“Forse la tensione, la voglia di portarla a casa, eravamo in tre a giocarci le medaglie e a tutti e tre dopo pochi metri dallo start viene segnalata una partenza anticipata… finiamo 4° (parimerito) un’Olimpiade dove forse meritavamo qualcosa in più, ma questa è la dura legge dello sport…”. Poche parole per commentare la delusione di un risultato sfuggito per un soffio. Mattia Camboni con passare delle ore mastica ancora più amaro e si lascia andare ad uno sfogo sulla sua pagina facebook. “Piango e non riesco a smettere. Era per me qualcosa che andava oltre ad una semplice vittoria questa medaglia, era il raggiungimento del mio sogno più grande, una vera e propria ossessione per la quale ho lavorato più di chiunque altro. Vorrei solo svegliarmi, perché questo é l’incubo peggiore che io potessi mai vivere. Non me lo meritavo ma soprattutto non ce lo meritavamo. Noi che non abbiamo mai smesso di sognare e contro tutto e tutti siamo andati avanti senza mollare mai. E’ il momento più difficile della mia vita. Voglio solamente ringraziare il mio allenatore @riccardobelli111 che ha reso questi nove anni indimenticabili e mi ha dato la possibilità di lottare per una medaglia olimpica. Chiedo scusa a tutti voi che come me ci avete creduto fino alla fine. Mi dispiace”.