I RUMORS non la smettono di tambureggiare ossessivamente e di giurare che c’è baruffa in quel che rimane della coalizione centrodestrorsa alla guida la città. Sostengono che si stia verificando un palese conflitto di interesse partitico così evidente da non essere più sopportabile. A determinarlo sarebbe (ci concediamo il beneficio del dubbio a differenza dei suddetti rumors che invece trasudano sicurezza a prova di bomba) l’assessore ai Lavori Pubblici, SANDRO DE PAOLIS, genialmente raffigurato “forzista in casa, leghista in trasferta” (Civonline, 16 giugno 2021 – ndr -), la cui doppiezza consisterebbe nel fatto (mica esiguo) che a Civitavecchia indossa la maglia azzurra di Forza Italia mentre alla Pisana si trova distaccato come dipendente presso la segreteria del vice presidente del Consiglio Regionale, Pino Cangemi, che della Lega è un punto cardinale. Insomma una situazione davvero singolare e al tempo stesso inaccettabile per i berluscones. I quali dapprima si sarebbero limitati a mostrare saltuari sprazzi di malumore poi, successivamente (e i rumors al riguardo sono più che certi), avrebbero dato in escandescenze al punto di intimare al sindaco di togliere i galloni di assessore a De Paolis. Dunque se fosse, ci troveremmo di fronte ad un avvenimento iperclamoroso, in grado di far esplodere uno tsunami nella maggioranza. Ma chi sarebbe l’aspirante titolare dei LLPP per gli azzurri ? Stando sempre ai super informati un ex politico di razza, conosciutissimo, non più in attività e comunque tenuto in smisurata considerazione dal management di Forza Italia con D’Ottavio in testa. Il nome non è stato svelato epperò il prescelto avrebbe risposto “no grazie, il mio tempo è scaduto da un pezzo”. A prescindere da ciò, resterebbe tuttavia incontrovertibile il fatto che tra i notabili nostrani di FORZA ITALIA (che pretenderebbero pure che la scelta del direttore generale di CSP ottenesse il loro gradimento – ndr -) e SANDRO DE PAOLIS non corra buon sangue. Vabbè, diamoci un taglio: se la situazione avesse i “connotati” descritti, come finirà? Chi muore dalla voglia di scoprirlo, faccia un fischio a Tedesco. Che qualora si trovasse realmente in mano una patata bollente del genere di sicuro non lo sentirebbe e, dopo una violenta testata al muro e un urlo “tarzanesco” <MA CHI ME L’HA FATTO FARE DI DIVENTARE SINDACO ?>, scapperebbe a rotta di collo dal suo ufficio e pregherebbe di diventare magicamente invisibile.
LA SAPETE quest’altra ? Risposta negativa ? Vabbè, non possiamo certamente torturarvi e la ragione, semplicisissima, è che neppure noi possiamo trasferirvela con assoluta certezza. Ma, vi starete chiedendo, qual è l’argomento ? Pronti: il varo dell’OSSERVATORIO AMBIENTALE. Che, come ben possiate immaginare, rappresenta uno strumento importantissimo sia per la nostra città che per l’intero territorio ovvero per centri quali Santa Marinella, Santa Severa, Tolfa, Allumiere e Tarquinia, parimenti soggetti (ahiloro) agli “umori” dei combustibili fossili. Ebbene, per tornare al tema principale (l’Osservatorio), sembrerebbe (il condizionale è d’obbligo ma i bene informati scommettono che non ce ne sia bisogno) che il sindaco Tedesco, in qualità di responsabile del Comune più importante e quindi capofila con diritto di scegliere a chi affidare la conduzione della struttura incaricata a monitorare quotidianamente la qualità dell’aria, abbia già in mente(e in commissione la conferma è scoccata puntualissima) di assegnarla ad un personaggio, che non è esattamente un carneade. Non si tratterebbe però, come logica vorrebbe, di uno scienziato o di un super esperto del settore specifico (e delicato per lo smisurato interesse che riveste) dell’inquinamento atmosferico. Niente affatto. In pole position si troverebbe IVANO IACOMELLI, manager di indubbie capacità nel campo dei supermercati e sportivo di razza con l’hobby dell’assunzione di cariche dirigenziali se è vero che ha legato il suo nome a numerose stagioni sia in campo calcistico (all’interno del club nerazzurro) che in quello pallanuotistico (al vertice della società rossoceleste). Sconosciute, invece, le sue competenze in campo ambientale, epperò l’incoronazione (data per sicura al mille per cento dalle immancabili, e infallibili veggenti, gole profonde di Palazzo del Pincio) non rappresenterebbe una sorpresissima. E questo perché il caleidoscopico (eccezionale la sua capacità di stupire con l’avvicendamento di colori, politici ovviamente) Ivano Iacomelli, dopo aver spalleggiato per lunghissimo tempo il sindaco pidino, prima di Civitavecchia e oggigiorno di Santa Marinella, Tidei, dalla scorsa campagna elettorale del 2019 ha sposato la causa del centrodestra e svolto un ruolo di rilievo al fianco della lista “Polo Democratico-Lista Tedesco” (struttura portante , e dal peso specifico ragguardevole, dell’attuale striminzita maggioranza soprattutto in ambito ambiental-energetico. Con l’assessore Manuel Magliani, la delegata all’Enel Barbara La Rosa ed ora lui il completamento di un perfetto triangolo equilatero sarebbe servito!) contribuendo in maniera sostanziosa al successo dell’avvocato. Dunque un Osservatorio Ambientale che si avvarrebbe di una guida certamente “sbalorditiva” ancorchè agevolata dal sostegno determinante del Primo Cittadino “pinciota” (si sussurra in base ad accordi talmente solenni da non poter essere assolutamente traditi per non incorrere in devastanti conseguenze) e dello stesso “Pietro Il Magnifico” col quale i rapporti non si sono mai deteriorati).
“BISOGNA evitare che si creino conflittualità tra gli spazi all’esterno dei locali e il passaggio dei pedoni e dei mezzi a PIAZZA FRATTI ”. Eh sì, non si può fare a meno di dar ragione ai pidini (Marina De Angelis, Marco Di Gennaro, Marco Piendibene e Patrizio Scilipoti) e al dottor Carlo Tarantino, che hanno fotografato nitidamente l’incredibile, e per troppi versi inaccettabile, situazione esistente non solo nel luogo indicato, ma financo nelle attigue VIE CADORNA e TOTI. Dove il più delle volte il transito automobilistico (nella seconda) e il normale (e naturale) passaggio a piedi (nella prima) si rivelano imprese per nulla agevoli, specie per le persone più anziane e peggio ancora, purtroppo, per chiunque si imbatta in tratti così angusti da trasformarsi in barriere che non permettono la completa mobilità. “A seguito della pandemia – evidenziano i consiglieri comunali – tra le altre urgenze è stato necessario ragionare con buon senso per compensare le limitazioni imposte al settore della ristorazione negli spazi al chiuso. I locali, compatibilmente con la disponibilità di aree esterne, hanno potuto ospitare i clienti all’aperto ben oltre i limiti delle proprie installazioni esterne, giovandosi del clima favorevole di cui tradizionalmente gode la nostra città”. Il punto cruciale dell’intervento consiste tuttavia nel sottolineare che “per equità di queste disposizioni straordinarie dovremmo tutti impegnarci per prevenire qualsiasi possibile condizione di contrasto, che potrebbe sorgere tra chi – magari avvalendosi surrettiziamente di una deroga che va a favore del commercio e sulla quale c’è stato l’unanime accordo in Consiglio Comunale – pensasse di poter disporre degli spazi esterni al proprio locale senza alcuna limitazione né rispetto per gli abitanti della zona e neppure per le elementari norme che regolano la sicurezza del transito delle persone e dei veicoli di soccorso”. E per finire, una stoccata che dovrebbe indurre L’ASSESSORE competente, col supporto della POLIZIA MUNICIPALE, a verificare ,(e gli esponenti del Pd e Tarantino lo rimarcano in grassetto, “se alla luce della recente approvazione del regolamento comunale sulle strutture esterne, sia consentito mantenerle chiuse e dunque assimilabili a tutti gli effetti a dehors, quando proprio il regolamento in vigore consente la deroga all’adeguamento dei nuovi standard solo per chi si trovi nella condizione di essere già in linea con l’ordinamento precedente”. Intervento chiaro come la luce, dunque.Che non può non spingere gli addetti al controllo ad appurare che non vi siano trasgressioni e meno che mai abusi in Piazza Fratti e dintorni (che non sono stati tirati in ballo certamente a capocchia…), ripetutamente al centro di accese polemiche. Che non sarebbero certamente divampate se si fosse stabilito da subito che ogni locale non avesse ombre su cui eccepire o viceversa dovesse essere sanzionato duramente. Allora, è arrivato il momento per capire e far capire se tutto va bene oppure no?
RIQUALIFICAZIONE della FRASCA, ci siamo ? Parrebbe proprio, dato che è al centro della discussione in Commissione Urbanistica (e l’assessore Roscioni ebbe già ad anticiparlo nel corso di una trasmissione televisiva di Trc) il progetto presentato dall’Autorità di Sistema Portuale, presieduta dal dottor Pino Musolino, sui tre chilometri di costa, che interessano importantissimi ritrovamenti archeologici e monumentali. Non resta, ora, che attendere l’acquisizione della variante “a verde speciale”, la quale consentirà, oltre all’istituzione di un parco naturale, la fruibilità per ogni attività tradizionale legata a quel tratto di litorale, che è un fiore di incomparabile bellezza (e rarità !) all’occhiello dei civitavecchiesi. Affermano difatti gli esponenti del gruppo consiliare del Pd che “il diporto, gli sport legati al mare e la semplice balneazione saranno consentiti e in più la Frasca avrà l’eccezionale opportunità di diventare una stupenda meta per coloro, compresi anche e soprattutto gli studenti degli istituti scolastici della città e del comprensorio, che amano gli aspetti storici e appunto archeologici”. Ma quel che tengono maggiormente ad osservare i “lettiani” consiste nel fatto che “non sarà dunque un “santuario” inaccessibile bensì un parco con le dovute regole comportamentali e la cura che ne consegue . E questo dovrà essere definito dal bando successivo all’approvazione della delibera e che potrà fornire posti di lavoro finalmente non legati ad attività penalizzanti l’ambiente. A tal proposito ci auguriamo che la giunta Tedesco tragga da questo ulteriore elemento lo spunto per rimettere in discussione la conferenza dei servizi regionale sulla pescicoltura con gabbie galleggianti proprio nel tratto di mare antistante la Frasca e che occuperebbe circa 150 (centocinquanta) ettari di specchio acqueo”. Già, se ciò avvenisse sarebbe l’ennesima dimostrazione della sudditanza (ma ci auguriamo che l’assessore all’ambiente Manuel Magliani diriga il generale coro di “no” al progetto) nei confronti di imprenditori che, oltre a non contribuire ad una fattiva crescita occupazionale, antepongono la seducente prospettiva del profitto alla tutela di angoli di paradiso. Eventualità, questa, che i pidini non si augurano e colgono l’occasione per “ringraziare il presidente Pino Musolino e tutti coloro che da Molo Vespucci hanno profuso energie e idee, in sinergia con la progettista, architetto Evangelista, per superare i numerosi ostacoli burocratici posti sul percorso amministrativo, finalizzato alla valorizzazione e alla godibilità di una risorsa naturalistica importantissima per la comunità”.
SONO STATE (e chissà quanto ce ne saranno ancora) giornate infuocate quelle trascorse non tanto per il caldo sferzante quanto per la massiccia protesta scatenata dai dipendenti della PAS (Port Authority Security) nel piazzale antistante la sede dell’Adsp. Di cui proprio la società in questione svolge l’attività per la sicurezza sussidiaria del porto e che lamenta la mancanza cronica di un numero sufficiente di guardie per coprire molteplici servizi in questo periodo maggiormente nevralgico per la notevole presenza di passeggeri da e per la Sardegna. E proprio adesso, in coincidenza dell’allentamento (per fortuna !!!) della pandemia lo scalo marittimo registra il… tutto esaurito. Anzitutto nelle ore serali, a seguito degli imbarchi per Cagliari, Barcellona e per Olbia, l’impegno degli addetti della Pas diventa letteralmente infernale, tenendo inoltre in considerazione il servizio da eseguire per la copertura dei varchi, altro punto sensibile perché venga garantita la massima sicurezza. Qual è, dunque, il grido d’allarme rivolto al vertice dell’Autorità di Sistema Portuale ? Risposta secca: la necessità assoluta di effettuare assunzioni affinchè finalmente la pianta organica presenti la piena efficienza, in virtù della quale non scattino turni massacranti, scanditi da ritmi di lavoro talmente insostenibili da rivelarsi estremamente pericolosi per le guardie medesime. La risposta però dell’Adsp, che a detta del presidente Pino Musolino non gode di ottima salute (economica) , non ha davvero aperto le porte all’ottimismo essendo stato ribadito: 1) il numero attuale dei dipendenti è sufficiente per coprire i servizi di competenza della Pas; 2) è vietatissimo parlare di assunzioni. Insomma al momento si registra un dialogo tra sordi. E il malumore , essenzialmente, tra gli uomini della Port Security (che rischiano pure di vedersi ridurre le giornate di ferie in barba al CCNL di categoria) cresce a dismisura. E non sono mancate durissime reazioni , da parte dei partecipanti al sit in tenutosi a Molo Vespucci, nei confronti del numero uno dell’Autorità Portuale, al quale è stato ricordato che “senza lo scandalo degli stipendi d’oro di dirigenti e impiegati dell’Ap (peraltro “denunciati” da Musolino appena pochi giorni dopo il suo insediamento al posto dell’ex Di Majo – ndr -) le indispensabili assunzioni non sarebbero un sogno proibito”. Altri interventi al vetriolo, e infarciti di forte preoccupazione, hanno invece fatto echeggiare “il pericolo che la precaria situazione in atto sarebbe voluta per spianare la strada che porta alla privatizzazione della Pas”.
LA STORIA SI RIPETE: la striminzita maggioranza “tedeschiana”, perché una delibera di suo “intimo” interesse vada in porto, ha bisogno dell’ormai indispensabile stampella per reggersi in piedi. Stampella non inedita: sanno difatti benissimo perfino i bambini che trattasi di Petrelli. Il quale (e potete leggere in questo stesso giornale uno straordinario articolo del direttore Pierluigi Cascianelli completamente “riservato” a tal soggetto che, a dispetto del cavallo di battaglia col quale galoppa ormai da lungo tempo nella vasta prateria elettorale, non fa nell’aula Pucci un buon “uso civico” della mansione che dovrebbe svolgere) anche in occasione del Consiglio Comunale di giovedì scorso non è venuto meno al suo impegno (ma data la puntuale ripetizione è sicuramente meglio chiamarlo obbligo) di garantire il numero legale e consentire così agli attuali governanti di mettere a segno il colpo grosso costituito dalla nomina di Mirko Cerrone a consulente tecnico (deputato cioè a fornire progetti e a dirigere i lavori) del Teatro Traiano. L’incarico per il noto architetto (che ricopre financo il ruolo di coordinatore del Polo Democratico-Lista Tedesco, i cui consiglieri comunali, e supporters da coccolare costi quel che costi, occupano tante di quelle poltrone che per trovarne ancora qualcuna libera non basta esibirsi neppure in salti mortali dal coefficiente di difficoltà altissimo) è stato espressamente richiesto dal Primo Cittadino all’Atcl (Associazione Teatri Comuni Lazio) che ha dato l’okay “senza neppure ricorrere ad una selezione” (ha sibilato il grillino D’Antò – ndr -). Va precisato che Cerrone non riceverà alcuna retribuzione, ma inevitabilmente (e legittimamente) riscuoterebbe il dovuto compenso se il Pincio decidesse di effettuare dei lavori al Traiano, che procederebbero secondo le sue precise indicazioni. E Petrelli ? Come sempre più di sempre s’è rivelato campionissimo di ambiguità. Siede sugli scranni dell’opposizione, eppure non viene mai sfiorato dall’idea di piazzare il bastone tre le ruote della maggioranza. Ed anche in questa occasione la conferma è scattata fulminea: l’intera “truppa” avversaria di Tedesco & C. ha abbandonato l’aula e se Petrelli l’avesse seguita sarebbe saltato il “Cerrone-day”. Invece niente: il rappresentante di “Ripartiamo dai cittadini” (che in realtà alla luce delle sue performances all’aula Pucci dimostra di “Ripartire sempre e comunque da se stesso”) è rimasto incollato al proprio strapuntino pur astenendosi. Ne è seguito (a votazione pro Cerrone avvenuta) uno “scazzo” niente male tra alcuni “oppositori” e Petrelli, che però ha ribattuto di aver voluto col suo gesto palesare il disappunto nei confronti espressamente del Pd, che a livello regionale non si sta adoperando per risolvere l’annoso problema degli usi civici. Giustificazione che sta in piedi ? Sarebbe lungo discuterne, fermo restando in ogni caso che Pietro Tidei durante una intervista in Tv ha affermato con piena cognizione di causa che “regna la più totale ignoranza sullo specifico argomento e che viene affrontato, e ridicolmente propinato, da chi non sa neppure cosa sia” (il riferimento a Petrelli non è parso puramente casuale – ndr -). Insomma il sindaco santamarinellese ha chiaramente gettato un guanto di sfida al consigliere locale, il quale, nell’attesa che accetti il faccia a faccia, non sarebbe male se mantenesse linda e pinta la sua, trasferendosi nella zona privilegiata, riservata alla maggioranza. Fornirebbe finalmente una prova concreta di coerenza (politica).