Tullio Nunzi, Presidente dell’associazione “Meno Poltrone Più Panchine”, interviene sulla questione del mercato di Civitavecchia dopo i casi di cronaca avvenuti in questi giorni.
“Ovvio che bisogna aspettare le indagini e le decisioni della magistratura. Si tratta però di una situazione rivelatrice di un disagio profondo per la categoria degli ambulanti e delle imprese del mercato; dopo 10 anni di ristrutturazione,con un futuro assai precario, e con l’ipotesi ( ottimistica)di altri 4/ 5 anni in condizioni disagiate, con il rischio di ulteriori chiusure e di ulteriori conti in rosso,la situazione rischia di diventare esplosiva.
Ad essere complottisti (fu istituita anche una commissione di indagine su eventuali abusi) si potrebbe anche pensare alla volontà di distruggere un pezzo di storia di questa città; non vedere fine per una ristrutturazione che normalmente avviene in tempi assai limitati.
Credo che si tratti invece di semplice incapacità politico/amministrativa,che però incide sugli operatori,e priva la città di un luogo importante da un punto di vista economico e sociale, di sviluppo per tutto il terziario cittadino, stante una situazione di profondo degrado. Poiché a breve non si intravvedono soluzioni, anche per scarsa presenza ed attenzione propositiva delle varie organizzazioni di impresa,( afasici e silenti sulle varie proteste) ,credo che l’unica soluzione possa essere la istituzione di un “commissario” ,dedicato esclusivamente alla chiusura di un progetto, che rischia di diventare l’incompiuta storica per questa città.
- Non so se a livello comunale esista la possibilità statutaria per una figura commissariale (almeno credo) ma si affidino competenze, responsabilità ad un terzo ,scelto tra professionisti, per affrettare i tempi, e arrivare ad una soluzione.
Si richiede un consiglio comunale aperto per la situazione dell’università agraria,spero che al più presto lo si faccia anche per il nostro caro mercato: certo la figura di un commissario sarebbe un grave atto di autoaccusa per la politica in generale, ma dopo 10 (dieci) anni e senza tempi ,non dico certi, ma approssimativi per una sua conclusione, potrebbe essere una ipotesi non peregrina per sopperire ad una mancanza di futuro inaccettabile.
Io sono per l’idea weberiana di essere devoti alla politica, ma questa pretende grande professionalità, ed in questi dieci anni ad oggi purtroppo si è rivelata scarsa.
Perché si tratta di un patrimonio storico, sociale, economico che rischia di morire,o di venire snaturato e dovrebbe essere invece al centro dell’attenzione di tutta la città: politica ed economica”.