Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. La Tedesco band si affiderà ai suoi “musicisti” o ad altri? Trasversale, falco grillaio e politica miope

Nel nuovo fondo del giornalista si parla di politica ma anche di un grande riferimento dello sport, Maurizio Coconi

ED ORA LA TEDESCO’S BAND SI AFFIDERA’ AI SUOI “MUSICISTI” O AD… “ALTRI” ? Ebbene sì, non c’è neppure un minuscolo dubbio: da martedì scorso, giorno della consacrazione della maggioranza “tedeschi sta”, si apre una nuovissima fase dell’iter amministrativo, iniziato due anni e mezzo fa circa e uscito “consolidato” dalla votazione di un bilancio che non ha in ogni caso… bilanciato le evidenti e gigantesche contraddizioni che caratterizzano la compagine governativa. La quale ha ritrovato il proprio assetto con tredici fedelissimi allineati e coperti e piazzato nella faretra una freccia in più da scoccare all’occorrenza tenuto conto che Petrelli (dopo essere riuscito a fare un pessimo “uso civico” della scelta effettuata all’epoca del ballottaggio per l’assegnazione della fascia di sindaco, schierandosi al fianco del leader dello schieramento centrosinistrorso, Carlo Tarantino) è ormai un “socio (super)onorario” degli attuali “proprietari” del Palazzo avendo improvvisamente scoperto un amore irresistibile per i rifiuti, meritevoli di intraprendere un ciclo virtuoso grazie alle sue illuminanti idee. E così, dato che la matematica non è un’opinione, i numeri della coalizione centro destrorsa (assottigliatisi per l’abbandono dei posti in prima fila da parte del tandem meloniano Frascarelli-Palombo e della pasionaria de La Svolta Fabiana Attig), pur essendo ufficialmente 13 magicamente diventano 14 per l’intrusione del funambolico Petrelli, ormai culo e camicia col Primo Cittadino. Chiuso l’argomento, peraltro con un coefficiente di interesse molto basso per la minicaratura del soggetto che l’ha (mal)caratterizzato, vale la pena passare al clou dell’attesissimo consiglio comunale. Tra i presenti in platea (ancora una volta pochini) parrebbe che ci fosse: (1) chi avrebbe scommesso su un turbinio di fantasmagorici fuochi artificiali; (2) chi su velenosi scontri tra dichiaratissimi parenti serpenti; (3) chi sulla calma piatta tipica dei politicanti simili agli amici a quattro zampe che abbaiano epperò non mordono. Diciamo che c’è stato un cocktail (non proprio prelibato) di quanto pensato o previsto, ma i veri protagonisti della farsa messa in scena al “Teatro Pucci” sono apparsi limpidamente i tre leghisti, ex ammutinati al quadrato. Disciplinati come non mai hanno sostenuto la nobile causa della maggioranza e votato il bilancio. La cronaca perfetta della kermesse registra che a rispondere “presente” al momento dell’appello sia stato il solo ex capogruppo salviniano Cacciapuoti, al quale si sono poi aggiunti la gentilissima consigliera Pepe e, salutato dal notissimo e orecchiabilissimo refrain, intonato dall’intero gruppo caro al sindaco, “Lo vedi ecco Marino…”, il terzo esponente della corazzata leghista. Il ricorso ai due “rinforzi” dell’ultimo momento, riportano le gole profonde che ne sanno sempre una più del diavolo, sarebbe stato deciso dal deus ex machina del terzetto alias Dimitri Vitali, che, non fidandosi del tutto della volontà di Petrelli di perorare la causa di Tedesco&Co. (già, se avesse votato con l’opposizione e non fossero arrivati Pepe e Marino il risultato si sarebbe fermato ad un 11 a 11 che avrebbe sancito il de profundis centrodestrorso), ha rotto gli indugi ed emesso un bel fischio (alla “pecorara” perché si sentisse forte e chiaro – ndr -) e la diligente coppia , pronta al mutuo soccorso, in un baleno si è appollaiata sugli scranni amici. Dice: perché mai i tre sarebbero i protagonisti principali ? Beh, non ci vuole molto a spiegarlo. Se non lo strappo definitivo con la coalizione, l’abbandono della location leghista per un’altra “neutra” poteva anche starci. A dimostrazione che fedeli, anzi fedelissimi al mandato conferitogli dai cittadini per venir esercitato nell’ambito del centrodestra, il logico e coerentissimo completamento del devastante comunicato, redatto ventiquattro ore prima del Consiglio, sarebbe stato certamente dare l’annuncio del voto favorevole al bilancio consolidato non dalla “zona” riservata alla Lega bensì da un’altra (distinta e distante dalla stessa) di esclusiva “proprietà” di Pe.Ma.Ca. (acronico ormai noto di Pepe, Marino, Cacciapuoti – ndr -).Certo, le fasi della specialissima “riunione” hanno trovato un Cacciapuoti particolarmente arrembante, ma lo stesso e i suoi “soci” fidati cosa proveranno accanto ad un coordinatore (Giammusso – ndr -) definito incapace di gestire il partito e comunque in grado di farli sorridere per via della caducità delle sue decisioni ? E poi, in che modo riceveranno la sicurezza che l’azione amministrativa non venga ancora condizionata da forze “esterne” ? Di colpo hanno poi smesso di sentirsi stanchi di essere ritenuti una sorta di ruota di scorta di “altri”, che ai più non è dato sapere chi siano, ma che i “Tedesco’s men” (specie i “mecozziani” e gli “azzurri”) conoscono benissimo ? Ecco, tutto qui. Ovvero: la troika ha perso la ghiottissima occasione di tenere in scacco l’intera coalizione, controllando che la richiesta del “riequilibrio della macchina amministrativa” (parole testuali “incise” sul dirompente comunicato – ndr -) non fosse disattesa. Restando ancorata alla Lega non è pensabile (e la dimostrazione già si è avuta – ndr -) che, semmai il caso lo richiedesse, avrebbe la forza di agire in piena autonomia. E comunque per Cacciapuoti, che ha dimostrato di “accendersi” in maniera molto efficace, qualora dovesse registrare ancora “stonature” e notare insopportabili storture, valga la famosa frase pronunciata dall’arcivescovo anglicano e attivista sudafricano, Desmond Tutu, leader negli anni ’80 dell’opposizione all’apartheid: “Don’t raise your voice, improve your argument” (“Non alzare la voce, rafforza il tuo ragionamento”). Che, insieme a Pepe e Marino, è arrivato dritto al cuore di una larga fetta della compagine finora poco o per niente propensa (quanto manifestato con parole chiarissime nella dettagliatissima nota è sfolgorante – ndr – ) a rispettare il programma stilato collegialmente alla vigilia delle elezioni. E men che meno il principio indissolubile delle pari opportunità tra tutte le componenti della maggioranza. Che, dimenticarlo non si può, ha già perso Fratelli d’Italia e La Svolta e pertanto Tedesco ha piena facoltà di “smucinarsi” là sotto: hai visto mai che si verifichi il “non c’è due senza…”? Eventualità remota alla luce del rientro nei ranghi degli tre ex aventiniani? Possibile, ci mancherebbe. E in tal caso scatterebbe la certezza che la fermissima presa di posizione della troika ha prodotto i suoi effetti e cioè che all’interno della “squadra” non ci sono figli e figliastri e che finalmente non esistono “altri” talmente influenti da condizionare (ed incanalare) il percorso amministrativo. Quindi si inneggerebbe con un tonante “hip hip hurrà!”alla (ristabilita) granitica compattezza. Se invece non dovesse cambiare niente senza alcuna reazione o moto di netto dissenso del terzetto, allora striscerebbe l’insinuazione che il primo ammutinamento consiliare sia stato concepito per mettere in atto il sempre attuale meccanismo del “chiagni e fotti”, che, tuttavia, non avendo ottenuto il risultato sperato ha innescato, con il pesantissimo supporto dell’esplosivo comunicato (a sostegno del secondo ammutinamento – ndr -), quello maggiormente incisivo del “picchiare con la (mano) destra per raccogliere con la sinistra” (o viceversa). Capiamoci strabene e bando a maliziose supposizioni: il “raccogliere” non sta per ottenere incarichi prestigiosi oppure “dorati” privilegi, bensì per acquisire, anzi pretendere (esatto, è il verbo usato dal terzetto – ndr -) maggiore considerazione e peso all’interno della coalizione. Tutto ok? Così pare…

TRASVERSALE, FALCO GRILLAIO E POLITICA MIOPE – Può una sentenza del Tar scatenare il finimondo ? Certo che sì. Tanto più se riguarda un aspetto fondamentale dello sviluppo economico dell’intero territorio. Di che stiamo parlando ? Del tratto conclusivo della superstrada Civitavecchia-Orte, nota come la “trasversale”. Ebbene le reazioni hanno incendiato i media e ammesso che le pur legittime lamentele dei vari personaggi abbiano un senso sia logico che pratico, non può passare sott’ordine che il giudizio emesso dalla Tribunale Amministrativo Regionale non poteva non essere temuto da chi ha “disegnato” la parte del tracciato bocciata. E naturalmente ne spiegheremo il perché, riportando dichiarazioni che meritano non solo attenzione ma soprattutto una seria riflessione. Non ha fatto mancare la sua voce il sindaco Ernesto Tedesco, che ha immediatamente contattato (telefonicamente) il commissario straordinario che sovrintende alla realizzazione dell’arteria, Ilaria Coppa, ricevendo l’assicurazione “di mettere in atto ogni iniziativa necessaria a dar seguito alle attività progettuali autorizzative e di convocare a breve un tavolo tecnico intorno al quale si troveranno tutti gli attori interessati”. Al grido “la Trasversale è un’opera di importanza strategica” si è unito anche il dinamico presidente di Unindustria Civitavecchia, Cristiano Dionisi, asserendo “massimo rispetto per la sentenza ma sono sicuro che la dottoressa Ilaria Coppa saprà intervenire per tenere fede alle prescrizioni imposte in modo da poter completare l’opera in tempi stretti. Una iattura di proporzioni gigantesche sarebbe il rischio della perdita dei finanziamenti stanziati, che significherebbe mettere la parola fine ad un progetto fondamentale per la nostra economia”. Forte rammarico lo ha espresso pure la consigliera regionale “renziana”, Marietta Tidei, la quale in aggiunta ha stigmatizzato i comitati per aver dato sfogo alla propria esultanza alla notizia del “verdetto” del Tar e tuonato che “non possiamo permetterci di fare un passo indietro perché si comprometterebbe in particolar modo la crescita del porto di Civitavecchia”. E proprio riguardo allo scalo marittimo non poteva mancare l’intervento del presidente dell’Ente di Molo Vespucci, Pino Musolino. “Ho accolto con stupore la notizia della bocciatura – ha detto – ed essenzialmente sono sorpreso di assistere a scene di giubilo per la tutela del falco grillaio e che non si capisca che nel frattempo viene uccisa l’economia della Regione. Lo sviluppo economico – sottolinea il numero uno dell’Adsp – deve coniugarsi con l’ambiente senza che l’uno comprometta l’altro: questa è una sfida che va vinta con la ricerca, l’innovazione e la conoscenza, epperò non è possibile rispondere sempre con un no”. Sulla stessa lunghezza d’onda si sintonizza il giovane presidente della Cpc, Patrizio Scilipoti, e rimarca che “la decisione presa rischia di frustrare definitivamente le prospettive di progresso della nostra città, compromettendo una situazione già difficilissima con le imprese locali che si trovano a dover affrontare una crisi senza precedenti a causa della pandemia. Allo stato attuale – spinge sul tasto del malumore e financo dell’inquietudine – lo stop imposto mette ulteriormente a rischio la tenuta dei livelli occupazionali e salariali dei lavoratori portuali e dell’intero comparto logistico. Rinunciare in via definitiva al completamento dell’infrastruttura viaria in questione significherebbe condannare questo territorio all’irrilevanza geopolitica con le nuove generazioni costrette ad un futuro sempre più incerto e precario. Auspico una rapida soluzione dell’annoso problema – conclude – altrimenti la Compagnia Portuale sarà pronta ad alzare le barricate”. Fin qui il coro non degli angeli, al quale si aggiunge quello di coloro che dell’ambiente e delle regole da seguire (e non da scavalcare o quel che è peggio da ignorare) ne fanno una questione di vita oltrechè di principio (e pure il falco grillaio ha il diritto di svolazzare con la sua incantevole eleganza senza essere sbertucciato con sortite che strappano il sorriso soltanto agli stolti – ndr -). Da Tarquinia, esempio lampante, arriva l’intervento orticante da parte dei consiglieri comunali d’opposizione Manuel Catini (Obiettivo Comune), Arianna Centini (Movimento Civico per Tarquinia) e Andrea Andreani (Movimento 5 Stelle): “Sconfitta l’arroganza di chi ritiene che il territorio sia una torta da affettare senza pensare. La giustizia amministrativa ha bocciato il tracciato “verde”, quello della politica contro la gente. Ora siamo punto a capo, cinque anni gettati al vento e finanziamenti milionari che potrebbero scomparire”. Parole molto significative, specie tenendo conto del riferimento “alla torta da affettare senza pensare”, che lascia intendere perfettamente quanto sia stato scriteriato il “disegno” del tratto stradale respinto dal Tar.A tal proposito Italia Nostra, Lipu, Wwf. Gruppo di intervento giuridico, Forum Ambientalista, Comitato 100% Farnesiana, Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia, Comitato per la difesa della Valle del Mignone rivendicano che “i sostenitori del completamento della SS 675 ancora oggi lanciano l’accusa che sono gli ambientalisti che hanno fatto perdere del tempo, ma la vera, assoluta responsabilità è delle istituzioni”. E spiegano : “Sono diversi i motivi che ci hanno portato a ricorrere al Tar Lazio, rappresentati dagli avvocati Giancarlo Viglione e Noemi Tsuno. Tra tutti il fatto che la la Vinca (Valutazione di incidenza ambientale – ndr -) non fosse stata effettuata in maniera completa ed esaustiva nella fase preliminare del progetto e, inoltre, che nella scelta dei tracciati alternativi la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Cipe avessero dato preminenza ad interessi di natura economica e non ambientale. Ad oltre quattro anni di distanza, e dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’Ue,cui lo stesso Tar aveva rinviato quesiti in merito, il “Tribunale” del Lazio ha ammesso le ragioni nostre e dei cittadini, annullando il provvedimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e il successivo del Cipe. Pertanto ora si dovrà riesaminare la progettazione attraverso la comparazione dei diversi tracciati per i quali dovrà essere completata la Vinca”. Tuttavia il commento più duro è dell’ex sindaco tarquiniese, Mauro Mazzola. “Il blocco della trasversale sancito dal Tar – ha sostenuto – è la conseguenza diretta del mancato ascolto da parte di Anas e Regione, cui da sindaco della cittadina etrusca e da Presidente della Provincia mi sono ripetutamente rivolto sollecitandole ad abbandonare la scelta del tracciato verde”. E, nomen omen , continua a “mazzolare” così: “Le motivazioni della contrarietà al tracciato proposto , manifestata a più riprese e con forza, sono legate ad una realtà incontrovertibile. Ovvero alla difesa di un territorio nonché di una vallata tutelata da tanti vincoli. E alla salvaguardia del lavoro di numerosi imprenditori agricoli che hanno fatto investimenti nella propria azienda. Mi preme sottolineare che il parere negativo alla realizzazione della tratta è stato dato anche dal Ministero dell’Ambiente, ragion per cui non riesco a concepire la disattenzione mostrata su fatti indubitabili. E oggi ci ritroviamo con il drammatico risultato di cinque anni persi per una politica miope”. Ecco, basta e avanza quest’ultima frase per far “sgommare” il fortissimo sospetto che l’intera vicenda sia stata affrontata con la colpevole approssimazione, figlia di imperdonabili distrazioni. E che se si fossero rispettate delle indicazioni precise (specie quelle della Corte Europea – ndr -) già parleremmo di una splendida realtà chiamata Trasversale. E percorrendola potremmo gettare uno sguardo nel blu ed ammirare il meraviglioso spettacolo del volo del falco grillaio. Accidenti, un’altra splendida occasione persa !

MAURIZIO COCONI, INESTIMABILE PATRIMONIO SPORTIVO DELLA CITTA’ – Dovessimo ripercorrere tutte le tappe di una carriera infarcita di strepitosi successi dapprima in campo natatorio, successivamente in quello waterpolistico e infine come tecnico sia a livello nazionale che internazionale, dovremmo disporre di una prateria e non di una semplice (e non troppo larga) “porzione” di questa rubrica. Ci limiteremo (ma lui, ancora oggi con settantadue primavere fiorite ininterrottamente con l’irresistibile profumo del cloro, i limiti non sa cosa siano e neppure se li pone) a ricordarne alcune trascorse accanto alle nazionali di nuoto in veste di commissario tecnico. La Spagna, tra tutte. Che si è avvalsa della sua guida dal 2006 al 2008 ovvero fino alle Olimpiadi di Pechino. Notevole pure il suo apporto in qualità di direttore sportivo della Nazionale Azzurra, con la quale ha diviso momenti radiosi nella competizione iridata del 2013 svoltasi a Barcellona. Altro momento particolarmente intenso , Coconi lo ha “metabolizzato” ricoprendo la carica di Ct delle rappresentative giovanili italiane. Sempre aggiornato, studioso indefesso delle tecniche più moderne e raffinate da trasmettere ai “suoi” pupilli, di fatto non ha mai smesso di “immergersi” in una dimensione fin troppo naturale perché potesse essere abbandonata di colpo. E difatti di recente ha “regalato” perle di “sapere natatorio” di incalcolabile valore anche al team di San Marino: giovani, dirigenti e cittadini della Repubblica grazie a lui hanno avuto l’opportunità di scoprire ed apprezzare il fascino di una straordinaria disciplina sportiva. E proprio i meriti, acquisiti nel corso di un’abbagliante storia vissuta a bordo vasca – cronometro in mano e rara capacità di modellare campioni di livello planetario – hanno trovato il giusto riconoscimento del Coni , che nella giornata di ieri gli ha conferito la favolosa onorificenza della Palma d’Oro. Attestato di cui non può non andare fiera Civitavecchia, più che mai orgogliosa di specchiarsi in un suo figlio legittimo. Maurizio Coconi: eccezionale tritone, fortissimo pallanuotista, tecnico stellare. E non solo. Maurizio Coconi: patrimonio inestimabile della città.