Prima i nove anni di full immersion come assessore della Cultura a Tolfa, con il merito di essere stato tra gli inventori di TolfArte. Poi la svolta e la nuova vita da manager. Cristiano Dionisi, fresco quarantenne, è da 24 mesi presidente di Confindustria Civitavecchia. Ed essendo al giro di boa del mandato, è tempo di tracciare un primo bilancio della sua attività in seno alla più importante associazione italiana degli industriali.
Dionisi, soddisfatto dei primi due anni a capo di Confindustria?
“Direi di sì. Nonostante le difficoltà causate dal Covid e dalla guerra, siamo cresciuti in modo sensibile. Abbiamo molte nuove aziende associate e portato avanti il piano strategico per il territorio. Sono contento soprattutto degli strumenti di semplificazione ottenuti. Mi riferisco allo storico inserimento di Civitavecchia nella Carta degli aiuti di Stato a finalità regionale, che ci permetterà di accedere ai preziosissimi fondi della programmazione europea, e alla Zona logistica semplificata”-
Quest’ultima, però, non è ancora attiva.
“La Regione l’ha perimetrata, il Governo ha fatto delle osservazioni e andrà rivista. Speriamo che sia il primo atto della nuova giunta della Pisana che sarà eletta a febbraio”.
Quali sono i vantaggi di questi due strumenti?
“Innanzitutto di carattere fiscale. Il territorio, grazie alle agevolazioni, avrà un’attrattività simile a quella del Mezzogiorno. Inoltre i comuni che fanno parte della Zls avranno una riserva del 20% annua sui fondi della programmazione europea 2021-2027. In sostanza, un’equiparazione di ciò che accade per le città inserite nelle aree di crisi complessa”.
Quindi un 2023 con prospettive interessanti?
“Eccome. Anche perché grazie alla sinergia con Confindustria Brindisi e ai deputati del territorio siamo riusciti a ottenere l’apertura di un tavolo per i percorsi di transizione energetica del dopo-carbone al ministero dello Sviluppo economico. Naturalmente tutti percorsi rivolti alle energie rinnovabili e anche alla logistica”.
Ma il territorio è pronto per sfruttare tali opportunità?
“E’ chiaro che serve una sinergia tra pubblico e privato. Noi stiamo mettendo in campo progetti e investitori, dal lato delle istituzioni ci aspettiamo massima collaborazione per facilitare la realizzazione delle opere. Al momento siamo di fronte a un paradosso: ci sono diversi investitori interessati, specie nel comparto logistico, ma molte aree retroportuali sono indisponibili dal punto di vista urbanistico. E rischiamo di perdere ghiotte opportunità”
E’ possibile accelerare i processi burocratici? E se sì, come?
“Bè, il mio auspicio è che il prossimo anno, insieme al Comune, si riesca a portare anche a Civitavecchia il Consorzio industriale del Lazio. E’ il nuovo soggetto gestore del territorio della Regione e può aiutare molto nella programmazione”.
Solo prospettive, però, niente di concreto ancora?
“Non è così. Il 2023 sarà fondamentale anche per mettere a terra alcuni dei progetti avviati. Al porto si stanno aprendo i cantieri per la realizzazione dell’ultimo miglio ferroviario e presto sarà anche la volta di quelli per il cold ironing, l’elettrificazione delle banchine. E poi, dopo che il Tar ha respinto il ricorso degli ambientalisti, verrà indetto il bando per il primo stralcio dell’ultimo tratto della superstrada Civitavecchia-Orte, che consentirà di aggirare finalmente Monte Romano”
E lo sviluppo del turismo, che sembra un po’ al palo?
“Anche in questo caso abbiamo un nuovo strumento importante e prezioso. Confindustria è stata tra i promotori del Dmo, Destination management organization, soggetto composto da 12 comuni e 30 aziende private, nato proprio per valorizzare il territorio dell’Etruria Meridionale e le sue bellezze. Un approccio professionale e competente che sarà la chiave di volta per attrarre turismo. Inoltre auspichiamo che anche progetti come il Marina Yachting al porto di Civitavecchia e la realizzazione del comparto termale proposto dalla famiglia Sensi, che già gestisce le Terme di Viterbo, possano vedere la luce al più presto”.
La città e il suo comprensorio potrebbero avere benefici anche dall’eventuale decisione di ospitare Expo 2030 a Roma?
“Certamente. Nel 2023 si deciderà sulla candidatura. Potrebbe essere un volano per tutta l’economia regionale e soprattutto per il nostro scalo, che è una delle porte di accesso alla Capitale, quindi avrebbe un ruolo importantissimo”.
Dunque, strumenti e opportunità per crescere ci sono. Se verranno sfruttati, avranno anche una ricaduta positiva sull’occupazione, in primis quella giovanile?
“Indubbiamente. Anzi, con i nostri giovani, che sono la linfa vitale per qualsiasi politica di sviluppo, va siglato un patto generazionale, basandolo su sostenibilità e circolarità. Abbiamo un’Università, la sede Unitus di Civitavecchia, che sta sfornando decine di laureati in Economia circolare, per di più in lingua inglese. E dalla prossima primavera avremo anche un nostro Its, un Istituto tecnico superiore per le energie rinnovabili. Anche qui è stata decisiva la sinergia tra pubblico e privato, che vede impegnati Città Metropolitana, Università della Tuscia, le scuole superiori Iis Marconi e Iiss Calamatta, Enel e 16 aziende della filiera elettrica del territorio come partner. Una conquista preziosa: non possiamo permettere che i nostri giovani di valore vadano a lavorare altrove”
Dionisi, per concludere una domanda personale: quali differenze ha trovato tra la sua esperienza amministrativa e il ruolo che ricopre attualmente?
“I nove anni da assessore a Tolfa sono stati molto formativi e mi hanno aiutato a capire meglio l’attività che svolgo ora. Ho grande piacere di continuare questo percorso manageriale, che mi appassiona e mi stimola sempre di più e soprattutto mi permette di contribuire alla crescita del mio territorio. Un obiettivo al quale tengo moltissimo”.
Andrea Benedetti Michelangeli