“Un recente lavoro pubblicato su Cardiovascular Research ha confermato la stretta associazione tra mortalità ed inquinamento atmosferico. Mettendo in relazione il livello di PM2.5 e di ozono a livello mondiale con il tasso di mortalità gli autori sono stati in grado di valutare, mediante complessi modelli matematici, anche gli effetti delle differenti fonti di inquinamento distinguendo tra emissioni naturali ed emissioni derivanti dall’uso di combustibili fossili. La mortalità annua dovuta all’inquinamento atmosferico risulta di 8.8 milioni con una predominanza geografica che vede l’Asia al primo posto seguita da Africa ed Europa. La mortalità aumenta con l’età ed è dovuta principalmente a malattie cardiovascolari favorite dal fatto che il PM 2.5 determina infiammazione, stress ossidativo e disfunzione dell’endotelio vascolare fattori che contribuiscono allo sviluppo di ipertensione, diabete ed aterosclerosi, noti fattori di rischio per le malattie cardiovascolari. L’utilizzo di combustibili fossili da parte di impianti termoelettrici, industrie, traffico ed uso residenziale costituisce la principale fonte di inquinamento con differenze tra i vari paesi. In India, per esempio, l’utilizzo di combustibile biologico è la principale fonte di inquinamento dell’aria sia casalinga che ambientale mentre in Cina è il carbone a farla da padrone. Se l’aumento del livello di inquinamento si correla con l’aumento della mortalità una sua riduzione determina un aumento dell’aspettativa di vita tanto maggiore quanto maggiore è la riduzione delle emissioni derivanti dalle attività umane. Gli autori hanno sottolineato come l’inquinamento atmosferico sia nocivo anche a livelli inferiori a 12 microgrammi/m3 come dimostrato in un lavoro del 2017 sul New England Journal of Medicine. Ciò deve far riflettere soprattutto quando leggiamo che nella nostra città la concentrazione di polveri sottili, in questo periodo ventoso e di scarso traffico, è intorno a 30 microgrammi/ m3 anche alla luce di recenti evidenze che sembrano dimostrare una correlazione tra concentrazione di PM2.5 e mortalità da Covid-19”, lo dichiara il Primario di Cardiologia e responsabile Covid dell’Ospedale San Paolo di Civitavecchia Marco Di Gennaro.
Di Gennaro insiste: “Correlazioni tra concentrazione di PM2.5 e mortalità da Covid-19”
Lo dichiara il Primario di Cardiologia e responsabile Covid dell'Ospedale San Paolo di Civitavecchia Marco Di Gennaro