Sta facendo molto discutere l’intervista rilasciata a “Il Messaggero” da parte del Direttore di Enel per l’Italia Carlo Tamburi, che traccia un orizzonte abbastanza chiaro sul futuro della Centrale di TVN. Ecco alcuni stralci dell’intervista.
Porto e idrogeno. “Siamo estremamente soddisfatti di essere al fianco dell’Autorità in questo progetto tra i più avanzati a livello internazionale. Enel si occuperà di realizzare un impianto di produzione e stoccaggio di idrogeno rinnovabile alimentato da un impianto fotovoltaico. Ebbene questo è solo un tassello che è in linea con la strategia di Enel su Civitavecchia improntata tutta a criteri di efficienza, sostenibilità e di economia circolare. La transizione energetica, che permette di raggiungere l’obiettivo di generazione al 100% da fonti rinnovabili, deve essere una transizione giusta, che non lasci indietro nessuno e supporti i territori e le comunità locali. Non mi stancherò mai di ripetere questo concetto intorno al quale ruota tutta la strategia del Gruppo Enel”.
Logistica. “Attualmente sono in corso colloqui con l’amministrazione comunale e l’Autorità portuale per valutare il possibile utilizzo di aree del sito nell’ambito della nuova iniziativa Enel di logistica e l’utilizzo di aree e di strutture nei pressi della centrale per attività di natura non energetica da sviluppare insieme al territorio. Abbiamo inoltre effettuato il completo restyling di quattro parchi pubblici. A Civitavecchia poi il nostro impegno per favorire la partecipazione e il coinvolgimento di imprese e lavoratori del territorio è massimo. Sono in corso incontri con gli imprenditori e le associazioni locali per condividere i piani di attività legati alla transizione energetica e individuare le professionalità necessarie. Inoltre, al fine di dar vita al polo energetico innovativo, Enel ha lanciato un concorso architettonico specifico per l’area, in collaborazione con l’Università della Tuscia e favorendo la partecipazione di giovani architetti, per la sua valorizzazione estetica, disegnando un’idea nuova del sito integrato con il territorio circostante”.
Produzione. “Tutti i nostri sforzi sono focalizzati a rispettare l’obiettivo dell’uscita da carbone nel 2025 e la progressiva sostituzione di tutta la capacità con le rinnovabili, garantendo al contempo la sicurezza del sistema elettrico nazionale. Per accompagnare questa svolta epocale è necessaria una fase di transizione, prevista espressamente dal PNIEC, che stiamo perseguendo con il supporto di tutte le istituzioni, del Parlamento, di Terna e dell’Autorità. La centrale verrà sostituita da un nuovo polo energetico integrato con iniziative complementari. In sostituzione della centrale esistente, impianti rinnovabili fotovoltaici e sistemi di accumulo di energia (BESS – Battery Energy Storage System) si affiancheranno all’impianto a gas ad altissima efficienza che servirà per garantire l’adeguatezza e la sicurezza del sistema e del quale non si può fare a meno. La tecnologia a gas, insieme ai sistemi di storage e di gestione attiva dei consumi aggregati dei clienti, rappresenta infatti, lo strumento che assicura l’adeguata flessibilità al sistema elettrico per consentire la crescita della produzione da fonti rinnovabili e di gestirne l’intermittenza”.
Stop idrogeno. “La centrale di Civitavecchia è un impianto di produzione di energia elettrica. Al contrario, un impianto di produzione di idrogeno rinnovabile si comporta come carico elettrico, cioè consuma energia elettrica per produrre idrogeno (“vettore energetico”). La produzione di energia elettrica a partire da idrogeno comporta quindi una doppia perdita energetica: la prima dovuta alla conversione di energia elettrica in idrogeno e la seconda per la riconversione di idrogeno in energia elettrica. Per produrre l’idrogeno necessario a alimentare una centrale elettrica come quella di Civitavecchia servirebbe un impianto fotovoltaico grande come 8.000 campi da calcio. Un consumo del suolo impensabile. Con quegli 8.000 campi da calcio saremmo in grado di installare circa 3800 MW di impianti fotovoltaici, che potrebbero immettere l’energia in rete subito in sostituzione di quella da fonte fossile. Utilizzandola invece per produrre idrogeno, l’energia finale disponibile da immettere in rete scenderebbe al 33%. In pratica il 67% dell’energia prodotta andrebbe dispersa, veramente troppo”.

La futura centrale a gas. “Il progetto che consiste nella sostituzione delle unità a carbone con due unità a gas sarà realizzato con le tecnologie più avanzate in termini di efficienza e di compatibilità ambientale. Ci sarà la riduzione di circa il 40% di potenza termica installata e quindi grandi benefici per l’ambiente: azzeramento di emissioni di SO2 e di polveri, riduzione significativa delle emissioni di ossido di azoto e di CO2. Inoltre ceneri e gessi non saranno più prodotti”.
E il lavoro? “La volontà di Enel è quella di dar vita a un polo energetico innovativo e integrato che genererà nuove opportunità di sviluppo per il territorio. Ci stiamo lavorando da tempo e stiamo avendo significativi riscontri dal mondo imprenditoriale e istituzionale.
Via. Per quanto riguarda la realizzazione dell’impianto a gas nel sito dell’attuale centrale a carbone di Civitavecchia, abbiamo già nei mesi scorsi inviato agli enti competenti tutta la documentazione prevista dall’iter di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) che è stato formalmente avviato a marzo 2020, iter che è attualmente in corso.
Fase transitoria. “L’obiettivo del Gruppo Enel è ridurre a zero le emissioni dirette di CO2 entro il 2050 in tutti i paesi nei quali opera, con una serie di traguardi intermedi come il completamento del phase out dal carbone in Italia entro il 2025. Come già ricordato, la tecnologia a gas, insieme ai sistemi di storage e di gestione attiva dei consumi aggregati dei clienti, rappresenta infatti, lo strumento che assicura l’adeguata flessibilità al sistema elettrico per consentire una crescita così significativa – un raddoppio – di nuova capacita solare ed eolica e di gestirne l’intermittenza garantendo al contempo la sicurezza del sistema elettrico. Le centrali a carbone dovranno essere sostituite da impianti a gas molto più piccoli, molto più efficienti, che quindi funzioneranno meglio e funzioneranno meno. La durata di questa transizione sarà determinata dall’effettiva evoluzione del sistema elettrico dei prossimi anni”.
Dialogo. Tutte le attività che Enel sta progettando per il sito di Civitavecchia verranno portate avanti in un percorso di ascolto e dialogo con il territorio. Tali iniziative permetteranno di raggiungere gli obiettivi di transizione energetica del sistema paese, secondo quanto previsto dal PNIEC, raggiungendo il traguardo di cessazione della produzione a carbone entro il 2025 e l’obiettivo di produzione al 100% da fonti rinnovabili”.