Polemiche, polemiche in ogni caso. Polemiche quando l’anno scorso l’ex sindaco pentastellato, Antonio Cozzolino, chiuse le scuole in ben due circostanze. Si sono fatte ordinanze con il sole e qualche raffica di vento, si disse. E giù accuse di incompetenza. Polemiche e polemiche in questi due giorni infermali, al contrario, per la chiusura delle scuole tardivamente disposta dall’attuale sindaco, Ernesto Tedesco, dopo che ormai l’acqua ieri mattina aveva fatto i suoi danni. Si potrebbe dunque essere tentati di derubricare le tante proteste di queste ore come un aspetto tipico del civitavecchiese, al quale non va mai bene niente, sempre pronto a criticare. Certo, alcuni commenti lasciano il tempo che trovano, ma quanto accaduto ieri mattina deve indurre l’intera comunità e le istituzioni a riflettere sugli errori che sono stati invece commessi, per evitare che possano ripetersi. Come prima cosa va certamente rilevata la situazione di oggettiva difficoltà in cui si trovano i comuni di fronte alle allerta meteo emesse dai bollettini di vigilanza, allerte che sono sempre più frequenti. Quella di questi giorni, infatti, non è stata la prima che ha riguardato Civitavecchia, ce ne era stata una precedente alcuni giorni fa, alla quale non erano seguiti però eventi particolarmente gravi. Che fare, quindi? Si devono chiudere le scuole ad ogni allerta? Con quali conseguenze? Del resto spesso fino alle 24 ore prima alcuni eventi sono del tutto imprevedibili nella loro consistenza. Ma se questi sono dubbi e difficoltà obiettivi, non si deve dimenticare però quali sono gli obblighi del sindaco di fronte ai bollettini che vengono diramati quotidianamente. Il primo cittadino ha piena discrezionalità rispetto alla predisposizione di piani di emergenza, vale a dire che non è il livello dell’allerta a imporre gli interventi, ma considerazioni di altra natura. Sulla base dei bollettini il sindaco è tenuto a fare delle valutazioni per tempo, tenendo conto di due fattori. Primo: caratteristiche del territorio del proprio comune e conoscenza delle zone di criticità, alcune delle quali sono note da circa mezzo secolo, altre sarebbero state abbastanza prevedibili. Secondo: il grado di preparazione del comune ad affrontare eventi di natura eccezionale. Quindi, ci si può permettere di ignorare un’allerta anche gialla a Civitavecchia? O forse la situazione del comune richiede magari un atteggiamento di maggiore prudenza? Delle due l’una. Per questo quindi sarebbe stata opportuna la chiusura delle scuole, forse già dalla tarda serata di giovedì. Certamente ieri mattina, ben prima dell’orario di ingresso, la situazione era tale da imporre l’emissione tempestiva di una ordinanza. Lo dimostra il fatto che negli istituti centrali sono entrati a scuola circa la metà degli alunni, in quelli più periferici anche meno. Ciò tuttavia non ha eliminato i disagi, anzi, semmai li ha moltiplicati. Il nocciolo vero della questione riguarda Civitavecchia, come altri comuni limitrofi e come moltissimi comuni italiani. A Santa Marinella ad esempio la situazione non è certo stata migliore che a Civitavecchia. E dunque, quali interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dispongono le amministrazioni comunali per far fronte a eventi che saranno pure imprevedibili ma che si presentano con sempre maggiore frequenza? E se sono così frequenti, allora un margine di manovra c’è. Ed è che che bisogna conoscere a fondo il territorio che si amministra, tenere puliti fossi e tombini, verificare — e questa può essere l’occasione — che cosa non funziona nel deflusso delle acque. Predisporre protocolli efficaci. E bisogna che ci si renda conto che questa è e sarà sempre di più una priorità. Se avesse continuato a piovere anche per un’altra mezz’ora ieri mattina dinnanzi all’Elite si sarebbe potuta consumare una vera e propria tragedia, dal momento che sarebbe bastato qualche altro centimetro oltre il muricciolo che costeggia l’Aurelia per portare le auto direttamente a mare.
Maltempo, le ordinanze non dipendono dal livello delle allerte
L'amministrazione comunale deve tenere conto delle caratteristiche del territorio e soprattutto del livello di preparazione del comune