“Con la presente, proclamano le prime forme di mobilitazione nei confronti della Società Port Mobility che, lo scorso 10 gennaio, ha aperto una procedura di licenziamento collettivo ai sensi della Legge n. 223 del 1991, dichiarando un esubero di n. 26 persone. Quanto sopra si rende inevitabile in quanto la Società Port Mobility, durante le varie riunioni tenutesi in sede aziendale nei mesi passati, aveva spesso verbalmente fatto presente di dover ricorrere ad una riorganizzazione aziendale per il prossimo futuro anche a seguito della crisi causata dalla pandemia Covid – 19, senza pur tuttavia affrontare mai concretamente con le Scriventi, documenti e dati oggettivi alla mano, alcuna misura alternativa nella normale sede di negoziazione sindacale aziendale. E ciò nonostante queste OO.SS. si siano sempre mostrate aperte e dialoganti nel concertare soluzioni condivise dinanzi le difficoltà del periodo che, oltre alla Società, hanno duramente messo alla prova i salari dei lavoratori per via del ricorso massiccio agli Ammortizzatori Sociali e a causa della sospensione unilaterale della contrattazione integrativa già operata dalla stessa Port Mobility nei mesi scorsi. Pertanto, pur avendo cognizione delle difficoltà della Società così come per tutte le altre imprese operanti nel Porto di Civitavecchia, mai ci saremmo aspettati l’intenzione di procedere con dei licenziamenti senza prima aver avuto un confronto preliminare e, soprattutto, senza prima aver provato a ragionare su strumenti alternativi di riorganizzazione aziendale o, ancora, senza avere neanche valutato la possibilità di ricorrere ulteriormente agli Ammortizzatori Sociali nonostante ci si trovi ancora in uno stato di emergenza. A ciò si aggiunga il fatto che durante i primi due incontri di Esame congiunto, come da normativa, tenutisi rispettivamente in data 19 e 27 gennaio u.s., dinanzi la richiesta e la disponibilità piena delle Scriventi di sedersi ad un tavolo per ragionare di azioni mirate a salvaguardare la Società attraverso il ricorso a tutte le misure idonee a contemperare gli interessi aziendali e la salvaguardia occupazionale di tutti i lavoratori, magari attraverso idonei processi di riqualificazione professionale, la Port Mobility ha confermato l’intenzione di procedere nella dichiarazione degli esuberi senza minimamente valutare percorsi alternativi di confronto e, soprattutto il ricorso agli Ammortizzatori Sociali che di norma vengono utilizzati proprio nei casi di crisi aziendale. Questa cosa è inaccettabile anche per via del fatto che, durante gli incontri di cui sopra, queste OO.SS. hanno appreso che la Società, che svolge servizi di interesse generale nel Porto di Civitavecchia sulla base di una concessione in essere con l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, non ha ancora ricevuto da parte di quest’ultima il Piano dei Servizi che ne regola le attività; eppure, senza conoscere ancora i livelli dei servizi da svolgere, la Port Mobility ha ugualmente dichiarato n. 26 esuberi di personale, per questo motivo abbiamo richiesto, e siamo ancora in attesa dei dati, il costo analitico e non aggregato del personale, il valore della produzione settore per settore così come individuati dalla Società, oltre alle eventuali consulenze. Giova poi ricordare che le motivazioni addotte dalla Port Mobility alla base di detta procedura sarebbero riconducibili al cambiamento del sistema di remunerazione dei servizi che, nel corso dell’annualità 2019, è passato da un minimo garantito forfettario al cosiddetto sistema del “chi usa paga” che, tuttavia, è giuridicamente ritenuto più corretto quando si parla di una concessione a differenza di un appalto e che, oltretutto, nel 2019 (anno di introduzione della modifica tariffaria) ha portato la società a fatturare addirittura di più dell’anno precedente in cui vigeva il vecchio sistema remunerativo. Ci risulta quindi di difficile comprensione l’apertura di una simile procedura e le proporzioni della stessa, giacché la pandemia non l’hanno certa voluta i lavoratori sui quali, però, ad oggi sembrano unicamente ricadere le difficoltà aziendali ed il cosiddetto rischio di impresa che una volta ripartiti i traffici e tornati sui livelli degli anni precedenti sicuramente consentiranno alla Società di riposizionarsi sul mercato. A tal proposito si rappresenta che ogni anno, di prassi, la Port Mobility deve comunque ricorrere a personale aggiuntivo durante il periodo della cosiddetta stagionalità estiva in quanto, con il personale in forza, non si riescono a coprire i servizi da rendere nel Porto di Civitavecchia. Per quanto sopra, pertanto, le scriventi oo.ss. proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale dipendente dalla società Port mobility, il blocco delle flessibilità e le prime 3 (tre) azioni di sciopero nei giorni venerdì 11 febbraio 2022, martedì 15 febbraio 2022 e venerdì 18 febbraio 2022, con la seguente articolazione oraria in tutte e 3 (tre) le giornate: dalle ore 14.00 alle ore 22.00. Si precisa che lo sciopero sarà effettuato garantendo i servizi costituzionalmente garantiti, secondo le modalità stabilite dall’art 49 del CCNL dei lavoratori dei Porti. Queste OO.SS. ritengono che il tessuto produttivo e industriale di Civitavecchia ed il Porto di Civitavecchia stesso da sempre gravati da una crisi occupazionale, soprattutto giovanile, maggiore rispetto ad altri territori della Regione Lazio in rapporto alle proprie potenzialità, non possano assolutamente permettersi che 26 lavoratori e altrettante famiglie si trovino a perdere il posto di lavoro e, pertanto, si attiveranno con tutte le Istituzioni locali e regionali per sensibilizzare la questione e trovare soluzioni condivise alternative ai licenziamenti, attivando fin da questo momento una mobilitazione permanente in tutte le sedi oltre che iniziative a livello mediatico e sociale contro l’espressione più chiara di una arroganza inaccettabile, che deve essere bloccata prima che si possa diffondere e diventare un “modello” di politica industriale. Si richiede il ritiro della procedura e dell’intenzione di ricorrere a licenziamenti per la dignità e qualità del lavoro, per la tutela del tessuto industriale nel Porto di Civitavecchia, per un sistema economico basato non solo sul mero profitto ma anche e soprattutto sui diritti, la legalità e il rispetto della persona, contro il malcostume di scaricare semplicisticamente sull’anello più debole della filiera le difficoltà imprenditoriali”. Filt-cgil Fit-cisl Uiltrasporti Ugl mare e Porti.
Crisi Port Mobility, i sindacati proclamano tre giorni di sciopero del personale
Nei giorni venerdì 11 febbraio 2022, martedì 15 febbraio 2022 e venerdì 18 febbraio