Ha vinto Ernesto Tedesco, a Palazzo del Pincio torna il centrodestra. Le elezioni comunali di Civitavecchia hanno confermato i pronostici della vigilia. Ha prevalso il favorito sull’indipendente Carlo Tarantino. Ma andiamo a vedere chi da queste elezioni esce trionfatore e chi invece con le ossa rotte o quasi. Partiamo da chi sorride e si prepara a governare la città.
Ernesto Tedesco: 8. Oltre a vincere ha avuto il merito di riunire la coalizione e di favorire l’aggregazione di altre forze politiche. Salvini gli ha dato una mano, ma il suo profilo è parso da subito spendibile ed ha fatto la differenza anche al ballottaggio. Piace pure l’idea di non voler mettere soldi di Enel in bilancio, ma di prediligere opere e lavoro, prendendo così nettamente le distanze da amministrazioni di centrodestra che hanno governato in passato. Il difficile per lui potrebbe essere gestire le tante “prime donne” presenti all’interno della maggioranza. In bocca al lupo.
Carlo Tarantino: 6. Era il miglior candidato del centrosinistra in lizza, noi rimaniamo del nostro avviso, anche se le modalità di indicazione hanno lasciato un po’ a desiderare. Ha fatto quello che ha potuto, nonostante durante la campagna elettorale abbia commesso alcuni errori di strategia politica. Ha avuto il merito di aver fatto avvicinare tanti giovani alla politica, una mission non facile al giorno d’oggi. Dai banchi dell’opposizione potrebbe costruire qualcosa di nuovo a sinistra, si spera.
Movimento 5 stelle: 4,5. Ha deluso, come del resto in tutta Italia. A Civitavecchia però dopo cinque anni di amministrazione ci si aspettava decisamente di più. Ha pagato una gestione difficile, il dover puntare su un’unica lista quando gli altri ne hanno fatte sei, e la poca crescita del gruppo. Di innesti, profili competenti e apprezzati in città e da inserire per dare nuova linfa alla squadra se ne sono visti molto pochi. Daniela Lucernoni: 6=. Giudizio diverso dal partito. L’ex vice sindaco ha preso più voti rispetto ad Antonio Cozzolino cinque anni fa. La sensazione è che se si fosse candidato l’ingegnere le cose sarebbero andate addirittura peggio. All’opposizione avrà modo di analizzare gli errori commessi e ricostruire un gruppo che deve aprirsi a nuove professionalità e soprattutto a nuove idee. Del resto non è che l’avversario da battere può essere sempre il Tidei di turno.
Forza Italia: 7,5. Dopo Tedesco le elezioni le “vince” il partito azzurro. Se a livello nazionale FI è ai minimi storici e senza futuro, a Civitavecchia ha dato una prova di forza notevole, insidiando fino all’ultimo la Lega come primo partito. In lista, oltre ai soliti big acchiappa preferenze, anche qualche giovane da misurare in consiglio comunale. Un po’ d’aria nuova, per fortuna.
PD: 5. Prende il 12,8%, poca roba. La novità si chiama Marina De Angelis, gli altri due consiglieri comunali sono Marco Piendibene e Marco Di Gennaro, all'”ennesimesima” consiliatura alla Pucci. I giovani? Tutti a casa a “smanettare” su Facebook, a cominciare dal segretario Germano Ferri, scomparso dai radar da mesi, all’ex segretario Enrico Leopardo (che cinque anni fa prese più di 400 voti), fino alla segretaria dei Giovani Democratici Claudia Feuli, anche lei uscita di scena per disperazione. L'”ultima dei Mohicani” si chiama Jenny Crisostomi. Ci ha provato con coraggio e impegno, ma niente da fare. Urge un sacrosanto rinnovamento, ma per attuarlo, al posto di Ferri, servirebbe una guida un filo più convincente. Chuck Norris o in alternativa Steven Seagal.
Vittorio Petrelli. 6. Casca sempre in piedi. Cinque anni fa fu il “vincitore morale” della tornata elettorale. Oggi entra in consiglio comunale in minoranza, ma avesse vinto Tarantino sarebbe stato attore determinante di una strana maggioranza. In coerenza però non ci siamo. Il transitare da un’alleanza granitica con Grasso (e Fratelli d’Italia) ad un apparentamento last minute con il centrosinistra (e Enrico Luciani), il tutto a distanza di un paio di mesi, non può passare in cavalleria.