Era stato detto e alla fine si farà. È fissata per il prossimo 5 dicembre l’annunciata manifestazione dei metalmeccanici al Ministero per lo Sviluppo Economico. La mobilitazione arriva al termine di un’estate e di un autunno di presidi, scioperi, richieste di incontro e chiarimenti in merito al futuro impegno di Enel sul territorio, cui è seguito il silenzio più assordante, sia da parte del colosso energetico, sia da parte delle istituzioni sovraordinate. Posto che la pozione di apparente contrarietà alla riconversione a gas di Tvn espressa dal comune di Civitavecchia — con annesse dichiarate garanzie — è tutta da verificare alla prova dei fatti e mai come in queste ore è avvolta dalla più totale ambiguità, resta il fatto che la sola riconversione a gas della centrale di Torre Nord si abbatterà sui lavoratori come una scure. In realtà, a rigore, la scure ha già iniziato a mietere le sue vittime, dal momento che il piano di ridimensionamento del personale Enel è previsto già per l’attuale centrale a carbone e che metà dei metalmeccanici di Civitavecchia è in cassa integrazione. I metalmeccanici contestano il gas in quanto “fonte fossile”. A questo aggiungono il fatto che “azzererebbe i posti di lavoro tra nell’indotto, che passerebbero dagli attuali 460 ad appena qualche decina, altra disoccupazione quindi che si aggiungerebbe a tutti gli altri posti di lavoro persi negli ultimi anni. La trasformazione energetica di Torrevaldaliga — si legge ancora nella nota stampa di questo pomeriggio — deve poter garantire il futuro a centinaia di lavoratori e la prospettiva di un intero territorio”. Trasformazione che, è bene ricordarlo, in termini concreti significa la costruzione accanto a quella attuale di un’altra centrale a gas, con il terzo gruppo della centrale a carbone che verrà impiegato per la turbina che chiuderà il ciclo combinato del nuovo impianto. I metalmeccanici sottolineano inoltre che “la riconversione deve essere un processo condiviso e sostenibile per l’occupazione e per l’ambiente, un progetto alternativo per Civitavecchia, che non lasci per strada nessuno e che dia prospettive di sviluppo anche alla città”. Insomma, un avanzamento non di poco conto rispetto alla piattaforma elaborata ai tempi della riconversione a carbone di Torre Nord, dal momento che si cerca con estremo coraggio di superare la dicotomia occupazione da un lato, ambiente dall’altro. Una dicotomia mai veramente affrontata ed elaborata da una classe politica locale che mostra oggi ancora una volta tutti i suoi limiti. L’appuntamento con la manifestazione dei metalmeccanici, quindi, è fissato per le ore 9 di giovedì 5 dicembre, al Mise, in via Molise 2. Si finisce alle 13. Nel frattempo la Fiom Cgil e la Uilm Uil di Civitavecchia e Viterbo hanno proclamato uno sciopero di otto ore così articolato: per la notte tra il 4 e il 5 dicembre (intero turno), la mattina del 5 (intero turno) e il pomeriggio del 5 (intero turno). È prevista l’organizzazione di bus per raggiungere il luogo del presidio.
Centrale a gas, metalmeccanici al Mise il 5 dicembre
Manifestazione al Ministero e otto ore di sciopero. Le richieste: garanzie occupazionali e ambientali