Csp, il piano industriale di Carbone al vaglio del Pincio

Novità su trasporto pubblici, esternalizzazioni e raccolta rifiuti. Poi un'indiscrezione: la Bagnoli avrebbe votato contro il piano

E’ stato inviato da una decina di giorni il piano industriale di Csp, redatto dal presidente Antonio Carbone. La palla ora passa al Comune di Civitavecchia e al sindaco Ernesto Tedesco che dovranno dare l’ok oppure aprire un ulteriore confronto su modifiche da apportare. Ma cosa propone il numero uno della partecipata per provare a rimettere in carreggiata una società in grave crisi? Bocche cucite, almeno ufficialmente, sul da farsi, anche se qualche elemento a livello di indiscrezione emerge lo stesso. Ad esempio, si starebbe pensando di aumentare il prezzo del biglietto dei bus per il trasporto pubblico. Una mossa che evidentemente serve per rimpinguare le casse della municipalizzata, che ha già perso una cinquantina di lavoratori, gli interinali, per un risparmio che si aggirerebbe intorno al milione e duecento mila euro all’anno (secondo fonti del Pincio). Per ciò che riguarda il passaggio dal porta a porta alla raccolta stradale, tutto confermato, ma la novità è che le zone potrebbero diventare almeno tre, invece che due. Un’altra nuova rispetto agli indirizzi politici sarebbe rappresentata dalla non esternalizzazione delle farmacie comunali. Tutto aperto invece per ciò che riguarda le eventuali privatizzazioni di verde pubblico e cimiteri, dove la maggioranza di centrodestra è abbastanza spaccata. In attesa che il Comune dia il semaforo verde al piano di risanamento della società, si registra un’altra indiscrezione curiosa. Sembrerebbe che il consigliere di amministrazione di Csp, Valentina Sanfelice di Bagnoli, non abbia votato a favore del piano prodotto dal presidente Carbone (il Cda è composto da soli due membri). Una mossa a sorpresa, che certificherebbe una situazione di incertezze all’interno della società.