Il “Fermo crematorio”, l’impianto al Cimitero nuovo rimane spento ma occhio al contenzioso

Dovesse vincere l'Altair la società stessa potrebbe chiedere i danni al Pincio in relazione ai mancati guadagni nei mesi in cui il Crematorio è rimasto spento. Inoltre è indiscrezione di questi giorni che all’interno della struttura sia stato rinvenuto un gatto morto dentro un sacco di plastica. Le videocamere di sorveglianza avrebbero però identificato l’autore del gesto

Il Forno crematorio al Cimitero Nuovo di via Braccianese Claudia ha sospeso la sua attività il 30 luglio scorso. Non sono serviti a nulla, per il momento, gli incontri fra Comune e Altair, la ditta che gestisce il servizio e che chiede di rivedere i vincoli delle prescrizioni disposte dall’ex amministrazione Cozzolino. Le principali sono legate al numero massimo di linee di lavorazione, due, e al limite di salme da cremare all’anno, 2080. La ditta di Domodossola punta sui dati legati alle emissioni inquinanti durante la sua gestione, i quali sarebbero ben al di sotto dei limiti imposti dal Pincio. Dunque se i numeri sono davvero quelli che paventa l’Altair la partita assume un carattere quasi esclusivamente politico. Il vice sindaco Grasso e l’assessore Riccetti, ai tempi dell’opposizione a Cozzolino&company, avevano una linea a dir poco netta nei confronti dell’Altair e del tempio crematorio. Guerra aperta alle modalità di realizzazione della struttura, referendum per far decidere i cittadini e gestione “in house” dell’impianto. Ora invece prevale la prudenza, per non ripetere un caso Csp bis, con la retromarcia sulla revoca del Cda. Ma attenzione al contenzioso che potrebbe spostare gli equilibri. Dovesse vincere l’Altair infatti la società stessa potrebbe chiedere i danni al Pincio in relazione ai mancati guadagni nei mesi in cui il Crematorio è rimasto spento. Infine è indiscrezione di questi giorni che all’interno della struttura sia stato rinvenuto un gatto morto dentro un sacco di plastica. Le videocamere di sorveglianza avrebbero però identificato l’autore del gesto. Da stabilire se alla base della macabra iniziativa c’è soltanto una “bravata” di un singolo oppure se invece c’è dell’altro, magari il tentativo di mettere in cattiva luce la ditta che gestisce l’impianto.