L’amministratore delegato di Csp, la Civitavecchia Servizi Pubblici, Francesco De Leva prende posizione dopo settimane di voci, accuse, numeri preoccupanti e molto altro ancora. “La situazione in realtà non è apocalittica come la dipinge qualcuno – afferma – al semestre chiuderemo con un passivo di 180 mila euro, niente a che vedere con i 2 milioni di deficit che ho sentito da alcuni. Un passivo che sarebbe stato nullo se non avessimo dovuto coprire i costi per l’affitto dei mezzi. Insomma, ci sarebbe stata la possibilità di tenere in equilibrio la società, ma questo è un obiettivo alla portata nel prossimo futuro. Cozzolino mi ha bacchettato per la gestione? Beh io con lui ci avevo parlato, lo avevo avvertito. L’avvio della raccolta differenziata prevedeva sei step, ne sono stati fatti solo due. Una partenza frettolosa che ha complicato tutto il processo e determinato anche delle conseguenze negative sotto il profilo finanziario. Però c’erano le elezioni…Inoltre il capitale sociale è rimasto fissato a 10 mila euro quando l’azienda fattura circa 20 milioni. In questo modo non abbiamo neanche lo sconto fatture”. De Leva si rivolge anche all’amministrazione Tedesco che di fatto ha sfiduciato il Cda: ““In questo modo si lavora molto male – ammette l’amministratore delegato di Csp – si creano destabilizzazioni per tutto il sistema, che coinvolgono anche i dipendenti e i fornitori”. Poi l’apertura: “Ho parlato con il sindaco Tedesco. Il nostro mandato scade nel 2021. Credo sia giusto che questo Cda approvi il prossimo bilancio, dopodichè nessuno sarà attaccato alla poltrona. Siamo persone di buon senso e credo che si potrà trovare una soluzione, un accordo fra le parti. Come si fa in tutte le aziende del resto. Trovo anche legittimo che l’amministrazione comunale pensi di inserire persone di sua fiducia, ma noi abbiamo un contratto”. Poi gli orizzonti finanziari: “In questi giorni stiamo facendo delle previsioni sul prossimo annom con dei risparmi sul trasporto che attueremo a brevissimo ci potrebbe essere un negativo di circa 500 mila euro. Credo però che negli anni a venire, con il sostegno del socio unico, la situazione economica possa tornare in equilibrio senza grossi patemi.
Farmacie stazionarie. Capitolo farmacie. “C’è un risultato negativo rispetto al budget iniziale – ammette l’amministratore delegato – ma anche un incremento del fatturato complessivo. Quella della Calamatta ha leggermente diminuito il fatturato, a Cisterna Faro invece è in aumento e anche la tanto vituperata farmacia della stazione segnala un dato in positivo. Bisognerebbe però fare delle valutazioni, se davvero il Comune ha necessità di tenere in piedi così tante farmacie comunali in un territorio di 60 mila abitanti. Ci sono dei fattori in negativo che incidono come i vincoli che una farmacia comunale deve considerare rispetto ad una privata. Mi riferisco per esempio agli straordinari. Aspetti che fanno perdere di competitività. La concessione ai privati? Si, è un’opzione possibile, a patto che venga mantenuta la valenza sociale”.