E’ stato un consiglio comunale aperto sul Porto molto lungo e a tratti soporifero, ma dal quale sono emerse delle indicazioni importanti. Soprattutto grazie agli interventi del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale, Pino Musolino, il grande atteso di questa seduta, convocato dall’assise cittadina per fare il punto della situazione sulla crisi dello scalo. Al numero uno di Molo Vespucci tutto si può dire tranne che non parli diretto, senza negare l’evidenza. Prospettive nere dal punto di vista occupazionale, situazione che resta critica sotto il profilo dei conti dell’ente marittimo, necessità di cambiare modo di pensare il Porto da subito, se si vuole davvero ambire ad un salto di qualità e ad un cambio di marcia, a prescindere dal ritorno delle crociere e dunque dei turisti sul territorio. Nel suo primo intervento Musolino ha illustrato la situazione del bilancio dell’Authority e le iniziative messe in campo per tenere in piedi i conti. Al tramonto del consiglio comunale ha invece risposto, punto su punto, a tutte le domande e agli spunti venuti fuori durante il dibattito.
Pescicoltura. “Convocare un nuovo tavolo, se vogliamo lavorare sul progetto che garantisce posti di lavoro si sappia che però avrà impatto su ambiente. Trovare un punto di equilibrio”.
Privilege. “Abbiamo attivato procedura di decadenza della concessione. Stiamo valutando le controdeduzioni e proseguiremo in quello che è un processo amministrativo. Vado avanti con atti e procedimenti, non con atteggiamenti da bullo da bar”.
Rtc. “Il momento genetico è quando scrivi la concessione, e quando l’hai scritta male, una volta che l’hai firmata è fatta. Contenziosi? Penalizzante per l’ente, perché perderemo due volte. I famosi 200 mila teus non sono nell’atto di concessione ma nel protocollo d’intesa prodromico. Se andiamo in Corte il Tar ci da una botta fortissima, quindi margini zero”.
I container. “Se ne potessimo gestire 200 mila sarebbe grasso che cola. Il problema è che non abbiamo le strutture. Come faccio a portare i teus a Roma? Con la fionda (rispondendo all’ex presidente dell’Authority Gianni Mscherini, presente in aula). Questo porto è stato disegnato quasi esclusivamente per il crocierismo e un po’ per i traghetti”.
Lavoro. “Davanti a noi abbiamo mesi tragici, dobbiamo cercare di limitare i danni e creare i presupposti per nuove opportunità. Evitare di difendere l’indifendibile. Questo territorio ha rischiato di morire per l’assistenzialismo. Minosse? Abbiamo chiesto ad Enel ripetutamente cosa intende fare. I dipendenti di Pas li abbiamo salvato tutti, ma riducendo drasticamente i trasferimenti. Dei 16 sistemi portuali l’unica società in house ce l’ha solo Civitavecchia. Gli altri sono tutti cretini? Solo qua è garantita la sicurezza? Quello che succederà al 2023 lo vedremo, io per salvare Pas non posso sfondare il bilancio dell’Adps. Se domattina arrivasse un commissario in Authority, altro che tagli, viene con la mannaia di Conan il Barbaro”.
Privatizzazione del porto. “E’ una cagata pazzesca, le banchine pubbliche ci penalizzano tantissimo. I costi di manutenzione ordinaria e straordinaria sono a carico dell’Adsp”.
Rinnovabili. “Non si vive di contrapposizioni, io sono a favore di tutti progetti di decarbonizzazione. Ok all’eolico off-shore ma vediamo quale sarà il progetto, ci vogliono i soldi. Il fotovoltaico? Anche qui, nessuna pregiudiziale, fra l’altro l’Europa ci darebbe oltre 13 milioni di euro. Bisogna puntare ad un polo di energetico sulle rinnovabili, allargare i confini di azione perché la transizione ecologica non è legata solo ad un singolo processo”.