“Bologna 2 agosto 1980, ore 10,25. Una bomba ad alto potenziale esplode nella sala d’aspetto della stazione causando 85 morti e circa 200 feriti. È l’attentato più grave tra quelli che l’hanno preceduto, piazza Fontana, Brescia e l’Italicus. È l’ultimo, gravissimo episodio della strategia della tensione che mirava a mettere in crisi le istituzioni democratiche per provocare una reazione dello Stato fuori e contro le leggi costituzionali. Anni di indagini hanno portato alla condanna degli autori materiali dell’attentato: fascisti del Nar. Successive, ulteriori indagini hanno poi indicato i capi della loggia massonica segreta P2, Gelli e Ortolani, oggi morti, quali probabili organizzatori e mandanti dell’attentato stesso, mentre responsabilità di depistaggio e tentativi di insabbiamento gravano su alcuni alti funzionari dello Stato, anche loro morti e quindi anche loro non sottoponibili a processo. In quella drammatica situazione l’Italia dimostrò, nell’unità e nella fermezza, di saper dare le giuste risposte politiche a quanti operarono per la distruzione della democrazia. In tale contesto, il Presidente partigiano Sandro Pertini fu il riferimento ideale di tutti per la risposta democratica e unitaria che il paese fornì con forza e decisione. Nel quarantesimo anniversario dell’attentato il presidente Mattarella, presente alle celebrazioni, invita a sviluppare ogni impegno per la ricerca della verità e dei mandanti, sottolineando la necessità della memoria e della vigilanza. L’Italia di quarant’anni fa, pur ferita e nel dolore per quella insensata strage, fu in grado di reagire alla commistione di servizi segreti infedeli alla Repubblica e di manovalanza fascista usata sugellata per intorpidire il clima politico di quegli anni e fermare il movimento democratico che, grazie alle lotte, conquistava diritti e dignità di vita per la classe lavoratrice. Questo quarantesimo anniversario assume un valore anche più significativo dopo che dalle indagini della procura di Bologna è emerso come Licio Gelli, capo della Loggia Massonica P2, abbia consegnato ai fascisti dei NAR un milione di dollari in contanti come anticipo per l’esecuzione dell’attentato . E nell’Italia di oggi (l’Italia dei negazionisti di ogni risma, di chi vorrebbe intitolare strade ai fucilatori di partigiani e ai sostenitori delle leggi razziali mussoliniane, di coloro che non vogliono fare i conti con la propria storia ma, anzi, la rimpiangono, di quanti vorrebbero organizzare manifestazioni revisioniste per il 2 Agosto), bene ha fatto il presidente Mattarella a centrare il suo discorso sulla consapevolezza del dovere della memoria di quanto avvenuto, per impedire che accada di nuovo: “Ricordando le vittime della barbarie degli stragisti vi sono poche parole da poter pronunciare. Dolore, ricordo, verità”. E’ la nota firmata dall’Anpi Civitavecchia.
L’Anpi Civitavecchia ricorda l’attentato alla stazione di Bologna
"L’Italia di quarant’anni fa, pur ferita e nel dolore per quella insensata strage, fu in grado di reagire alla commistione di servizi segreti infedeli alla Repubblica e di manovalanza fascista usata sugellata per intorpidire il clima politico di quegli anni"