Ma a sparare al povero Marco Vannini, il ragazzo di 20 anni deceduto la notte del 18 maggio 2015 dopo un colpo d’arma da fuoco esploso a Ladispoli in casa della sua fidanzata Martina Ciontoli, è stato davvero Antonio Ciontoli? Da ieri sera l’interrogativo ha ancora più senso dopo l’intervista realizzata dall’inviato de “Le Iene”, Giulio Golia, che ha sentito un testimone, Davide Vannicola, a quanto pare amico dell’ex comandante dei carabinieri di Ladispoli Roberto Izzo, il quale ha voluto dare una testimonianza in più sulla vicenda. Vannicola ha rivelato di aver ricevuto una confidenza da Izzo, per certi versi sconvolgente. Innanzitutto che il Maresciallo e Antonio Ciontoli sarebbero stati molto amici, tanto che “in futuro lo avrebbe fatto lavorare nei servizi segreti”, in riferimento ad una possibile aiuto di Ciontoli. Vannicola rivela anche un passaggio legato a quella sera, la notte in cui Marco perse la vita: “Mi disse che Ciontoli lo aveva chiamato per risolvere un problema che c’era stato in famiglia, chiamandolo prima della chiamata all’ambulanza”. E ancora: “Mi rivelò che Antonio non era stato ad uccidere Marco, ma suo figlio”. Izzo, chiamato in causa dal giornalista de Le Iene ha replicato, negando di essersi mai confidato con Davide rispetto alla sua conoscenza con Ciontoli. “Non sono io quel carabiniere amico di Ciontoli”.