C’è un presente da affrontare con decisione e soprattutto con la determinazione necessaria per rilanciare un territorio appassito e bisognoso di una scossa per ritrovare brillantezza. Ma c’è pure un futuro da costruire e poggiare su solide basi, con la forza del decisionismo e con l’irrinunciabile contributo del confronto tra soggetti capaci di creare occasioni favorevoli a sviluppo e solidità economica, essenziali per l’agognata apertura di squarci di certezze per le nuove generazioni. Cui Unindustria guarda con estremo interesse per piantare il seme dell’innovazione, che garantisca un “raccolto” dinamico e sereno. E quale migliore soluzione per ipotecare tutto ciò con valide chances di successo, se non l’affidamento ad un rappresentante della new generation della cabina di regia di una larga fetta di territorio – Civitavecchia, Montalto di Castro, Tarquinia, Cerveteri, Ladispoli e Fiumicino – forte di un’evidente potenzialità purtroppo non sfruttata per far crescere imprenditoria e benessere ? 38 anni, laurea in scienze politiche, felicemente sposato e padre di due vispi maschietti di 4 e 7 anni: questi i segni particolari di Cristiano Dionisi. Nato nella lussureggiante Valle Aniene e stabilitosi qui da da due lustri, è perfettamente inserito nel “tessuto” di una comunità afflitta da un’arretratezza occupazionale che spegne il sorriso di migliaia di giovani. Nel bagaglio di un recente passato di Dionisi, stracolmo di momenti di abbagliante radiosità, è sistemata con cura, e gelosamente, la felice esperienza di nove anni trascorsi da assessore alla cultura del Comune di Tolfa, diventato non “un” ma “il” centro della cultura e di numerosi avvenimenti altamente qualitativi tra i più apprezzati del panorama nazionale.
– Presidente Dionisi, chi la conosce bene sostiene che sia animato dal desiderio di raggiungere risultati eclatanti in questa zona precipitata in una grave depressione.
“Non potrebbe essere altrimenti. So però che non sarebbe una buona idea quella di illudere la gente che verranno centrati obiettivi esaltanti in quattro e quattr’otto. Il mio lavoro è iniziato lo scorso 1 ottobre, cadrei pertanto nel ridicolo se dicessi di avere pronti gli strumenti per far galoppare sfrenatamente l’economia di quest’area”.
– Nessuno lo pensa. Chiaro però che da lei ci si aspetti qualcosa che possa sbalordire. Se ne rende conto, vero?
“Bè, non potrebbe essere altrimenti. E so di non dover deludere le aspettative. Vorrei però ricordare che, tra i mezzi concessi da un’ importante struttura come Unindustria a chi ne presiede un “ramo”, non c’è la bacchetta magica”.
– Sarebbe sciocco pensarlo. Non mi dirà, comunque, che non sappia di dover fare i conti con una realtà annichilita da una profonda crisi. E che per tanti, troppi versi fa a cazzotti con le enormi possibilità che detiene, senza però trovare il guizzo per esprimerle in pieno.
“Già. E il mio compito è appunto quello di risolvere un problema a dir poco paradossale, tenendo conto che stiamo parlando di un territorio stracolmo di favolose risorse, essenzialmente naturali”.
– Non le sembra di esagerare?
“Neanche un po’. E mi meraviglio che si… meravigli”.
– Bella risposta.
– “Direi. Ma si rende conto che un patrimonio di inestimabile valore come quello che ci circonda rischia di venir dilapidato dalla noncuranza e dalla mancanza di iniziative atte a farlo apprezzare compiutamente ?”
– Quindi tocca a lei adoperarsi affinchè avvenga il necessario cambio di marcia, imprescindibile per il decollo dell’economia. Ce ne vorrà, tuttavia, per mettere perfettamente a fuoco la situazione generale e soddisfare le pressanti istanze che già saranno planate sulla sua scrivania, non crede?
“Sì, è ancora presto per inquadrare cos’è che non sta andando per il verso giusto. Se lo facessi non mi dimostrerei troppo serio e magari passerei per uno che voglia vendere fumo. Al momento sottoscrivo quanto sostiene il nostro presidente regionale, Camilli”.
– Ovvero ?
“ La sfida da lanciare, per avere sostanziose chances di vincere la partita contro la recessione, deve assolutamente riguardare: 1) Infrastrutture, e la Civitavecchia-Orte dev’essere una priorità assoluta; 2) Porto; 3) Aeroporto; 4) Blue economy”.
– Si tratta di quattro punti fondamentali. La novità assoluta, e intrigante assai, è quel “quarto” riguardante la cosiddetta “Blue economy”. Le pare?
“Senz’altro. “Blue” si riferisce naturalmente al mare. Che, grazie alla sua immensa ricchezza, ha la forza di concedere ghiotte opportunità per il bene dell’intero comprensorio”.
– Sarebbero queste opportunità ?
“Intanto lo scalo è il top del crocierismo del Mediterraneo insieme con Barcellona e va da sé che l’enorme flusso di passeggeri debba rivelarsi un toccasana per l’economia locale. Poi la pesca con i suoi riflessi lucentissimi anche sulla ristorazione e sullo “storico” mercato ittico di Piazza Regina Margherita, che deve diventare una meta fissa dei turisti. Quindi la costituzione di un attrezzato polo logistico negli ampi spazi retroportuali: in Italia ce ne sono pochi di simile, elevato livello. Infine perché non aprire un serio discorso sulla cantieristica ? Mi sembra di poter affermare che sarebbe un controsenso non farlo”.
– Mica robetta eh! Spesso però tra il dire e il fare…
“Finisca pure la frase e vedrà che come d’incanto salterà fuori il mare. Quindi…”
– D’accordo, è pure banale affermare che si trova sintonizzato sulla lunghezza d’onda del dottor Camilli. Ma lei, in qualità di “guida” di Unindustria Civitavecchia avrà sicuramente una precisa e solida idea per dare il via ad un virtuoso percorso finalizzato alla crescita di questo territorio che ormai da tempo, e non solo per colpa del maledetto Covid-19, non riesce a prosperare. Non pensiamo che sia un taumaturgo, ma di sicuro crederà che lo sviluppo prescinda da taluni fattori, chiamiamoli pure così, fondamentali.
“Certo. Ritengo che logistica, economia, turismo e cultura siano i pilastri di un programma da elaborare con assiduità e ferrea determinazione. Ovvia, per me, la ragione: sono indispensabili per il decollo dell’imprenditoria e dell’occupazione”.
– Però, si vede che il suo passato è sempre… presente. Lo dimostra la sua passione per turismo e cultura.
“Un po’ è così. Ma come si fa a dimenticare che Civitavecchia vanta tesori come il Forte Michelangelo, il porto storico, le Terme di Traiano e le miracolose acque della Ficoncella ? Che a due passi da Montalto esiste Vulci, meraviglioso sito archeologico ? E il Castello di Santa Severa con annessa la “ciliegina” della città di Pirgy ? Eppoi il Museo Etrusco di Tarquinia e le famose necropoli etrusche della stessa Tarquinia e di Cerveteri ? E non lascerei colpevolmente da parte Tolfa e Allumiere con le loro eccellenti peculiarità dall’irresistibile forza attrattativa per chi viene da lontano. Quanto dobbiamo attendere perché si organizzi ogni anno un “viaggio nella storia” da far intraprendere ai crocieristi che sbarcano a Civitavecchia ?”
– Basta questo per convincerci che il suo mandato ruoterà essenzialmente intorno a quei 4 “perni” ? Da un giovane pimpante e stracarico di entusiasmo sarebbe lecito aspettarsi qualcosa di più.
“Infatti”
– Allora non ci faccia stare sulle spine. Quale sarebbe il “di più”?
“Ho avuto modo di studiare a fondo, prima di tuffarmi nella realtà di Unindustria Civitavecchia, le abitudini e i comportamenti tra i vari rappresentanti del mondo del lavoro e della politica e sono rimasto colpito, in negativo, dalla totale assenza di dialogo tra impresa e società. Ed è, a mio avviso, uno de lapalissiani esempi del mancato ottenimento di risultati importanti a queste latitudini. Ora basta, occorre cambiare registro a tutti i costi. Mi batterò per questo. Non le sembra un “di più” ?”
Così parlò Cristiani Dionisi. Le sue idee sono cristalline. Il suo mantra per il pieno sviluppo del territorio? Eccolo: logistica, economia, turismo e cultura !!! Difficile Il compito affidatogli , ma dalle parole spese emerge che è la concretezza la sua stella polare. Buon segno. Si ha infatti ragione di credere che il nostro si affidi al pragmatismo della sana, ma troppo spesso snobbata, semplicità per puntare al conseguimento di soddisfacenti risultati. Non ha la sindrome del Marchese del Grillo, “Io sono io…”, bensì l’invidiabile normalità di voler svolgere un proficuo lavoro senza porsi limiti. E chissà che non gli sorrida il meglio del meglio. Perché, come cantava Lucio Dalla, “l’impresa eccezionale è essere normale”.
Dionisi: “Per vincere la partita della recessione puntare su infrastrutture, Civitavecchia-Orte e Blue economy”
Parla il neo presidente di Unindustria intervistato da Giampiero Romiti