“La risposta del TAR in merito al ricorso presentato per l’annullamento della determina autorizzativa alla realizzazione dell’impianto offshore alla Frasca, ci sorprende, ma onestamente non ci sconvolge. Come già previsto, procederemo all’appello Cautelare al Consiglio di Stato, anche perché la natura stessa della risposta formulata dal collegio dei Magistrati ce ne dà motivo. Stando a quanto da loro deliberato “non sussistono i presupposti per l’applicazione delle misure cautelari chieste, non ravvisandosi il pericolo attuale di irreparabile pregiudizio alle ragioni della parte ricorrente, trattandosi di provvedimento dalla cui esecuzione dovrebbe derivare la riduzione dell’inquinamento marino, per effetto della definitiva chiusura dell’impianto di allevamento terrestre e del trasferimento integrale della produzione nelle gabbie marine, con effetti complessivamente meno dannosi per l’ambiente”. Ecco, il “dovrebbe derivare la riduzione dell’inquinamento marino” non ci soddisfa. Esprimere una sentenza, in meno di ventiquattrore senza l’ausilio di nessuna consulenza scientifica a tutela dell’ambiente, usando un “condizionale” non ci soddisfa! Come non ci soddisfa il dovere sacrificare 150 Ettari di superficie marina per ospitare questo impianto. Come non ci soddisfa vedere depauperato l’ultimo tratto di mare di Civitavecchia e vederlo trasformato nell’ennesimo sito industriale. Mentre noi, comitati di cittadini, ci impegneremo per fare informazione e manifestazioni che mirano alla sensibilizzazione del territorio su queste tematiche, i Legali che ci rappresentano faranno la loro parte. Non abbiamo ancora avuto alcun tipo di riscontro da parte dell’attuale Amministrazione Comunale di Civitavecchia, dal Sindaco o all’Assessore Magliani, che a loro volta hanno presentato un ricorso al Presidente della Repubblica. Non sappiamo quale siano le loro intenzioni in merito e ci farebbe piacere conoscerle. Auspichiamo di poter lavorare congiuntamente anche al Comune di Tarquinia che sappiamo già voler procedere all’appello al Consiglio di Stato per non soccombere a questa ingiusta violenza. Noi non ci spostiamo di un centimetro dalla nostra posizione a favore della tutela e della salvaguardia del nostro litorale e del nostro ambiente tutto.
No, No e ancora No all’impianto di itticoltura alla Frasca, fino alla fine”. Lo dichiara Ivana Puleo per conto di Comitato NO all’impianto di pescicoltura offshore e La rete delle Associazioni di Civitavecchia.
Dopo il Tar, i Comitati contro la pescicoltura alla Frasca: “Ci rivolgeremo al Consiglio di Stato”
"Noi non ci spostiamo di un centimetro dalla nostra posizione a favore della tutela e della salvaguardia del nostro litorale e del nostro ambiente tutto. No, No e ancora No all’impianto di itticoltura alla Frasca, fino alla fine". Lo dichiara Ivana Puleo per conto di Comitato NO all’impianto di pescicoltura offshore e La rete delle Associazioni di Civitavecchia.