Fumata nera Coser-Nautilus, progetto serie A2 di pallanuoto verso lo schianto

Il progetto di rilancio della pallanuoto in rosa rischia seriamente di andare a farsi friggere per beghe paradossali

Non è bastato l’intervento del coach Daniele Lisi, disperato per l’impasse cronico sotto il profilo tecnico, non è stato sufficiente lo sfogo del capitano Venere Tortora, che ha addirittura chiesto lo svincolo. Fra Coser e Nautilus non c’è ancora accordo sulla gestione, societaria e tecnica della prossima stagione, così il progetto di rilancio della pallanuoto in rosa rischia seriamente di andare a farsi friggere per beghe paradossali. Fra i punti dolenti della proposta di accordo, formulata dalla Coser alla Nautilus (a cui nell’ultimo anno è stata “appaltata” la gestione della prima squadra), spazi acqua, spese di gestione fra una società e l’altra e il fattore stampa. Ovvero sia che si vorrebbe in qualche modo mettere una sorta di “bavaglio” a tesserati, tecnici e giocatrici (“dichiarazioni, interviste non aventi contenuto strettamente tecnico e sportivo, imputabili ai rispettivi associati, che dovessero causare danni o lesioni all’ immagine della A.S. DIL. COSERNUTO e/o ad Associazioni e società affiliate in qualunque modo alla stessa, comporterà la risoluzione di diritto del presente accordo, salvo maggior danno, con conseguente espulsione dalla A.S. DIL. COSERNUOTO”, è il passaggio incriminato). Per capire bene quest’ultimo punto di dissenso, bisogna chiarire un aspetto: il coach e le giocatrici non percepiscono un euro dalla Coser. Altro aspetto dolente della questione, è che la Nautilus vorrebbe, nel caso dovesse essere estromessa dalla gestione, come sarebbe ipotizzato da contratto, che tutte le spese venissero a quel punto sostenute dalla Coser stessa, un punto che la società gialloblù non vorrebbe fare passare. Lunedì potrebbe esserci un nuovo incontro, qualcuno ancora spera nel miracolo. Perché buttare nell’indifferenziata una stagione di successi e un futuro in A2 così promettente sarebbe davvero un delitto e una responsabilità negativa che ricadrebbe sulla testa di chi sta gestendo questa operazione.