Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Appalti&ribassi (a)Mari. Magliani e la chiarezza all’Infernaccio. Palagalli, quello che l’efficientamento

Nuovo editoriale del noto giornalista, politica, ambiente e impiantistica sportiva nel menù della domenica

APPALTI & RIBASSI (A)MARI – Dev’essere la moda del momento quella delle gare che finiscono inevitabilmente nell’occhio del ciclone e che paradossalmente godono financo di ribassi “rasoterra”. Che poi, a pensarci bene, di paradossale c’è poco o addirittura niente se è vero, che da qualche tempo a questa parte si sta ripetendo una sorta di “copia incolla” per quanto concerne: 1) la partecipazione di una sola ditta; 2) gli “sconti” inconcepibili e capaci di far ridere pure i polli; 3) il ritiro strategico di concorrenti dalla competizione. Eh sì, forse ci troviamo nel bel mezzo di un “biscotto” studiato nei minimi particolari da chi ha esperienza da vendere in materia di “concorsi” (specializzazione doc al mille per cento ? bah !). E’ ancora fresco il ricordo della “sfida” mai avvenuta (dieci + dieci le aziende disposte a partecipare e magicamente, all’atto pratico, ridottesi al miserrimo numero di una + una ) ai fini dell’assegnazione dei due lavori per la sistemazione delle strade. Anche stavolta (interventi alla scuola “Calamatta” per un importo di quattrocentomila euro) “corsa”solitaria di un’azienda e vittoria ovviamente a braccia alzate con una diminuzione sull’importo dell’8% (proprio uno sforzo titanico…). E more solito (Fatalità? Non scherziamo, stracollaudata consuetudine ) nessun invito per le imprese locali (devono essere considerate proprio scrause !!!) e viceversa per sette di Roma e per una a testa di Guidonia, Fiumicino e Cassino. Insomma una situazione quanto meno singolare, ma quel che maggiormente salta agli occhi, e in un certo senso fa rabbrividire, è che nella nostra città non esiste uno straccio di impresa che sia in grado di partecipare ad un bando, specie se indetto dal Pincio. Incredibile ? No, credibilissimo visto che la ripetizione degli eventi (vabbè chiamiamoli pure così ) sta martellando il cervello dei benpensanti che non possono e non vogliono più credere che sia pura e semplice combinazione. E questo malgrado il tentativo dell’esponente azzurra, Emanuela Mari che, nel corso di una trasmissione televisiva autogestita, dagli schermi di Trc ha annunciato “non mi appassiona la materia degli appalti , io sono semplicemente membra della giunta esecutiva di Confservizi, cui il Comune di Civitavecchia ha aderito nel 1997. E mi viene da sorridere quando leggo di commistioni senz’altro non esistenti o di critiche politiche. Per quel che concerne gli appalti sulle strade, non conosco nessuna delle venti ditte partecipanti (ma non è curioso che diciotto hanno calzato gli stivali delle sette leghe e se la sono data a gambe levate ? – ndr -). Vedremo se ci sarà qualcuno che ha avuto rapporti con le stesse. Io assolutamente no”. Ottima e abbondante tale dichiarazione, si potrebbe dire. Già, un particolare però è stato omesso. Ovvero: l a citata Confservizi di fatto è diventata la stazione appaltante del Pincio nel 2019 su delibera (guarda un po’ !) dell’allora assessore ai Lavori Pubblici, Roberto D’Ottavio e la Mari ne è la sola ed unica rappresentante del Comune a seguito della delega assegnatale dal sindaco Tedesco. E anche questo procedimento (la delega – ndr -) è avvolto da una fitta coltre di mistero perché non pochi rappresentanti dell’attuale maggioranza, interpellati, hanno dichiarato di non averne mai saputo nulla. E non basta: si entra nella giunta di Confservizi solo per elezione e quando questa sia avvenuta non è dato sapere (uahahahah!!!). Dunque non sono solo i recenti appalti a destare perplessità. Stando a quel che si è appreso, ad appannare la situazione ci ha pensato (non rendendosene conto ? Può darsi) pure la Mari che, a questo punto, dovrà necessariamente prenotare un’altra trasmissione per raccontare con maggiore precisione la “storia” di Confservizi e per riaffermare con assoluta precisione il ruolo che è chiamata a svolgere “in qualità di sola e unica rappresentante pinciota ” all’interno di un organo così rilevante da risultare “la stazione appaltante del Comune”. Nessuno è stato mai assalito da qualsivoglia dubbio sul comportamento della forzista e men che meno di insinuarlo. Non si capisce pertanto dove voglia andar a parare quando prima afferma “non conosco nessuna delle ditte partecipanti” e poi aggiunge in maniera sibillina e manco poco “vedremo se ci sarà qualcuno che ha avuto rapporti con le stesse”. A tal riguardo chi sarebbe ‘sto “qualcuno” ? Vogliamo fare chiarezza, presidente del Consiglio Comunale ? Oppure dobbiamo pensare che sia incorsa in un autogol con un intervento tanto azzardato quanto imbarazzante ? Nel frattempo occorre ribadire che le strombazzatissime gare (due) per rifacimento del manto e messa in sicurezza delle strade si dovranno rifare: lo ha deciso il “numero uno” dei LL.PP: Sandro De Paolis e pertanto bisognerà attendere tempi migliori (e procedimenti meno opachi) perché i lavori prendano il via. Con la speranza, facendo il verso a Vasco R ossi che finalmente si vada al massimo. Della trasparenza e non al minimo del ribasso. Amen !

MAGLIANI: “CHIAREZZA SULL’INFERNACCIO” – All’assessore all’ambiente la famosa “macchia” deve stare particolarmente a cuore. Sottoposta al tradizionale “maquillage” stagionale, è finita sotto la sua lente d’ingrandimento perché intende, giustamente e autorevolmente, “conoscere se le prescrizioni circa le modalità di esecuzione dei lavori impartite dall’Università Agraria siano state rispettate o no”. E , dimostrando di non voler trascurare neppure il più piccolo dettaglio e quindi di esercitare in maniera sontuosa ed ammirevole il ruolo che ricopre, rimarca: “Ritengo doveroso verificare attentamente che non vi sia stato danno all’ambiente ed ho perciò chiesto alla Regione Lazio di essere informato. Vorrei avere dei riscontri circa la regolarità delle operazioni effettuate nell’ambito dell’intero piano di gestione e assestamento forestale, ma soprattutto che vi sia corrispondenza fra quanto autorizzato e quanto effettivamente realizzato. Infine mi preme sapere se nei lavori siano rimasti coinvolti beni archeologici”. Intervento eccellente, da vero responsabile di un settore da proteggere senza distrazioni e con spiccatissimo senso di responsabilità: standing ovation, dunque, per Magliani. Che evidentemente di fronte ad una situazione importantissima come quella dell’Infernaccio s’è scoperto ambientalista purissimo, addirittura a ventiquattro carati. Benissimo, il piacere è enorme. Deve trattarsi difatti di un’autentica folgorazione. E, se tanto dà tanto, potremmo allora ritrovarci con un Magliani capace (e convinto) di assumere una posizione irremovibile sui progetti di riconversione a gas delle centrali di Enel e Tirreno Power ? E’ fondamentale averne contezza dato che in qualità di assessore all’ambiente irragionevolmente non ha sentito il bisogno di commentare l’intervista rilasciata dal top manager Tamburi al giornalista Pierluigi Cascianelli de Il Messaggero? il suo silenzio assordante significa forse che ritiene indispensabile ancora il ricorso a fonti fossili dopo l’abbandono del carbone dal 2025 ? Elementare Watson, pardon Manuel: se tace significa che acconsente alle affermazioni del Direttore dell’Ente Elettrico? Eppoi: i cittadini potrebbero altresì avere il piacere di sentire qualche sua melodiosa parola riguardo al megaimpianto di pescicoltura che si vorrebbe “piazzare” alla Frasca ? Non si tratta di un ulteriore argomento importante ? Possibile che non trovi proprio nulla da dire ? E infine: assessore Magliani, il “caso” Tosini le ha destato stupore o totale indifferenza ? Pure qui nessun commento ? Vabbè, tutto chiaro: vuoi mettere l’importanza della macchia dell’Infernaccio (peraltro patrimonio dal valore inestimabile da tutelare, ci mancherebbe) con bazzecole quali centrali a gas, pescicoltura e inchiesta su un alto dirigente della Pisana le cui decisioni hanno sovente interessato il territorio civitavecchiese ?

PALAGALLI, QUELLO CHE L’EFFICIENTAMENTO… – … energetico lo considera fondamentale per far tornare a brillare il “tempio” degli sport acquatici e che tralascia puntualmente di parlare delle evidenti ed enormi problematiche, che giorno dopo giorno lo stanno disgregando (a causa di gravissime inadeguatezze riguardanti vetrate, spogliatoi, impianti igienici e vasca ), se non affrontate con sollecitudine, a detta di fior di tecnici. Ma evidentemente (e colpevolmente ), il cosiddetto “efficientamento energetico” deve sicuramente rappresentare qualcosa di estremamente “irresistibile” per il delegato allo sport Matteo Iacomelli, se è vero che quando ne argomenta i suoi occhi s’lluminano d’immenso e la voce si spezza per l’emozione. Evidentemente lo ritiene la panacea di tutti i mali dell’impianto (l’installazione dei pannelli solari va benissimo, tuttavia, rispetto alle gigantesche carenze esistenti in varie nevralgiche zone interne, è la più remota delle preoccupazioni), e – visto che i continui interventi che ci permettiamo di azzardare in questa modestissima e sicuramente poco (anzi niente) considerata rubrica non sortiscono alcun effetto – il cosiddetto (e scombiccheratissimo) “esercito della salvezza”, che non sta salvando nulla, continui pure a procedere all’insegna dell’indolenza (che sconfina perfino nel menefreghismo) ma, sia ben chiaro, nessuno invochi languide (ed ipocrite) scuse qualora si arrivasse all’irrimediabile disfacimento del PalaGalli (si accenda il semaforo verde agli scongiuri epperò le relazioni degli esperti sono lì senza che inspiegabilmente i signori di Palazzo del Pincio ne tengano conto). PS – Al delegato Iacomelli va comunque dato atto di avere brillantemente risolto il problema dei “Nuotatori”, cui è stato concesso di usufruire dello Stadio del Nuoto per una seduta di allenamenti ogni sette giorni. Al riguardo l’esponente di Forza Italia ha commentato: “Sono felice che sia stata trovata la soluzione desiderata dalla società dei master. Devo ad ogni modo affermare che prima non era stato possibile trovare spazi non per l’indisponibilità del gestore della piscina, bensì per questioni legate alla sostenibilità dei costi, dato che con le mancate entrate del settore commerciale bisogna prestare massima attenzione”. Ecco, quest’ultimo passaggio incuriosisce alquanto e induce a rivolgere obbligatoriamente al delegato una domandina: quali e quante sono le spese che quotidianamente (o mensilmente) è chiamato a sostenere il Comitato che guida il Palagalli, senza peraltro aver partecipato ad un regolare bando ? In attesa di una risposta (se si avrà il piacere di riceverla), auguriamo all’aitante Iacomelli il meglio del meglio e proficuo lavoro !