In 200 alla fiaccolata in memoria di Cristiana Roversi

In molti dei presenti indossavano una maglietta con scritto “abbandonati dallo Stato”, per “denunciare” quanto emerso dopo l’omicidio della donna

Circa 200 persone hanno partecipato alla fiaccolata in ricordo di Cristiana Roversi, la donna di Civitavecchia uccisa dal figlio, Valerio Marras, il 27 giugno scorso. In molti dei presenti indossavano una maglietta con scritto “abbandonati dallo Stato”, per “denunciare” quanto emerso dopo l’omicidio della donna, ovvero l’esistenza di un fascicolo da più di tre anni rimasto fermo sul tavolo della Procura dove risulta indagato per maltrattamenti in famiglia lo stesso Valerio Marras, nato dalla denuncia del padre presentata nel 2016. In realtà però in quel fascicolo c’è una perizia psichiatrica, eseguita all’epoca, che ha dato esito negativo, ovvero secondo quella consulenza il giovane era capace di intendere e di volere. Documentazione che ora è stata “trasferita” nell’indagine per omicidio del sostituto procuratore Delio Spagnolo. Quest’ultimo si avvarrà anche di una nuova perizia psichiatrica, iniziata il 30 luglio scorso con un primo colloquio tra il dottor Stefano Ferracuti, e Valerio Marras. Incontri che proseguiranno per tutto il mese di agosto e nella prima parte di settembre. Ma c’è un’ulteriore novità che emerge sulle condizioni psichiche di Marras. Da una documentazione medica di cui sono in possesso gli inquirenti, i problemi del giovane deriverebbero da un grave incidente stradale di cui è rimasto vittima Marras quando aveva poco più di 18 anni. Per un lungo periodo di tempo il trentenne è rimasto in coma e quando si è ripreso ha iniziato ad avere problemi di carattere psichico.