Se si dovesse, in questo triste momento, tracciare il percorso della sua vita, costellato da infinite “tappe” a dir poco surreali, non basterebbero decine di pagine. Personaggio senza eguali, Adolfo Biso. Unico. Vulcanico. Un profluvio di iniziative. La sua non lunghissima ma assai significativa parentesi di impareggiabile “tutor” (definirlo semplicemente “direttore sportivo” si farebbe un torto alla sua inesauribile capacità di rendere altamente professionale la “vita” del sette rossoceleste, trascorsa nel segno di iniziative e di una quotidianità degne di un club di altissimo livello ) di un fantastico gruppo di atleti, che hanno fatto la storia della pallanuoto locale, nazionale, continentale e mondiale, è invece una fetta di patrimonio inestimabile della Snc. Momenti che potremmo definire addirittura epici quelli della “creatura” di Largo Caprera (oggi Largo Galli), tirata su con paterna amorevolezza, brillantemente abbinata ad una eccellente caratura tecnico-tattica, da quel portento di nome Alfio Flores che ebbe la forza e la capacità di plasmare un collettivo-capolavoro, esaltato da individualità di livello mondiale. Tra cui Roldano Simeoni che, raccogliendone il testimone di tecnico e sobbarcandosi pure l’onere di pallanuotare come fortissimo difensore (lo testimonieranno il titolo iridato conquistato a Berlino e l’argento olimpico), guidò l’impareggiabile team al conseguimento della piazza d’onore, nel 1975, nel massimo campionato alle spalle della Canottieri Napoli (e davanti, addirittura, al mitico Recco) e alla partecipazione alla Coppa delle Coppe. Che venne onorata da prestazioni superlative iniziate a Novaky (cecoslovacchia) e dalla finalissima di Sebenico (Jugoslavia) conclusasi con un terzo posto, frutto di match indimenticabili e tiratissimi con avversari di statura internazionale. Di lì un prosieguo di campionati sempre altisonanti nella serie A e il raggiungimento di una dimensione stellare sul piano organizzativo grazie, appunto, all’avvento di Adolfo Biso: trasferte organizzate senza la minima smagliatura, squadra costantemente in clima di elevatissima professionalità. Insomma un’impronta manageriale di altissimo livello. Indimenticabile, tra l’altro, la partecipazione ad una serie di incontri nel gennaio del ’78 a Berlino Ovest, favorita proprio dall’inesauribile ingegnosità e dai rapporti “ravvicinatissimi” con i vertici dei vari sodalizi (in quel caso grazie alla sua amicizia con il tecnico della nazionale tedesca, Nicola Firoiu). Sì, indiscutibilmente unico, Adolfo Biso. E’ volato in cielo giovedì scorso, ma nel Pantheon rossoceleste il suo nome brilla di luce vivissima. (G. Rom).
Lutto nella pallanuoto: è scomparso Adolfo Biso. Il ricordo di Giampiero Romiti
Se ne è andato un grande personaggio dello sport locale