Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Pirgo, “repetita iuvant”. Osservatorio+Frasca=Poltrone&Casette di legno

Nuovo fondo del noto giornalista locale. Spazio a due temi molto dibattuti in settimana

PIRGO, “REPETITA IUVANT” – Chiaro no ? Ritorniamo su un argomento che se qualcuno pensasse che sarebbe meglio scaraventarlo nel dimenticatoio, allora si metta pure l’animo in pace perché a rischio di farlo diventare una goccia cinese lo riproporremo almeno fino a quando non verranno chiariti i vari aspetti ancora oggi avvolti nella nebbia più fitta. Di qui la famosa sentenza latina, “repetita iuvant”, che potrebbe sembrare un capriccio e che invece sintetizza straordinariamente la tormentatissima e non meno intricata vicenda che ha portato all’affidamento dell’isolotto del Pirgo. Cosa è successo nelle segrete stanze dove si prendono importanti decisioni per quel che concerne le concessioni demaniali ? Lo sanno solo i diretti interessati ovvero l’assessore Magliani, il delegato Mecozzi e i dirigenti responsabili del settore (appunto il demanio, vale la pena ripeterlo – ndr -) . Non lo sanno però i cittadini, che dal canto loro, seguendo le fasi accidentate di questa vicenda, ne hanno sentite ronzare di pazze idee nella propria testolina e ognuna non esattamente rassicurante. Tipo: per arrivare al traguardo dell’assegnazione della struttura sarà stata presa qualche scorciatoia proibita non dal codice della strada bensì delle attribuzioni di beni pubblici ?. Quindi il “ripetita iuvant” calza a pennello, soprattutto in questo caso che più… caso non potrebbe rivelarsi. Le cose ripetute (traduzione dal latino all’italiano – ndr -) difatti giovano per cercare di capire se un importante atto amministrativo sia stato trasparente. Perfetto. Ligio alle norme. E riteniamo quanto mai opportuno che ad occuparsi dell’ormai famosissimo isolotto siano tornati gli esponenti dell’Associazione Civica “Civitavecchia C’è”, invocando la riapertura dei cancelli della struttura dopo la sorprendente decisione di chiuderli a doppia-tripla-quadrupla mandata. Richiesta provocatoria ? Non esattamente. Diciamo piuttosto logica “perché – spiegano – dalle parole del funzionario, architetto Pietro Angelo Collia, ci è parso di capire che la < piattaforma> possa ospitare fino a 277 persone. Se quindi sono stati apposti i lucchetti per il timore che possano esserci problemi di staticità , viene spontaneo domandarsi se prima dell’assegnazione non ci fosse obbligo di collaudo. E se, come pare, non c’è stato, di chi è la responsabilità dei tecnici o della politica ? S’è trattato di un errore o di una gravissima dimenticanza ? Venga data una risposta senza ulteriori tentennamenti. Ne abbiamo diritto – rimarcano con forza – i beni comunali di qualsiasi tipo sono di proprietà dei cittadini. Ai politici, che vengono retribuiti con i nostri soldi – tanto più adesso che la nuova legge finanziaria prevede lauti aumenti per sindaco, vice, presidente del consiglio comunale e assessori – spetta di mettere in atto il meglio possibile per accudirli o governarli con chiarezza e guardandosi bene, anzi benissimo, dal ricorrrere ad indegni favoritismi”. Nessun dubbio, tutto condivisibile dalla prima all’ultima parola. E crediamo di poter aggiungere che sarebbe inconcepibile se l’establishment di Palazzo del Pincio non si facesse sentire e perdipiù non accelerasse l’operazione trasparenza per quanto concerne questa scivolosissima faccenda relativa all’isolotto del Pirgo che non giova certamente all’immagine della coalizione centrodestrorsa. E, come già ricordato, desta non poca meraviglia che Tedesco non abbia ancora avvertito la necessità di rassicurare i cittadini che non siano stati commesse irregolarità e che dunque l’affidamento non abbia imboccato una qualche corsia preferenziale. Quindi ? Indispensabile un robusto intervento degno non solo di un emerito togato (qual è – ndr -) ma di un sindaco con due palle così. Per mettere definitivamente in fuga pure l’infinitesimo dubbio (dovuto peraltro all’opaco atteggiamento assunto dai maggiori protagonisti della vicenda e cioè assessore, delegato e tecnici del demanio – ndr -) che si elargiscano concessioni un tanto al chilo o peggio ancora un tanto all’etto.

OSSERVATORIO + FRASCA = POLTRONE & CASETTE DI LEGNO – Sembrerà strano eppure due questioni assai importanti dalle parti dell’Aula “Pucci” possono restare in stand by giacché lotte intestine tra forze appartenenti alla stessa “parrocchia” (in questo caso la maggioranza centrodestrorsa) non consentono che trovino la quadra. Molto importanti soprattutto perché, al di là degli interessi di questo o quel partito, di smisurato beneficio per la collettività . Inutile allungare il brodo, meglio venire subito al punto e cioè all’argomento che, nudo e crudo, riguarda l’OSSERVATORIO AMBIENTALE e il progetto di riqualificazione della FRASCA, quest’ultimo finanziato totalmente dall’Adsp (Autorità di Sistema Portuale). Sia l’uno che l’altro sono in attesa dell’approvazione delle delibere, che, per la cronaca, proprio nella seduta consiliare di pochi giorni fa dovevano essere votate ed invece niente di niente: tutto rimandato ! Andiamo per ordine e iniziamo dall’Osservatorio, il cui relatore, l’assessore-vicesindaco Manuel Magliani, non ha avuto ancora modo di far sentire la sua dotta disquisizione ragion per cui non si sono alzate le manine degli eletti dal popolo e di fatto la sospiratissima riattivazione della rilevante struttura (che consentirebbe l’impiego di una “robusta” somma di denaro, elargito dall’Enel, che da parecchi anni attende di essere “scongelato”). Insomma un nuovo stop che ha mandato in particolare su tutte le furie il sindaco di Santa Marinella (che insieme ad Allumiere, Tolfa, Tarquinia, Monte Romano e ovviamente Civitavecchia, in veste di Comune capofila, sarebbero gli attori principali dell’Osservatorio – ndr -). Impetuosa la reazione di Pietro Tidei di fronte all’incredibile fase di stallo “che impedisce la ripartenza – sottolinea – di un <organismo> di rilievo che utilizzerebbe ingenti risorse, destinate alla salvaguardia dell’ambiente e delle salute dei cittadini. Basti ricordare – rincara la dose – che il principale progetto da finanziare sarebbe il registro dei tumori e credo non ci sia altra problematica tanto considerevole che interessi davvero gli abitanti del nostro territorio. Inoltre – aggiunge il Primo Cittadino della “Perla del Tirreno – si definirebbe il cofinanziamento dell’impianto di radioterapia insieme alla Asl Rm4. Mi auguro – conclude Tidei – che il massimo consesso di Civitavecchia riattivi quanto prima l’importantissimo strumento consortile (ossia l’Osservatorio – ndr -), che ci consentirebbe di impiegare circa 6 milioni di euro putroppo tuttora bloccati per motivi incomprensibili o meglio di bassa macelleria pollitica”. Sberla assai bruciante quest’ultima e l’uomo della strada, sicuramente poco (anzi per niente) entusiasta dell’atteggiamento passivo degli “inquilini pincioti”, si chiederà perché mai si tardi tanto a ratificare una delibera di ragguardevole valore pubblico e che pertanto non dovrebbe essere condizionata da alcuna influenza partitica. Già, non dovrebbe. Epperò, stando alle immancabili gole profonde, non è assolutamente così. Significa ? Semplicemente (e incredibilmente !!!) che tutto ruoterebbe intorno al nome del presidente dell’Osservatorio la cui elezione, a delibera andata in porto, spetta ai sindaci dei sei Municipi (come già ricordato: Civitavecchia, Tarquinia, Monte Romano, Tolfa, Allumiere e Santa Marinella). Ebbene, proprio in ambito civitavecchiese ci sarebbero forti pressioni (essenzialmente esterne, ma non solo visto che pure taluni appecoronatissimi rappresentanti leghisti insieme ai “parenti stretti” del Polo Democratico e del Misto spingono a manetta ) affinchè l’ago della bilancia penda dalla parte del manager Conad, Ivano Iacomelli. La scelta a quanto pare non andrebbe a genio ai berluscones e ai tre ex aventiniani “salviniani” Cacciapuoti, Pepe e Marino, che avrebbero individuato in Enrico Zappacosta il candidato ideale a ricoprire la massima carica dell’Osservatorio. Dal quale al momento, nella spasmodica attesa di allungare lo sguardo sul registro dei tumori e sulla radioterapia, si… nota solamente una sanguinosa conflittualità tra i componenti della Tedesco’s band. E riguardo la FRASCA che dire? E’ stato praticato un perfetto “copia incolla” con il nulla di fatto che tiene a bagnomaria l’Osservatorio Ambientale. Secondo gli informatissimi retroscenisti della politica locale trattasi di una bufala grossa come una casa che l’atto non sia andato in discussione perché il neo dirigente capo dell’urbanistica, ingegner Mauro Nunzi (al quale formuliamo sentitissimi auguri di ottimo lavoro – ndr -), abbia invocato il “time out” per approfondire la questione. La verità vera sarebbe piuttosto che taluni esponenti di spicco di quel che rimane della corazzata “tedeschista” avrebbero imposto di non mettere ai voti la Frasca perché contrari alla (legittima) richiesta dell’Authority di abbattere le casette di legno (abusive) posizionate a pochi passi dalla pineta e dai siti archeologici Cappelletto, Columnia e Torre Bertalda e che stonerebbero nel bel (anzi bellissimo) mezzo di uno spicchio di paradiso che a detta dell’assessore Leonardo Roscioni “diventerà una irresistibile attrazione per le scuole e per i turisti , senza che venga lesa la possibilità per i civitavecchiesi di fare il bagno e di frequentarlo nel tempo libero”. Parole stupende. Ma ci consenta una domanda il numero uno dell’urbanistica: verrebbero replicate se dovesse (ri)affiorare (da troppo tempo non se ne parla ed è un silenzio che fa rabbrividire) l’ipotesi dell’itticoltura che, coi suoi cento ettari di mare occupati da megagabbie in cui tonnellate di mangime rimpinzerebbero branzini ed orate, non lascerebbe neppure una piccolissima traccia delle straordinarie peculiarità naturali di un fondo marino di riconosciuta ineguagliabile bellezza? PS – A proposito della Frasca notizie dell’ultima ora riportano che si sia svolto un incontro fra il dirigente dell’Adsp, ing. Maurizio Marini, l’assessore Leonardo Roscioni e il legale di alcuni proprietari delle casette abusive. Ai quali sarebbe stato garantito che le stesse verrebbero trasferite a poca distanza da dove si trovano tuttora. Detto incontro dai media è stato definito informale per cui non resta che attendere un comunicato ufficiale che presumesi debba arrivare dall’Autorità Portuale di Molo Vespucci. E se confermato il suindicato “trasloco”, significherà che le costruzioni abusive (seppure di poco conto e cioè non ville, né villette, neppure appartamenti) basta spostarle di qualche metro e passa la paura che vengano abbattute. Alè !