia, nemmeno a patto di vedersele ricostruire in una zona più interna ma a regola d’arte, in legno e molto più funzionali. Alcuni interventi durante il confronto sono parsi surreali (“ma il parcheggio si pagherà?”, “come andrà avanti la gestione senza soldi” e “avete chiuso il mare di Civitavecchia”, quando, per ciò che riguarda l’ultima invettiva, sia Evangelista che Marini hanno detto a più riprese che l’accesso all’acqua sarà fruibile per tutta la costa e senza costi). In ballo una ventina di “mal di pancia” contro un progetto che potrebbe portare, oltre alla riqualificazione dell’area, alla realizzazione di uno scivolo da diporto (di cui il territorio è attualmente sprovvisto) e alla valorizzazione dei reperti (sono stati mostrati anche dei bellissimi mosaici e dei relitti sott’acqua), anche all’occupazione di diversi posti di lavoro fra guide turistiche, custodi e settore della ristorazione. La variante urbanistica è pronta, anche l’emendamento di modifica che garantisce i concessionari su alcune richieste, manca solo l’ok dell’assise, con l’opposizione pronta a votare in blocco la delibera. Prevarrà l’interesse individuale o quello della collettività? La risposta spetta alla maggioranza di centrodestra. Si spera che il segnale arrivi in breve tempo e senza le solite “moine” interne.