Il Tedesco IV lascia stupefatti: un bailamme da “soap” e una corsa allo strapuntino

Una mossa che non sembra affatto arrivare dal sindaco di Civitavecchia, sarebbe lui infatti a dover indicare (e poi nominare) gli assessori, ma ancora una volta da Roma, dove i coordinatori regionali di Lega e Forza Italia hanno annunciato i nuovi ingressi

Siamo entrati ufficialmente nel Tedesco IV, ovvero sia nella quarta versione della Giunta di centrodestra. Una mossa che non sembra affatto arrivare dal sindaco di Civitavecchia, sarebbe lui infatti a dover indicare (e poi nominare) gli assessori, ma ancora una volta da Roma, dove i coordinatori regionali di Lega e Forza Italia hanno annunciato i nuovi ingressi. E già questo sarebbe sufficiente per far capire come procedono le cose dalle parti di piazzale Guglielmotti da due anni e mezzo a questa parte. Decisioni che vengono prese spesso e volentieri sopra la testa di un sindaco che sembra non avere il potere decisionale canonico, quello di un classico primo cittadino eletto democraticamente dalla sua città. Eppure dei meriti in campagna elettorale l’avvocato penalista li ha avuti. Noi che non abbiamo la memoria corta ricordiamo molto bene l’impasse nel centrodestra: due candidati che non sfondano nei consensi e nel gradimento della coalizione, Grasso e Zappacosta, l’arrivo di Tedesco a mettere tutti d’accordo. Perché lui era la figura che più di tutti univa il centrodestra e che alla fine ha rappresentato un fattore decisivo per vincere le elezioni (con Grasso e Zappacosta lo scenario sarebbe stato ben diverso). Ma questo merito evidente Tedesco non sembra mai essere stato in grado farlo “pesare” sul tavolo da poker della politica. Forse soltanto per dare l’aut aut a Fratelli d’Italia, ma col senno del poi è stato un batter d’ali di farfalla. Il fatto è che a questo giro non si capisce davvero il senso logico di un nuovo rimpasto.

I “non si capisce”. In ordine sparso, non si capisce il perché di una rimozione di Leonardo Roscioni dall’Urbanistica. Lui che ha portato avanti egregiamente quel settore e stava lavorando su progetti interessanti come la riqualificazione della Frasca e della Ficoncella. Non si capisce il perché logico di un ingresso di Dimitri Vitali in Giunta. Di quali competenze spicca nel settore del commercio? Se davvero sarà poi quello il ruolo che avrà in Giunta. Non si capisce perché la Pietroni venga sollevata dall’incarico al bilancio. O meglio in parte si, evidentemente non era ritenuta sufficientemente adeguata a ricoprire un ruolo così complicato, ma allora perché fu inserita un anno fa? Non si capisce il motivo per cui queste decisioni, che riguardano il futuro della città, non vengano di fatto motivate e si lasci che i “big” di Roma “facciano e disfacciano” a loro piacimento. Eppure i voti li hanno presi Tedesco e la sua coalizione, mica Durigon e Fazzone. Non si capisce perché Roberto D’Ottavio debba rientrare alla base, prendendo il posto di Sandro De Paolis ai lavori pubblici quando stanno per partire degli importanti appalti su cui ha lavorato quest’ultimo. Non si capisce perché il tourbillon di “entra ed esci” riguardi tutti meno che due assessori pressoché blindati. Passi Emanuela Di Paolo che quanto meno ha dimostrato una certa duttilità a spostarsi da un assessorato all’altro, letteralmente “sballottata” in due anni e mezzo di Giunta, ma si resta quantomeno perplessi sulla inamovibilità dell’assessore all’ambiente, addirittura vice sindaco Manuel Magliani. Per Tedesco, evidentemente una sorta di Mario Draghi in erba ma in salsa civitavecchiese. I “non si capisce” diverrebbero infiniti se si andasse ancora più a ritroso nel tempo, vedi tormentoni di Csp, il caso Serpa, il tabù D’Angelo e altri “balletti politici” alquanto stucchevoli. Quello che è certo è che l’ultimo ribaltone rischia di compromettere definitivamente la credibilità di una maggioranza già debole di suo, aggrappata alla stampella del civico buono per tutte le stagioni.