Moscherini a tutto Porto: “Disegno scientifico per penalizzare lo scalo”

L'ex presidente dell'Authority a viso aperto nell'intervista realizzata da Giampiero Romiti

Moscherini, l’Sos è diventanto ormai assordante: il porto rischia una crisi irreversibile. E’ così?

<Evitiamo di sprofondare nel pessimismo. Chiaro però che il momento non promette nulla di buono. E la ragione di una contingenza del genere esiste eccome>.

Davvero?

<E’ stato impedito un virtuoso cambio di politica e men che meno di sviluppo da parte di potenti dai piedi di argilla e privi della più elementare conoscenza del sistema marittimo>.

Intende dire che all’Authority sono state tarpate le ali per decollare?

<Esattamente. E’ stato perpetrato un disegno ben preciso e rivolto a penalizzare lo scalo marittimo. E i responsabili di una iattura così monumentale dovrebbero avere almeno la decenza di ammettere i propri errori sesquipedali>.

Non crede che stia affermando qualcosa di una gravità inaudita?

<Dico semplicemente quello che è accaduto e che ha determinato la crisi oggigiorno tanto strombazzata>.

Ovvero?

<Ciani non ebbe la forza di disubbidire a D’Alema, che decise di farmi fuori per non inimicarsi i “compagni” genovesi e napoletani>.

Perchè? Odio, antipatia, scarsa considerazione nei suoi confronti?

<Fossero state quelle le ragioni, sicuramente mi sarei fatto una bella risata. Il punto è che la presa di posizione “dalemiana” nasceva da ben altro>.

Aveva, cioè, un fine ben preciso?

<Visto il grosso successo del porto di Civitavecchia nel settore crocieristico, i liguri e i campani  temevano che un analogo risultato potesse essere conseguito pure nel merceologico>.

Eh, l’invidia è un male inguaribile…

<No. È  lo sporco gioco della politica, che genera disastri inenarrabili. Ma ti pare logico che anziché provare soddisfazione per i luminosi obiettivi centrati, l’establishment giri il pollice verso il basso e vanifichi l’enorme lavoro fatto per arrivare in alto? Forse D’Alema e Ciani in quel periodo non ritenevano che lo scalo civitavecchiese dovesse, come suol dirsi, alzare troppo la testa>

Ma cos’è che ha spaventato maggiormente Genova e Napoli?

<Oltre al sorpasso su Barcellona nel crocieristico, il mio intento di far partire il progetto “Autostrade del Mare”, che avrebbe favorito un’ulteriore crescita a dir poco eccezionale>.

Moscherini, la crisi attuale è pertanto figlia di scelte inadeguate. Tra cui, secondo lei, anche quella scellerata di affidare, da parte di Ciani, la gestione del terminal container all’armatore Aponte. E’ così?

<Già, quello è stato l’errore più marchiano. La concessione venne infatti data in cambio dell’impegno di una movimentazione di “cassoni” facilmente ipotizzabile di scarsa rilevanza>.

Iniziativa miope?

<Non solo. Essenzialmente idiota. E talmente scriteriata da originare il tracollo che il porto sta subendo>.

Addirittura?

<Come si fa ad ignorare che Aponte è leader mondiale nel campo dei container? Inoltre a non considerare che mai e poi mai Civitavecchia sarebbe potuta diventare nel “ramo” un’eccellenza tanto importante da fare una “pericolosa” concorrenza  al “Tanger Med”, colosso stratosferico sito in Marocco, guarda caso di proprietà dello stesso Aponte? Che non è tipo di portare l’anello al naso e neppure di  allevarsi una serpe in seno ossia permettere che il terminal del porto locale diventasse un competitor ad alto rischio per la sua struttura  nordafricana>.

E difatti il flop dei container s’è rivelato clamoroso. Giusto?

<Innegabile. E all’errore di valutazione commesso da Ciani, s’è poi aggiunto quello di Monti, che ideò di trasformare la darsena grandi masse in terminal container, ma il risultato, magrissimo, fu quello che alla gara d’appalto bandìta non si presentò nessuno>.

Moscherini, si capisce chiaramente che ha lasciato il suo cuore nel Palazzo di Molo Vespucci e addirittura soffre per non aver potuto realizzare il sogno di far diventare il porto di Civitavecchia una stella di prima grandezza nel firmamento portuale.

<Vero, c’è stato il veto perché completassi la mia “missione” con un’opera semplicemente storica. Ma che dico, epocale>.

Sarebbe?

<Il Terminal Cina. Che avevo previsto dovesse sorgere accanto alla Centrale di Torre Nord, l’unico punto in Italia, con fondale di 20-22 metri, in grado di “accogliere” navi di nuova generazione, capaci di trasportare, ognuna,  23.000 (ventitremila) container. Che peccato mortale non aver permesso la realizzazione di un capolavoro del genere! Ma tant’è: Ciani ha ritenuto che il massimo fosse privilegiare Msc  e, ahinoi, registriamo il misero risultato di ritrovarci con il misero traffico di poche migliaia di contenitori, peraltro parecchi vuoti>.

Insomma la crisi nasce dalla scarsa lungimiranza di Ciani, che entrò in scena nel 2007, e dalla demenziale scelta di non farle realizzare il succitato Terminal Cina che, a sua detta, avrebbe reso Civitavecchia un polo mondiale. Esatto?

<Già. Poi anche Monti non seppe cogliere al volo la preziosissima occasione di avviare il meccanismo per mettere in pratica la mia idea. Mi chiedo: ma vivevano in un mondo surreale questi signori ? Lo ripeterò fino alla noia: hanno fatto perdere alla città di Civitavecchia l’opportunità di assumere una dimensione gigantesca. Oggigiorno si fa un gran parlare della via della seta. Dice niente questo?>

Secondo lei?

<Avevo visto giusto e chi non ha voluto credermi s’è accontentato di operare in maniera insignificante e per troppi versi disastrosa. Un dato è certissimo: la Cina sarà padrona della logistica mondiale e la via della seta parte da Shanghai e arriva a Roma. Capito bene? Quando penso che correva l’anno 2005 quando ebbi la folgorazione del terminal Cina, rischio di andare ai matti. Sono stati buttati via quindici anni e da buon cattolico non esito a mutuare la frase di Gesù: “chi è senza peccato scagli la prima pietra” >.

Quindi a suo avviso l’inizio della crisi parte da quel “dannatissimo” 2007?. E i cecchini che adesso crivellano di colpi, un giorno sì e l’altro pure, l’attuale presidente Di Majo, considerandolo il responsabile assoluto della paurosa recessione, dovrebbero allargare lo spettro della loro martellante azione?

<Di Majo non ha certamente brillato e di errori ne ha commessi parecchi, ma il grosso, piramidale problema del porto si è via via ingigantito dall’avvento di Ciani in poi. Al momento del suo insediamento, mi  permisi di avvertire Di Majo che si sarebbe trovato alle prese con grosse difficoltà e che per superarle avrebbe dovuto lavorare per far diventare lo scalo leader nel settore logistico in Italia, rimettendo in pista il progetto del Terminal Cina.>

E invece…

<Purtroppo non è andata così. E lo ribadisco: sono trasparenti le responsabilità di chi è stato incapace di programmare e permettere un grandioso sviluppo dello scalo. Mi piange il cuore vederlo ridotto in questo stato penoso. E sai che ti dico?

Sentiamo.

<Se mi chiamassero, sarei prontissimo a dare i consigli utili per rimettere in sesto la situazione. Però, vuoi vedere?, non  succederà>.

Sa benissimo che anche la segretaria generale Macii viene bombardata senza tregua. Che ne pensa?

<Vabbè, perche è il braccio destro del presidente. Ma ha l’attenuante di essere stata catapultata in una dimensione troppo grande per lei. Proviene dall’esperienza del porto di Piombino. Non paragonabile, neppure lontanamente, con quello di Civitavecchia per mille motivi che non elencherò altrimenti faremmo notte fonda>.

Moscherini, siamo arrivati a fine intervista. Faccia una previsione: si tornerà sulla cresta dell’onda?

<Non sono un veggente. So solo, però, che,  se continueranno ad arrivare a Molo Vespucci degli autentici incompetenti di portualità, la vedo assai dura>.