Presidente Di Majo ormai ci siamo, il giorno del giudizio si avvicina. Come vive quest’attesa?
“In piena serenità. La ministra De Micheli ha ben chiaro davanti a sé il quadro della portualità nazionale e sono certo che le sue scelte, di conferma o di cambiamento dei vertici delle Authority in scadenza, saranno mirate e precise”.
Domanda banale : spera di trascorrere altri quattro anni nella “reggia” di Molo Vespucci ?
“Davvero la considera una reggia ? Confesso comunque che sarebbe la splendida occasione di completare un percorso che, ne ho l’assoluta certezza, non potrà non giovare alla crescita dello scalo”.
Tocchi ferro e confessi: se venisse “bocciato” quale sarebbe la sua reazione?
“Prenderei atto della decisione e ringrazierei l’intero mondo della portualità civitavecchiese per avermi offerto la straordinaria chance di affrontare un’impresa assolutamente affascinante”.
Converrà però che per lei non sono stati quarantotto mesi in discesa. Nel senso che di difficoltà ne ha incontrate. D’accordo ?
“Ci mancherebbe. E me ne sono reso conto appena ho messo piede nell’atrio dell’Authority”.
Addirittura ?
“Bè, quando vieni assalito da una strana sensazione, l’avverti immediatamente. Il mio arrivo, evidentemente, è stato annunciato da pregiudizi . Di che tipo facile intuirlo”.
Insomma s’è trovato inviso a gente ignara del suo curriculum che, a quanto pare, avrebbe potuto pur sempre suscitare qualche interesse.
“Sicuramente. Qualcuno tuttavia s’è guardato dal frugare nel mio passato peraltro non remoto, altrimenti sarebbe stato assalito dal dubbio che avessi delle qualità”.
Ovvero ?
“Che ho diretto per due lunghi anni l’Ufficio Contenziosi del Ministero Affari Esteri ed ho avuto l’incarico di non poco conto di referente della Corte di Giustizia Europea. Aggiungo che conosco perfettamente parecchie lingue straniere (inglese, francese, spagnolo, tedesco, ceco – ndr -) e non lo faccio per passare da sborone, ma poichè ritengo che possa essere una prerogativa essenziale per chi assume un ruolo importante. E quello di presidente di un’Autorità Portuale lo è”.
Benissimo. Tuttavia si è trovato nel tritacarne di una critica talvolta feroce. Se ne è fatta una ragione ?
“Avrei preferito che mi fosse spiegata la ragione di un’ostilità talmente smisurata”.
Da parte sia dei dipendenti, che ebbero a minacciare persino lo sciopero, che degli operatori portuali tra cui soprattutto l’establishment della Cpc ?
“Per quanto concerne i primi, direi che lo strappo s’è determinato nel momento stesso in cui ho manifestato stupore per talune retribuzioni gonfiate a dismisura da assegni ad personam, che ritengo debba verificarsi se abbiano fondamento giuridico o no”.
E ciò è bastato per generare l’irritazione di gran parte del personale dell’Ente nei suoi confronti ?
“Non sono stato mai sfiorato dalla pazzesca idea di infilare le mani in tasca a chicchessia, però questo non è stato capito. Oltre al costo elevato per l’AP, ho difatti pensato che la chiara differenza tra uno stipendio e l’altro rischiasse di determinare una inaccettabile classifica tra impiegati di serie A e di serie B”.
Al riguardo reputa di aver commesso un errore ? E sulla scorta di quanto accaduto, lo ripeterebbe ?
“So perfettamente che se in un contesto lavorativo emergesse scarso entusiasmo da parte di coloro che si sentono discriminati, sarebbe arduo sperare che tutto fili per il verso giusto”.
Col trascorrere del tempo, è riuscito a ristabilire un buon rapporto con i suoi collaboratori ?
“Credo di poter affermare che sia stata imboccata la strada giusta e che il traguardo della definitiva compattezza si trovi vicinissimo. Se dovessi essere sostituito, il nuovo presidente si gioverà di un assetto operativo di primissimo ordine. Sono particolarmente orgoglioso di aver modestamente contribuito a far brillare delle aree di assoluta eccellenza. Quella tecnica, in particolare, è stellare”.
Quale critica le ha dato maggiormente fastidio ?
“Quella di essere un incompetente. Un’idiozia del genere fa parte di un qualunquismo tracimante, che purtroppo s’è ormai impadronito di troppi individui digiuni di cultura e financo di buonsenso”.
Si riferisce alla Cpc ?
“Ad ognuno dei miei denigratori che me l’hanno affibbiato.
Come giudica in Unione Europea il lavoro prodotto dall’Authority ?
“I progetti aggiudicatici la dicono lunga o no ?
Che fa, adesso gonfia il petto ?
“Non scherziamo. Direi che quanto avvenuto, e ancora avviene, sia sotto gli occhi di tutti. Anche se i media, tranne qualche apprezzabile “mosca bianca”, preferiscono impegnarsi nel tiro al bersaglio contro di me e non a mettere in risalto i riconoscimenti ottenuti”.
Stampa nemica, dunque?
“Faccia lei. Mi limito ad osservare che per i giornalisti la mia gestione è da voto basso. Questione di opinioni. Rispettabilissime”.
Tra i progetti “benedetti” dall’UE, quale al momento la riempie d’orgoglio e di soddisfazione?
“Il pontile di 240 metri, della darsena traghetti, per il quale è stata impegnata la somma di otto milioni e mezzo di euro e che completa l’opera di ben otto accosti. Saranno centinaia di migliaia di metri quadrati che impreziosiranno lo scalo rendendolo sempre più attrattivo”.
Risponde al vero che è un convinto assertore delle energie rinnovabili, fondamentali per lo sviluppo del porto di un domani non lontanissimo?
“Certo. Come Autorità abbiamo stretto un rapporto importantissimo con le associazioni ecologiste e con il “Sole”. L’obiettivo è naturalmente quello di rendere il porto assolutamente “green”.
Le “Autostrade del Mare, un altro suo pallino?
“Abbiamo la fortuna di usufruire di tre corridoi nevralgici e di inestimabile importanza quali: Civitavecchia-Orte-Ancona; Civitavecchia-Roma-Ortona-Pescara; Civitavecchia-Bari-Brindisi. Non servirsene sarebbe un peccato mortale”.
Corre voce che sia riuscito a far inserire il nostro scalo in un contesto rilevante a livello nazionale? E’ così ?
“Avrei voluto aspettare per svelare questo piccolo grande segreto, ma la sua domanda peraltro inaspettata mi consente di annunciare che Civitavecchia verrà inserita nell’elenco dei “port core” italiani e ne trarrà grossi vantaggi”.
Cioè ?
“Detto che fossimo l’unico porto nazionale non facente parte di quello specialissimo “registro”, d’ora in poi grazie a quanto prevede il Def (Documento di Economia e Finanza) si potrà usufruire dell’80% dei finanziamenti che vengono appunto destinati agli “affiliati”, chiamiamoli in questo modo, ai suindicati “port core”.
Nel corso della sua presidenza è entrata nel forziere di Molo Vespucci una valanga di milioni di euro, mittenti: Governo Centrale ed Europa. Le risulta ?
“Mi prende in giro ? Comunque è andata così: da Palazzo Chigi ne sono arrivati 70 (settanta) per Civitavecchia e 30 (trenta) per Fiumicino e quindi 100 (cento); 34 (trentaquattro) per il completamento della darsena servizi; 5,4 (cinque e mezzo circa) per la darsena traghetti. E non dimentichiamoci dei 195 (centonovantacinque) versati dalla BEI (Banca Europea Investimenti) per i progetti presentati. Sì, un bottino niente male. E non è tutto”.
Ovvero ?
“Ho avanzato la richiesta di trarre, per questa Autorità, dal Recovery Fund 830 (ottocentotrenta) milioni di euro”.
E se, accolta tale richiesta, di questo “malloppo” dovesse beneficiarne chi la sostituirà, sarà assalito da una crisi da “rosicamento” ?
“Al contrario da sfrenata euforia ed infinito piacere. Per il meglio del meglio che il porto deve e merita di avere”.