Giulivi revoca le deleghe all’assessore all’ambiente Marzia Marzoli

Nominata il 29 gennaio 2021 è di poche ore fa il decreto sindacale numero 29 che revoca le deleghe all'assessore Marzia Marzoli

È di poche ore fa il decreto che revoca le deleghe all’assessore all’ambiente del Comune di Tarquinia. Si conclude dunque dopo pochi mesi l’esperienza amministrativa della Marzoli che era stata nominata il 29 gennaio 2021.

Il sindaco Giulivi infatti con decreto sindacale numero 29 del 31/03/2021 revoca le deleghe all’assessore Marzia Marzoli.

Tra le motivazioni del provvedimento il comportamento giudicato “non del tutto rispondente con alcune scelte fondamentali” dell’Amministrazione Giulivi e il venir meno del rapporto fiduciario tra il Sindaco e l’Assessore Marzoli.

La crisi si è aperta oggi al 13esimo punto all’ordine del giorno del consiglio comunale. Punto che trattava il Consorzio per la gestione dell’Osservatorio Ambientale con il rientro del Comune di Civitavecchia e l’aggiornamento della convenzione e dello statuto che ha creato una una crepa insanabile tra l’Assessore e il Sindaco Giulivi.

Queste erano state le dichiarazioni in consiglio della Marzoli:

“Volevo fare chiarezza su questo punto perché la volontà di questa amministrazione è di procedere con una delibera che in un solo colpo approverebbe la decisione di riattivare il consorzio e di legittimarlo rispetto al passato. Decisione che non ha visto il mio coinvolgimento e di cui non sono stata neanche messa a conoscenza, né della sua attuazione né del fatto che sarebbe stata portata quest’oggi in consiglio. Non ho usato i social, non ho risposto sulla stampa per spiegare la mia posizione come assessore perché credo che la sede per esplicitare a tutto il consiglio i motivi della mia contrarietà, sia solo e soltanto questa perché in una democrazia così si dovrebbe fare. Dissento da questa mancanza di rispetto nei confronti dell’assessore che apprende questa decisione leggendo la convocazione del consiglio comunale. La discussione andava fatta prima: per esempio si potevano approfondire i limiti della gestione del consorzio, si sarebbero potuti analizzare i bilanci e considerare l’opportunità dell’opzione zero. La storia è nota; tra le prescrizioni del 2003 c’era questa che chiedeva un osservatorio ambientale allo scopo di analizzare sì lo stato ambientale del comprensorio attraverso l’analisi e tante altre cose già dette, ma soprattutto che vedeva il coinvolgimento di tanti rappresentanti istituzionali (dalla Regione Lazio alla Provincia di Viterbo, ai comuni interessati, alla Asl, all’Arpa) quello che poi è stato definito con un po’ di ritardo dalla Regione Lazio: l’osservatorio ambientale di TVN che è quello che sta sul sito della Regione, quello che però non funziona perché nessuno se ne interessa perché i fondi la Regione Lazio non glieli ha mai dati o quasi. Questo osservatorio fu una battaglia del movimento No-coke, fu figlia di una diffida sottoscritta al Ministero dell’Ambiente che portò a chiarire che nel 2009 che l’attività in carico all’osservatorio di cui al Decreto VIA, non potevano essere finanziati da Enel. L’osservatorio ambientale di TVN riconosciuto in ottemperanza dalle prescrizioni è solo quello che è stato formalizzato in Regione. Dopo tutto il consorzio aveva soltanto un unico scopo: la gestione delle quattordici centraline che Enel aveva ceduto a titolo di comodato gratuito al Comune di Civitavecchia. Queste centraline sono disseminate in tutti i Comuni e prima erano certificate dalla Bilab, poi dal 2016, quando il Comune di Civitavecchia ha fatto la convenzione con la Regione Lazio e l’Arpa, adesso sono ufficiali e sono in capo all’Arpa. Queste centraline costano cinquecentomila euro all’anno e la convenzione scadrà il prossimo anno. Queste sono decisioni politiche. Non ho paura del giudizio del Sindaco, né tantomeno se alla fine di questo intervento deciderà di ritirare le mie deleghe. Ritengo doveroso farlo così, perché riattivare il consorzio ritengo che sia un grave errore, lo era all’inizio e lo sarà anche adesso. Sono contraria perché è dal 2007 che seguo queste vicende e sono sicura di quello che dico perché osservare è stato davvero inutile. Siamo nel 2021 non è successo mai niente di buono purtroppo anche perché è un osservatorio e non ha altri strumenti. Io mi ricordo che era un po’ l’essenza che si diceva nel 2007 durante lo sciopero della fame, durante i consigli comunali dove c’era il nostro sindaco che chiaramente diceva cose molto coerenti a quelle che ho detto io. Non posso dire se lui abbia cambiato idea, ma io non l’ho fatto. Ho sempre tenuto gli occhi aperti ed è il caso di ricordare che quando tutti ancora un po’, per gli errori fatti dall’amministrazione Mazzola, si sentono tranquilli sui dati delle centraline, devono non scordarsi degli oltre sei milioni e trecentomila metri cubi di emissioni all’ora, dell’aumento delle ore di lavoro e di tutto quello che è successo fino ad ora. Ben altra cosa sarebbe stata l’azione forte del nostro Comune di richiedere alla Regione Lazio la riattivazione dell’osservatorio regionale, a partire anche dalla sola volontà di rappresentarlo perché Tarquinia non lo ha mai fatto poiché Mazzola si rifiutava di riconoscerlo. Mencarini aveva intenzione di nominare un rappresentante perché le centraline andavano gestiti e gli studi andavano fatti in maniera ufficiale. Il consorzio non ha valore istituzionale, lo ha solo quello della Regione Lazio. Chiudo questo intervento che per me è molto doloroso perché su queste cose c’ho vissuto in coerenza e quindi vorrei soltanto dire che come assessore esterno dichiaro il mio dissenso e rimando al mittente tutto quello che è stato detto perché l’ambiente, questa parola con la A, non sanno neanche dove sta e si dovrebbero forse anche un po’ vergognare, perché non hanno fatto nulla.”