Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Seport&degrado, ADSP a Muso(lino) duro. Meno male che Petrelli c’è, per la maggioranza

Nell'editoriale del noto giornalista si parla anche di TVN e del futuro della Centrale

SEPORT & DEGRADO, ADSP A MUSO(LINO) DURO… –Doveva (o poteva, scegliete voi) essere una normalissima domenica di inizio settembre ed invece si è rivelata speciale. Anzi specialissima. In negativo però ed è questa la notizia rilevante che ha fatto agitare le acque dello scalo marittimo. I fatti, nudi e crudi, sono questi. E’ accaduto sette giorni fa e ci ha pensato un cronista navigato come il bravo Maurizio Campogiani a descrivere una situazione poco piacevole. “L’area che circonda il Forte Michelangelo – si legge nel dettagliato resoconto – un tempo splendido biglietto da visita di Civitavecchia è ridotta in condizioni pietose, immersa nel degrado. Rifiuti sparsi dappertutto, cassonetti stracolmi, erbacce, improvvisati bivacchi. Niente a che vedere con l’immagine che forniva in precedenza con un pratino curatissimo e una pulizia invidiabile”. Un quadro deprimente, meritevole di una notazione da cui un giornalista non avrebbe mai potuto sfuggire. Ovvero: “Nel porto continuano a transitare quotidianamente, e soprattutto in questo periodo, migliaia di persone. Non sai di chi possono essere le responsabilità di tal repentino e brusco peggioramento delle sue condizioni di vivibilità, ma la città non può offrire un pessimo biglietto da visita del genere. Assurdo invocare il turismo e poi fornire un’accoglienza simile. Qualcuno sarà comunque “colpevole” e pertanto si metta al lavoro e pure in fretta”. Quindi se ci fosse da ricorrere ad un annuncio non si incontrerebbero grosse difficoltà a far pubblicare a caratteri cubitali un eloquente: “AAA CERCASI RESPONSABILE DELLA RACCOLTA DEI RIFIUTI IN PORTO”. Sicuro, nessuna difficoltà. E difatti, senza attendere che spunti quell’avviso, il presidente dell’Adsp (Autorità di Sistema Portuale), Musolino, ha immediatamente convocato il management della società Seport, concessionaria del servizio di ritiro della “monnezza” e di tutela del verde. E con piglio severo è entrato fulmineamente nel vivo del problema sottolineando che “uno standard di qualità e quantità deve essere assicurato, a prescindere dai tagli ai corrispettivi riconosciuti all’azienda, a seguito dell’ormai arcinota situazione di bilancio ereditata dalle precedenti gestioni dell’Ente. Stiamo applicando quanto previsto nel piano di risanamento, strumento resosi necessario per evitare il default dell’Adsp”. Come inizio niente male, epperò è una quisquilia rispetto al seguito. “Sappiano – affonda il numero uno di Molo Vespucci – personaggi e personaggetti locali che nell’opera di risanamento che stiamo portando avanti per l’Authority, a beneficio della città e del territorio, non saranno certo “rumori di fondo” o “disturbi della banda di frequenza” di vario genere a limitarci, inibirci, intimorirci. Un modus operandi ormai trito e ritrito che, negli anni passati, per alcuni ha portato risultati positivi, ma non è andata allo stesso modo per i porto, la città e il territorio. Ritengo – termina – che sia arrivato il momento di superare una volta per tutte questa fase, non per noi stessi bensì per poter garantire quel futuro positivo cui, con le proprie potenzialità, Civitavecchia ha tutto il diritto di ambire”.( PS) – Parole pesanti come macigni. E obiettivamente c’è da togliersi il cappello (quelli bravi e imbevuti di esterofilia direbbero : chapeau !) davanti al signore “sbarcato” da Venezia, considerato un eccellente esperto di portualità, ancor giovanissimo ma con una solida esperienza per aver trascorso parecchi anni all’estero in ambito marittimo di elevata caratura e dotato di carisma fulminante. Da come ha parlato si evince che del nostro scalo conosca vita, morte e miracoli. Ed essendosi riferito a “personaggi e personaggettilocali (attenzione: l’aggettivo “locali” la dice lunga e sarebbe stato assai libidinoso, oltreché opportuno per non fare di tutta l’erba un fascio, se avesse pronunciato pure i nomi) avvertendoli di non tremare dinanzi a “rumori di fondo” o “disturbi della banda di frequenza” (e pure questo passaggio lascia pensare che nello scalo ha impunemente dilagato lo spadroneggiamento inconsulto), significa che è scaduto il tempo della libertà di saccheggio del capolavoro donato alla nostra città dall’imperatore Traiano nel 108 d.C. Ed infatti il sigillo al suo significativo intervento lo ha apposto così: “Se qualcuno pensasse ancora che come sempre più di sempre non cambierà nulla, si metta l’animo in pace: il modus operandi trito e ritrito che, negli anni passati, solo per alcuni ha portato risultati positivi (guadagni faraonici ? – ndr -) sprofonderà nell’abisso e scomparirà ogni traccia”. Però, mica una carezza anche quest’ultima dichiarazione. E la sottolineatura “solo per alcuni” è davvero un cazzotto nello stomaco degno del Tyson devastante. Quanti si sentono colpiti dalle bordate “musoliniane” ? Dove se ne stanno rintanati ? Sono scappati a gambe levate ? E se sono rimasti impunemente al proprio posto, avranno ancora il coraggio di parlare o sfacciatamente di fare i moralisti ?

E “POTERE AL POPOLO” PURE – Dire che Musolino si sia risparmiato e non abbia sferrato colpi durissimi sarebbe una sciocchezza colossale. Non si può neppure trascurare però la reazione di “PaP” che ha definito le parole del presidente dell’Adsp “un concentrato di arroganza”. Secondo gli esponenti del movimento “Musolino parla del suo piano di risanamento quasi fosse il vangelo a cui nessuno deve osare ad opporsi e in aggiunta, alla stessa stregua delle sventurate uscite di Matteo Renzi, dall’alto della sua poltrona dorata parla di sacrifici per molti, gli stessi che per ora sono tutti sulla pelle dei lavoratori civitavecchiesi”. Di qui in poi, prendendo spunto dal “caso” della Seport (“che andrà incontro a massicce dosi di cassintegrazione, anticamera di possibili licenziamenti – rilevano – e che a seguito della riduzione del servizio di raccolta dei rifiuti, come prevedibile, lo scalo si è trasformato nell’ultimo fine settimana in un immondezzaio”), viene addebitata una sorta di immobilismo, che non giova al rilancio dello scalo, al nuovo vertice di Molo Vespucci . “Le gravissime situazioni che non è dato sapere se verranno mai risolte – insistono – difatti riguardano: (1) i fumi delle navi che invece di diminuire aumentano; (2) la drammatica questione della GTC coi lavoratori che non sanno che fine debbano fare al pari dei loro colleghi della Minosse, ai quali Enel ha già annunciato licenziamenti di massa; (3) le voci sempre più insistenti della perdita della tratta Civitavecchia – Cagliari; (4) la scarsa efficienza del terminal container”. Quindi la “ciliegina” finale: “ Come i suoi predecessori Musolino sembra vivere sulla luna. I suoi interventi fuori luogo e tracotanti sono offensivi per le centinaia di famiglie che vedono diminuire il reddito derivato dal porto da lui governato. Il presidente ha forse creduto che, ingraziandosi i dirigenti dei partiti locali, la città sarebbe stata zitta e buona a contemplare il suo operato anche quando prevede tagli dei servizi e miseria diffusa”. (PS ) – Commenti ? Non è assolutamente il caso. E non perché si voglia o si debba usare bonarietà ( o se più aggrada indulgenza ) verso il numero uno dell’Authority: dopo averlo conosciuto nel corso di un’intervista, ci sentiamo strasicuri di affermare che non ne abbia bisogno neanche un po’. Troverà sicuramente modo e tempo di ribattere ai pur legittimi (a detta di PaP – ndr -) appunti mossi e non è escluso che dal confronto di idee (o a distanza o faccia a faccia) non possano schiudersi orizzonti, e dialettici e risolutivi dei problemi più impellenti, colorati di ritrovata serenità.

MENO MALE CHE PETRELLI C’E’. PER LA MAGGIORANZA! – Siamo forse su scherzi a parte ? Manco per idea. Vero è che lo stranoto refrain inneggia a Silvio Berlusconi, ma a livello locale il leader della lista civica “Ripartiamo dai cittadini” rappresenta la classica eccezione che conferma la regola, peraltro per la soddisfazione (soprattutto !) di Forza Italia. Si dà infatti il caso (e che caso…) che, senza il continuo mutuo soccorso “petrelliano” ai “Tedesco’s men”, l’Aula Pucci potrebbe anche sbarrare la porta per la semplice epperò importantissima ragione di non avere più la possibilità di ospitare uno straccio di Consiglio Comunale. Che, tanto per non dimenticarlo, è il massimo consesso civico. Possibile ? Possibilissimo. Non arrivasse infatti l’intervento salvifico dell’eclettico Petrelli, la maggioranza “tedeschiana” non raggiungerebbe mai “ il quorum strutturale -lo dichiara ufficialmente il segretario generale del Pincio -, necessario per la validità delle Conferenze dei Capigruppo”. Ergo senza questo “benedetto” aiuto (per i governanti risicati anzichenò) sarebbe impossibile convocare le importantissime assemblee indispensabili per illustrare il corso dell’attività amministrativa, i progetti in cantiere e, insomma, tutto ciò che va portato a conoscenza dei poveri cristi, ai quali sarebbe paradossale se, dopo il puntuale e obbligatorio esborso di salatissime tasse, si scippasse l’opportunità di avere la precisa e trasparente nozione del “lavoro” quotidiano dei signori politici. Dichiara difatti il dottor Pompeo Savarino che “1) in base all’art.14 comma 4 dello statuto comunale il Presidente del Consiglio (la forzista Emanuela Mari – ndr -) non aderisce ad alcun gruppo consiliare; 2) secondo l’art. 45 comma 9 del regolamento del Consiglio Comunale, le riunioni della Conferenza dei Capigruppo sono valide quando i presidenti dei gruppi partecipanti rappresentano la maggioranza dei consiglieri in carica”. Ecco, quest’ultimo è il vero, indiscutibile, inalienabile punto, che sa di minacciosa spada di damocle perennemente sospesa sulla testa dell’attuale rinsecchita maggioranza. E lo attesta inequivocabilmente la spiegazione chiara ed esplicita del segretario: “né il sindaco, né il Presidente del Consiglio possono essere fatti rientrare nel quorum strutturale per il funzionamento della Conferenza dei Capigruppo e pertanto il numero legale ai fini della validità della stessa è pari a n. 12 (dodici – ndr -) consiglieri comunali”. Bum, il botto è tale da mandare in pezzi anche l’ultimo vetro del Palazzo. Tenendo infatti conto degli schieramenti di maggioranza (ad oggi ufficiali) e di opposizione, i primi l’ineluttabile numero 12 (dodici) manco con l’aiuto del mago Silvan hanno la sospiratissima chance di raggiungerlo. Difatti i capigruppo di FI, Lega, Lista Tedesco e Gruppo Misto (nell’ordine Boschini, Cacciapuoti, Mecozzi e Perello) rappresentano rispettivamente 2 (due), 5 (cinque), 3 (tre), 1 (uno) fedelissimi e la somma beffardamente si ferma ad 11 (undici); di contro i “capitani” di “Ripartiamo dai Cittadini”, Pd, M5S, “La Svolta”, “Area Progressista” e FdI (Petrelli, Piendibene, D’Antò, Attig , Tarantino, Palombo), forti dell’appoggio, in rapida successione, di 1 (uno), 4 (quattro), 3 (tre), 1 (uno), 1( uno) e 2 (due) consiglieri raggiungono il “prezioso” dodici tondo tondo e superano i “governanti”. Chiaro, no ? Disertando le forze di opposizione le stramaledette (per la Tedesco’s band, ovviamente) Conferenze (a forza di ripeterle il latte è finito ben sopra le ginocchia), il motore della “macchina amministrativa” fonderebbe e requiem per la legislatura. PS – E allora ? Calma e sangue freddo: a tutto c’è un rimedio più rigenerante ed efficace di una boccata d’ossigeno, di una cura ricostituente, di un calcio in culo piazzato con precisione millimetrica perché sia superato un esame o un concorso impegnativi. Questo rimedio ha un nome e un cognome: Vittorio Petrelli. Che, pur di mantenere incollate le proprie chiappe sullo scranno meritatamente guadagnato con una campagna elettorale garibaldina e magistralmente condotta, ha ormai fatto capire chiaramente all’intera comunità civitavecchiese di aver dimenticato di essere stato al fianco del dottor Carlo Tarantino durante il ballottaggio e dunque apertamente contro l’invincibile armata capitanata dall’avvocato Tedesco. E la dimostrazione. trasparente come acqua di fonte, Petrelli la offre ogni qualvolta la maggioranza corre il rischio di evaporare. Altruista ? Responsabile ? Voltagabbana ? Folgorato sulla via della gestione del potere ? La sola ed unica risposta si riempie dell’assoluta certezza di chi lo conosce come le proprie tasche: Petrelli è uomo semplice, ricco di valori indelebili, onesto intellettualmente, sempre convinto di portare avanti le proprie idee con determinazione. Dunque per dirla con Abatantuono, “eccezzziunale… veramente” il baldo consigliere ? Mmhm. Lo sarebbe se si spogliasse una volta per tutte dell’ambiguità che ostenta con assai poco onorevole disinvoltura e traslocasse negli scranni della maggioranza. Composta da bravi cittadini a lui affini. Coi quali “ripartire”. Daje Vitto’!!!

TVN, ENEL SPEGNE IL GAS ? NO, LO ABBASSA – La notizia non è fresca di giornata eppure tuttora rimbalza come una pallina di ping pong impazzita sui tavoli delle associazioni ambientaliste e dei partiti: l’Ente ha presentato al Ministero nuovamente il progetto per la costruzione della nuova centrale in quel di Torre Valdaliga Nord. Progetto, per ripeterlo ancora, rivisto e corretto perché “dimezzato” rispetto al precedente. Una novità che anziché far saltare in aria tappi di spumante ha mandato, in particolar modo, su tutte le furie il pentastellati D’Antò, Lecis, Lucernoni e Porrello che hanno esordito con il classico ed eloquente proverbio (“dedicato” all’Enel, ovvio !): “ Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Poi, a mo’ di implacabile stroncatura della proposta: “Nonostante la legge regionale di recente approvazione, che proibisce la produzione di energia da fonti fossili sull’intero territorio regionale, si continua a parlare di gas in versione inedita. Superfluo ribadire – concludono – che la modifica è irricevibile ed irrispettosa della palese volontà espressa a livello regionale e comunale. Enel insiste perché probabilmente non ha capito che stavolta non ci sarà qualcuno che prometterà di incatenarsi per poi cambiare idea poche settimane dopo”. Lapalissiani gli esponenti del M5S, vi pare ? Il riferimento a quel che accadde ai tempi della riconversione a carbone non è stato davvero casuale. Critici anche i rappresentanti di “Città Futura” nei confronti non solo di Enel . Vanno difatti ben oltre e un trattamento speciale (sic!) lo riservano al ministro Cingolani, “responsabile – evidenziano – di ritenere necessarie le fonti fossili, idrogeno blu e gas per fare la transizione ecologica e prendere in seria considerazione per il futuro l’energia nucleare di quarta generazione. Inoltre – . aggiungono – ha fermamente sostenuto che non è pensabile una svolta green radicale adesso in quanto bisogna dare tempo alle aziende di attrezzarsi, pena il disastro economico. Ciò significa che per il ministro il problema sono gli ambientalisti <radical chic>, ideologici e oltranzisti, che ci faranno morire di fame anziché di inquinamento perché impediscono la vera transizione sotenibile. Vogliamo forse commentare queste deliranti affermazioni ?”. PS – Si sa e nascondere la testa sotto la sabbia sarebbe una colossale idiozia: il ministro con le sue ripetute sortite è riuscito nell’impresa (non vogliamo forse definirla tale e manco reputarla oltremodo scaltra ?) di spaccare l’opinione pubblica. Sulla sponda “cingolaniana” i turiferari “doc” come Chicco Testa & C. non hanno perso neanche un secondo per magnificare il suo “luminoso e lungimirante pensiero”. Sul fronte opposto, numerosi esperti tra cui, per citarne alcuni, il noto meteorologo, climatologo, divulgatore scientifico e accademico Luca Mercalli (“abbiamo un ministro della transizione energetica, pardon ecologica…); il saggista Pierfranco Pellizzetti (“Cingolani, ben poco chic ma molto radical nell’assecondare i potenti”); e l’ingegnere ambientale Stefano Barazzetta (“L’atomo di “terza generazione” ha fallito. Per la “quarta” servono 20 anni (se bastano): e la decarbonizzazione ?). Da ultimo, per restare in tema, hanno destato interesse gli articoli pubblicati su “QualEnergia.it” dal titolo: “Tante rinnovabili e uscire prima dal carbone: i Verdi tedeschi puntano in alto” e su “Rinnovabili.it”: “L’eolico offshore traina il boom di energia dal vento del 2021”. Riguardo alla presentazione dell’inedito progetto “dimezzato”, inutile perdersi in un dedalo di rancide riflessioni: l’Enel persegue coerentemente il suo fine che, non si tratta della scoperta dell’acqua calda, è e resta il passaggio dal carbone al gas. Civitavecchia e il Territorio, col supporto non voluttuario della Regione Lazio, hanno però ribadito perentoriamente il “no” all’impiego di combustibili fossili. Perché ciò venga fatto capire ancora meglio (e siamo a ripeterlo per la millesima volta), sia al Ministro che all’Enel, non bastano più discorsi forbiti e appassionati (benché apprezzabili, ci mancherebbe) : occorre la mobilitazione generale (strapacifica!!!) guidata dal Primo Cittadino. Possibile che sia tanto difficile comprendere che, senza un’azione imponente, rimane illusorio liberarsi dalla morsa di oltre settant’anni di servitù energetica ? Ed è altrettanto difficile concepire che i nostri politici debbano battersi con ferrea determinazione per ottenere il legittimo risarcimento del lunghissimo asservimento all’Ente Elettrico , pagato a carissimo prezzo , attraverso la trasformazione del sito attualmente occupato in un centro pilota di altissimo livello delle energie rinnovabili ? Vere fonti di ambiente pulito e di occupazione. A domenica prossima.