Ferma in Procura per tre anni un’indagine sull’omicida di Cristiana Roversi

In quel fascicolo, rimasto sulla scrivania della pm Zavatto dal 2016, Valerio Marras era indagato per maltrattamenti in famiglia dopo una denuncia presentata dal padre.

La Procura della Repubblica di Civitavecchia ha tenuto ferma per ben tre anni un’inchiesta che vedeva indagato per maltrattamenti in famiglia Valerio Marras, il trentenne civitavecchiese che ha ucciso la madre, Cristiana Roversi, la sera del 27 giugno scorso. Quel faldone è rimasto ad impolverarsi sulla scrivania del pm Valentina Zavatto. A rivelarlo è il legale della famiglia della vittima, l’avvocato Paolo Pirani. ”Il fascicolo è stato aperto dopo la denuncia del padre di Valerio Marras – dice il professionista – nel 2016. Ma è rimasto fermo per tutto il tempo. Il giovane, tra l’altro, era anche sottoposto a TSO – trattamento sanitario obbligatorio – Tutti gli atti raccolti in quel fascicolo adesso sono stati trasferiti nell’attuale procedimento. Sono tutti evidenti campanelli d’allarme sulla pericolosità del giovane”. Allarmi che nelle ultime settimane prima di essere uccisa erano stati lanciati anche dalla stessa Cristiana Roversi. La donna infatti si era più volte recata in polizia per raccontare che il figlio era diventato particolarmente aggressivo nell’ultimo periodo. Anche di queste rivelazioni della donna gli inquirenti del commissariato pare avessero informato la magistratura inquirente. Intanto crescono le adesioni alla fiaccolata in ricordo della cinquantacinquenne che si terrà il prossimo primo agosto a San Gordiano, con partenza da piazza Giovanni XXIII alle 21,15.