Marco Del Lungo, ritratto del Golden Boy civitavecchiese

Dietro alle conquiste di questo ragazzone biondo con gli occhi azzurri, una specie di "Ken Carson" in carne e ossa, c'è sicuramente un fattore legato alla riservatezza, alla professionalità e alla compostezza di un atleta che ha valori al giorno d'oggi non più così scontati

Marco Del Lungo sulla vetta più alta del mondo. E’ il trionfo del talento, ma anche della serietà. Il portiere nato a Tarquinia, ma civitavecchiese doc, ha centrato un traguardo straordinario. Lui e il 7bello si sono laureati campioni del mondo in Corea del Sud prendendo a pallate una Spagna mai in grado impensierirli. Un successo figlio del lavoro, del sacrificio, della bravura, delle qualità fisiche e tecniche. Però, noi che lo conosciamo bene, possiamo dire che dietro alle conquiste di questo ragazzone biondo con gli occhi azzurri, una specie di “Ken Carson” (il fidanzato di “Barbie”, non quello del Grande Fratello…) in carne e ossa, c’è sicuramente un fattore legato alla riservatezza, alla professionalità e alla compostezza di un atleta che ha valori al giorno d’oggi non più così scontati. Quello che si dice per davvero un gran bravo ragazzo, cresciuto nelle giovanili di una Snc che all’epoca navigava in acque ben più competitive rispetto a quelle attuali. Se ne è andato da Civitavecchia al momento giusto, cogliendo l’opportunità di fare il vero salto in un club di grido, l’An Brescia, l’unico vero rivale credibile dell’ “Invincible Armada Pro Recco. E’ stato costante, umile, ma anche abile a “rubare” tutti i segreti ad un portiere che ha fatto la storia della pallanuoto, Stefano Tempesti. Ora che è l’estremo difensore più forte al mondo, a 29 anni, può guardare al futuro con ambizioni sempre più elevate, visto che ne siamo certi, Marco sarà in grado di alzare ancora di più l’asticella. All’orizzonte c’è un’Olimpiade a cui fare la corte e con questa Italia e quella calottina numero uno là dietro sognare è veramente possibile.