SETTIMANA movimentata il giusto. Hanno tenuto botta: (1) la questione riguardante le centrali Enel e Tirreno Power; (2) il tavolo di lavoro convocato dal sindaco Tedesco e tenutosi presso la Regione Lazio; (3) l’attacco di Forza Italia agli ex alleati di Fratelli d’Italia; (4) l’appalto di pulizie degli immobili comunali bocciato senza pietà dal Tribunale Amministrativo Regionale. Infine abbiamo allungato lo sguardo su un paio di situazioni di particolare interesse pubblico.
E’ ORA DI CAMBIARE – “Il futuro è nell’eolico e nell’idrogeno”, questo il mantra di Federlazio e Legacoop. E ribadiscono a chiarissime note che “il ripristino dell’investimento di 300 (trecento) milioni di euro per ricorrere alle energie rinnovabili o la costruzione delle “hydrogen valleys, ovvero zone di produzione e consumo di idrogeno verde, consentirebbe di ripensare anche l’intero ciclo di trasporto, rifornimento e stoccaggio dell’area afferente al porto”. “ E’ su questi progetti che bisogna puntare – sostengono – per avere la certezza che si attui una autentica e virtuosa transizione ecologica. Non si otterranno certamente risultati soddisfacenti con il turbogas, individuato come soluzione temporanea in sostituzione del carbone. Oltre tutto non offrirebbe neppure una svolta green in termini puramente ambientali”. In conclusione Federlazio e Legacoop, che incassano il convinto consenso della Fiom Cgil, ribadiscono con ferrea determinazione che “bisogna superare l’idea della riconversione a gas e lavorare invece alla creazione di un’economia equivalente ed alternativa in grado di coniugare sostenibilità ambientale e occupazionale. Possibile essenzialmente con l’utilizzo dell’eolico off shore, dell’idrogeno verde e dell’attuazione del progetto Enel Logistics, che potrebbe risultare un possibile driver di sviluppo”. Voci splendidamente intonate, che si aggiungono ad altre (inutile elencarle: ormai non si contano più) ma che, a quanto pare, Enel e Ministro della Transizione Ecologica non intendono incastonare nell’inno della liberazione della città dalla sottomissione al colosso elettrico, che si protrae da oltre settanta anni. Non è forse un diritto la riappropriazione di uno spicchio di paradiso, che pure l’immenso Dante Alighieri non sarebbe riuscito a trasformare magicamente con sublimi terzine in un mega girone infernale ? Già, il Sommo Poeta non avrebbe infatti mai potuto pensare che esistessero poteri talmente forti da distruggere stupefacenti capolavori naturali di inestimabile valore. Vale ripeterlo, paradisiaci!
LOMBARDI: “IL GAS NON SERVE” – Pregevole l’iniziativa del sindaco Tedesco di convocare un tavolo di lavoro per parlare di sviluppo presente e futuro del nostro territorio. Insieme con il neo assessore regionale alla transizione ecologica, la pentastellata Roberta Lombardi, hanno partecipato all’incontro, che ha offerto spunti interessanti (e pure qualche critica, appieno condivisibile, della “renziana” Marietta Tidei per il mancato coinvolgimento di imprenditori) , Gino De Paolis, Devid Perello, la già citata esponente di Italia Viva, Stefania Pomante (Cgil), Giancarlo Turchetti (Uil), Paolo Sagarriga (Cisl), Roberto Bonomi (Usb), Giuseppe Casafina (Fiom Cgil) e tecnici dell’assessorato al lavoro della Pisana. Di particolare interesse la dichiarazione della Lombardi sul dibbattutissimo argomento sull’uso del gas: “Dimostreremo all’Ente Elettrico che non serve”. E, manco a dirlo, parole così decise sono state salutate con entusiasmo dai pidini che addirittura le hanno considerate “una vittoria per Civitavecchia, per l’intero territorio e per le forze politiche, sindacali e associative, che da subito si sono battute, e continuano a battersi, contro chi sostiene che la decisione del passaggio al gas sia inutile da contrastare. E la sinergia tra Pd e M5S in Regione rappresenta oggi ancor più un elemento sicuramente positivo”. Ebbene sì, l’ottimismo è sempre il benvenuto. Ma se la lotta (figlia di una mobilitazione popolare assolutamente pacifica) non s’intensifica fino a farla diventare martellante per il Governo Centrale, ai macroscopici problemi legati all’ambiente, alla salute pubblica e alla disoccupazione si aggiungerà anche la cocente delusione di seguitare a (soprav)vivere in questa, che illustri concittadini -evidentemente mai assaliti dall’incubo che maestose ciminiere potessero specchiarsi nel nostro (ex) stupendo mare blu – ebbero a definire “bella città d’incanto”.
PARENTI SERPENTI – “Non accettiamo lezioni di correttezza da FdI”. Forza Italia passa all’attacco e bombarda i “meloniani”, ex alleati di maggioranza che non mancano di evidenziare, ora che si trovano sugli scranni dell’opposizione, la scarsa incisività della ridimensionata (numericamente) Tedesco’s band. E, in particolare, facendo pendant con il capogruppo de La Svolta, Fabiana Attig, da Fratelli d’Italia proprio a seguito delle criticità emerse in talune gare d’appalto sono partite delle velenosissime frecciate all’indirizzo dei berluscones. I quali al riguardo hanno risposto in maniera che più criptica non poteva risultare. “Circa la giunta esecutiva di Confservizi Lazio e la presenza della Mari, capiamo che chi fa cosa è materia difficile da comprendere per alcuni”. Francamente resta difficilissimo entrare nel merito di una dichiarazione del genere straordinariamente ermetica (qualcuno, se capace, renda intelligibile quel “capiamo che chi fa cosa” ? C’è da scompisciarsi ? Bè…). Nessuno sospetta che in Confservizi si batta la fiacca epperò la tormentata “storia” delle recenti gare non poteva certamente essere considerata un capolavoro d’efficienza: sarebbe dovuta rimanere avvolta nel silenzio e non reputarla poco nitida ?. Gli azzurri ricordano poi ai agli “italici fratelloni” che “alcune scelte reputate incomprensibili non sono avvenute in loro assenza bensì con l’accordo di chi li rappresentava in Giunta. Quindi non c’è stato nulla di anomalo, altro che “insaputa”: tutto è stato mandato a bando pubblico come da legge e a garanzia di trasparenza. In proposito l’attuale consigliere di FdI, Giancarlo Frascarelli, ha forse cambiato parere? Se è così, ci dica il perché”. Altro punto, il succitato, del “risentimento forzista” che definire oscuro è eufemismo bello e buono. E visto che così elegantemente (sic) non si son celati nome e cognome, i forzisti dicano con chiarezza abbagliante qual è l’eventuale scabroso “caso Frascarelli”, custodito gelosamente nell’armadio dove dobbiamo credere che “sostino” scheletri da tirare fuori all’occorrenza per lo sputtanamento di rito ? Restando comunque a Frascarelli non risulta alcunchè che possa offuscarne un’immagine che al contrario (e il sindaco ripetutamente ha avuto modo di sottolinearlo) s’è ingigantita giorno dopo giorno nel lungo periodo che l’ha visto impegnato, con risultati eccellenti, in qualità di delegato al settore idrico. Tornando al “match” FI vs FdI, il botto finale. Fatto apposta, avendone la potenzialità, per far deflagrare una devastante polemica nel piccolo grande mondo centrodestrorso di casa nostra. “I rappresentanti di FdI – tuonano gli azzurri – sono d’altronde gli stessi che non avevano capito, a loro tempo, che era quanto meno fuori luogo la richiesta, avanzata da un loro consigliere ad un nostro assessore, di incontrare degli imprenditori con una gara aperta. E la stessa cosa si può dire di un presidente di una commissione che voleva svolgere una seduta della stessa su una gara già anch’essa aperta”. Sia chiaro: quanto esposto è ciò che realmente (per filo e per segno) i maggiorenti di Forza Italia hanno ufficializzato in un lungo comunicato pubblicato dai media il 23 aprile scorso. E che, a prescindere dalla tremenda “cazzottata” esplosa fra congiuntivi “in libera uscita” e un italiano simpaticamente (uahahahah!!!) “maccheronico”, si presta a supposizioni piuttosto inquietanti. Sarebbe opportuno oltreché indispensabile, pertanto, chiarire ogni parola e financo ogni virgola, perché se tutto restasse avvolto nel buio di circostanze poco, pochissimo e anzi per niente rassicuranti (traspare con limpidezza assoluta dalle sottolineature forziste) sarebbe l’intera maggioranza a subire un colpo durissimo: vaglielo difatti a spiegare ai cittadini (che l’hanno assecondata col voto) che nelle stanze del potere di Palazzo del Pincio non si celebrerebbe il trionfo della nitidezza degli atti da eseguire.
TOCCA AL CONSIGLIO DI STATO FARE… PULIZIA – Acquisita la sonora bocciatura del Tar, tocca adesso al Consiglio di Stato, cui ha fatto ricorso l’Amministrazione di Palazzo del Pincio e chiesto la sospensiva in via precauzionale, piazzare sotto la lente d’ingrandimento l’appalto di pulizie degli immobili comunali. Nell’attesa della definitiva sentenza, il servizio è stato affidato temporaneamente al “Consorzio Stabile Tedeschi” nonostante quanto stabilito dal Tribunale Amministrativo Regionale. Un’iniziativa motivata dall’emergenza Covid e dalla necessità di sanificare gli edifici nei quali si trovano gli uffici dove ogni giorno operano gli impiegati “pincioti”. Non manca comunque chi sostiene che lo specifico lavoro, che aspetta con ansia la decisione del Consiglio di Stato, tornerà nel frattempo di nuovo nelle… mani di Csp.
QUEI LAVORI DIMENTICATI – Crollo delle mura medievali in via Isonzo, transennamento lineare di una fetta di marciapiede e di un tratto di circa 80 metri (e forse più) della corsia di marcia con notevoli disagi per chi percorre l’importantissima arteria per raggiungere zona nord e sud della città, il porto ed il centro. Inconveniente gravissimo dunque. Accaduto al tramontar del mese di giugno dell’anno del Signore 2019. E, dopo i primi rilievi effettuati dai tecnici comunali, arrivò suadente e melodiosa la voce dell’assessore ai Lavori Pubblici, il quale, esattamente il 24 agosto 2019,con piglio sicuro proclamò: “Entro quindici giorni risolveremo il problema”. Ebbene, se non andiamo errati, a meno che non sia una sòla, il calendario oggi segna 2 maggio 2021. Ovvero ci troviamo a quasi due anni dal crollo. E allora la domanda scatta spontanea: quanti 15 giorni sono passati dal pomposo annuncio di cui sopra ? Ah, dimenticavamo: il titolare dei LLPP di quel tempo era la punta di diamante di Forza Italia, Roberto D’Ottavio. Lo stesso che sempre nel 2019 deliberò che Confservizi diventasse la Stazione Appaltante del Pincio, dalla quale però, proprio in questi ultimi tempi, sono “partite” alcune gare importanti ma (chissà perché ?) mai arrivate a destinazione.
PALAGALLI, QUALE FUTURO ? – Leggendo alcuni articoli sui giornali liguri è parso evidente che qui, dove qualunquismo e pressapochismo non sono illustri sconosciuti, battersi per ottenere qualcosa di positivo e al tempo stesso invitare gli amministratori ad intraprendere percorsi virtuosi , è impresa impossibile. Cosa è successo di tanto strano o meglio di ragguardevole in Liguria ? Presto detto. In tre centri (Sori, Camogli e Chiavari), dove la pallanuoto, disciplina doc, vanta tradizioni sfavillanti, è accaduto che sono state rilevate delle carenze strutturali nelle piscine. E allora ? Semplice: non è stato perso un solo secondo di tempo prezioso, quindi ordinata immediatamente la chiusura totale delle strutture e avviati gli immediati interventi riparatori dei danni. Insomma: una soluzione non solo pragmatica ma al tempo stesso di assoluta responsabilità per almeno due importantissimi motivi. Il primo: non correre il rischio che l’evidente deterioramento delle parti maggiormente colpite peggiorassero fino al punto di rivelarsi irreparabili. Il secondo: per centrare l’obiettivo principale ovvero la salvezza dell’attività dell’intero movimento,a partire dalle squadre giovanili per finire a quelle delle categorie maggiori ( temporaneamente “in trasferta” nei centri limitrofi), la scelta è stata quella di intraprendere prontamente l’opera di risanamento. Insomma: sono state assunte decisioni (ripetiamo immediate) diametralmente opposte a quelle adottate invece dalle parti di Campo dell’Oro dove fa bella mostra di sé, pardon pessima, il PalaGalli per il quale è stato a più riprese (tramite relazioni di super esperti) “diagnosticato” un allarmante stato di fatiscenza, che se trascurato porterà alla sua totale inutilizzabilità. Ma tant’è, quel che sta accadendo si trova sotto gli occhi di tutti: s’è stabilito dagli amministratori di Palazzo del Pincio di riaprire la struttura per consentire l’attività agonistica e di affidarne la gestione (sulla cui legittimità ci sarebbe molto da discutere) ad un Comitato che non può (assolutamente) garantire il nulla circa la “sopravvivenza” della “creatura” dell’ex sindaco Alessio De Sio, se persiste il ritardo degli indispensabili lavori disperatamente richiesti. Altro da aggiungere ? Certo: l’invito al delegato allo sport Matteo Iacomelli di chiedere qualche utile consiglio ai suoi colleghi di Sori, Camogli e Chiavari. Che non hanno avuto bisogno di improbabili espedienti (Il “Comitato” non è altro che una fuga dalla realtà che non procurerà alcunché di utile) per tutelare i propri impianti. Verrà raccolto detto invito ? E’ sperabile. Per accarezzare il sogno che non si sgretoli un preziosissimo e indispensabile bene (il PalaGalli) senza il quale waterpolo e nuoto, che hanno fatto la storia sportiva di Civitavecchia, finirebbero per riempire soltanto qualche pagina ingiallita di un misero libro di ricordi.