Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. La “Svolta” a destra. Altolà a turbogas e biometano. Coconi d’oro

Nuovo scoppiettante fondo del noto giornalista. All'ordine del giorno la politica, il futuro della Centrale e pallanuoto

“SVOLTA” A DESTRA – La nota, chattata all’indomani della pubblicazione di questa rubrica (della scorsa settimana) , sulle prime ci ha procurato parecchio imbarazzo. Poche battute, taglienti come un’affilatissima lama. Eccole, dalla prima all’ultima: “Non le sembra, Romiti, di aver esagerato troppo, definendo Grasso un “fratello” travestito da civico ?”. Esagerazione dunque, secondo il simpatico autore anonimo (la chat riporta soltanto il numero del cellulare, che non abbiamo composto per conoscere chi ne fosse il titolare) che ha mosso il suindicato rimprovero nei nostri confronti. L’imbarazzo provato ? Perchè neppure per un attimo siamo stati sfiorati dall’idea di ridicolizzare Massimiliano Grasso, che stimiamo e manco poco. Il punto è che,  sul piano giornalistico (e sottolineiamo giornalistico),  aver  “scoperto” l’ex vice sindaco particolarmente solidale con la leader di FdI Giorgia Meloni ( foto e due “dediche”, la testimonianza solare) ci ha stimolato ad avanzare una più che normale considerazione. Ovvero che Grasso, già ai tempi della passata kermesse elettorale conclusasi con il trionfo del sindaco Tedesco e dell’“invicibile armata” centro destrorsa, fosse un pilastro della roccaforte “meloniana” e che la lista civica “La Svolta” (s’è sempre detto che ne avesse la titolarità) fungesse soltanto da “succursale” di FdI. E difatti proprio il recente comunicato redatto dai maggiorenti di FdI (inconsapevolmente ?)  conferma che Grasso, fin dal varo della prima giunta, sia stato ritenuto un “fratello”. Leggiamola la nota (apparsa sui media e titolata “Fratelli d’Italia, ultimatum agli alleati”): “Vorremmo sapere perché il sindaco Tedesco in 24 ore abbia ritenuto di azzerare la giunta e vararne una nuova escludendo i due rappresentanti di FdI, che hanno ricevuto il primo plauso da chi, come Pietro Tidei, da sempre è stato e dovrebbe essere avversario del centrodestra”. Allora? Il riferimento al sindaco di S. Marinella francamente non ci interessa, epperò la sottolineatura “escludendo i due rappresentanti di FdI” è davvero bizzarra. Domanda: Fratelli d’Italia non contava un solo rappresentante, ossia Simona Galizia, nell’esecutivo ? Il secondo lo abbiamo cercato con il lanternino senza però trovarlo: per FdI è forse Grasso ? Non risulta che sia mai stata convocata una conferenza stampa (men che meno diramato un annuncio ufficiale del partito o del diretto interessato) per informare che Grasso fosse vice sindaco e assessore alle partecipate in quota Fratelli d’Italia e non in quella de “La Svolta”. Bene -o male a chi stiamo sulle… (conoscerlo sarebbe un piacere) e al simpatico chattista che forse è stato troppo frettoloso a bacchettarci (avesse saputo prima della rivendicazione di FdI …) – tutto qui. E non resta che rallegrarci con i “meloniani” civitavecchiesi: gran bell’acquisto, Massimiliano Grasso!!!

“NO ALLA CENTRALE A TURBOGAS” – E’ questo l’appello lanciato dagli ex sindaci Fabrizio Barbaranelli e Giulio Saladini, dal dottor Giovanni Ghirga e dalla dirigente scolastica Giovannina Corvaia. Una pioggia di adesioni ha iniziato ad “abbattersi” su facebook per la gioia dei promotori dell’iniziativa. Che si ritengono soddisfatti “per il risultato che sta a testimoniare la vastità dell’opposizione a questa nuova aggressione al nostro territorio, che le istitutuzioni dovrebbero considerare con attenzione”. Se è dunque vero che il buongiorno si vede dal mattino, la contrarietà alla riconversione della centrale di Torre Valdaliga Nord da carbone a gas presumibilmente si allargherà a dismisura. E non potrà lasciare indifferenti i “signori” di Palazzo del Pincio, che commetterebbero un colossale errore se non dessero la giusta e dovuta importanza alla volontà di una popolazione evidentemente stanca, addirittura sfinita, di piegarsi ad imposizioni che calano dall’alto e producono il peggio del peggio sotto ogni punto di vista. E tornando all’appello, non avrebbe certamente un effetto marginale se venisse accolto parimenti e soprattutto dal Primo Cittadino: dimostrerebbe,  Ernesto Tedesco,  che non sono state solo di facciata le sue dichiarazioni di dissenso più volte rilasciate al progetto dell’Ente energetico. Identica importanza avrebbe l’adesione dell’assessore all’ambiente, ma al riguardo è la certezza del dubbio che la fa da padrone. Trovare infatti l’avvocato Manuel Magliani in contrasto con l’Enel sarebbe come intestardirsi a sostenere di aver visto gli asini svolazzare nel blu.

BIOMETANO ? NENTE DA FARE – La società “Ambyenta” avrà il suo bel daffare per veder sorgere in località Monna Felicita l’impianto che per una settimana ha polarizzato l’attenzione generale. E fatto vivere ore piuttosto agitate all’establishment di Palazzo del Pincio. Ma, come annunciato e della serie che “ogni promessa è un debito”, per il momento ci ha pensato il responsabile dell’Urbanistica, avvocato Leonardo Roscioni  ( aveva tempestivamente assicurato di interessarsi della spinosa ed inattesa situazione, dopo l’intemerata del sindaco di Allumiere, Pasquini),  a rasserenare l’ambiente con le sue parole. Che sono perle di credibilità che si aggiungono alla lunga collana che l’assessore-leghista tiene gelosamente custodita nello scrigno della sua reputazione conquistata a colpi di serietà e competenza. Secondo Roscioni sono quattro i punti deboli del progetto, peraltro messi  nero su bianco e spediti a dirigenti e tecnici della Regione Lazio. E per entrare direttamente nel merito della faccenda per niente “amorevole”, ecco per filo e per segno ciò che viene contestato dai responsabili comunali. Primo punto – le acque depurate e di scarico saranno riversate nella pubblica fognatura nera presente nella lottizzazione: serve una specifica autorizzazione che non è stata richiesta; secondo punto – il progetto appare in palese violazione dei principi comunitari di prossimità e autosufficienza dei territori; terzo punto – la rete fognaria compresa nelle opere di urbanizzazione del piano di insediamento produttivo in questione non risulta ancora completata, collaudata e presa in carico dall’amministrazione comunale; quarto punto – le opere di urbanizzazione previste dalla convenzione, stipulata per quell’area nel 1999, non sono state ultimate nei tempi previsti ed è scaduto anche l’ultimo titolo edilizio che ne autorizza la realizzazione: pertanto in tale condizione non è attualmente possibile rilasciare il permesso a costruire. Insomma un bel “pacchetto” confezionato con meticolosa cura appunto da Leonardo Roscioni e finanche dal vice sindaco nonché assessore all’Ambiente, Manuel Magliani, il quale ha avuto modo stavolta di far sentire la sua voce (il Ricciotto dei giorni nostri , al servizio del Marchese del Grillo-Magliani, griderebbe “S’è svejatooo”) ai “signori” dell’”Ambyenta”, incenerendoli di brutto con un rimprovero mica da ridere: “il progetto presenta gravi criticità non solo urbanistiche ma anche e soprattutto ambientali”. Dichiarazione sontuosa e perentoria: va riconosciuta stavolta a Magliani una risolutezza che si addice ad un responsabile di un settore particolarmente delicato. Significherà forse che dopo la straordinaria “incoronazione” a Secondo Cittadino ci troviamo di fronte ad un Magliani nuovo di zecca ? E ancora: così autoritario da chiedere il massimo rispetto del territorio a quei poteri forti che spadroneggiano procurando danni anche irreparabili ?

“UNA STRADA DIMENTICATA – Insorge il Polo Civico: “I lavori sulla via Isonzo quand’è che iniziano? Non sarebbe il caso che gli amministratori ne fissino la data certa? Lo spettacolo che si presenta agli occhi di chicchessia è davvero desolante. E’ ora che si ponga fine ad uno scandalo del genere”. Protesta vibrante. E certamente non è pensabile che i responsabili del settore dei lavori pubblici considerino la sortita inadeguata, eccessiva o addirittura fuori luogo. Perché se, per assurdo, così fosse ci troveremmo nel bel (beh…) mezzo di una situazione surreale. Il problema, in effetti, esiste eccome. Ed è di proporzioni gigantesche perché non affrontato in tempi rapidi dopo il “famoso” crollo delle mura. Con la conseguenza che rende ancora oggi quella strada una continua angoscia per coloro, e sono tantissimi, che la percorrono. La storia è abbagliante come un lampo. Correva una della tante giornate tiepide del mese di giugno dell’anno del Signore, pensate un po’, 2019. Capito bene ? Di tempo ne è trascorso. Giornate e giornate senza che da quell’arteria , che insieme a poche altre (Mediana, viale Guido Baccelli, viale della Vittoria) è fra le più importanti della città, si sia tolto un solo pezzo di muro caduto. E dire che l’allora assessore ai LLPP, D’Ottavio, ebbe a rassicurare la cittadinanza con una dichiarazione rivelatasi, purtroppo per lui, molto fumo e zero arrosto. “Entro dieci giorni riassetteremo tutto”, sentenziò. E, si vocifera, non mancò chi ebbe a brindare, certo che via Isonzo sarebbe riapparsa perfetta, tirata a lucido, insomma una goduria a percorrerla magari con il braccio fuori dal finestrino abbassato in preda ad un’irresistibile libidine. Sono passati quei dieci giorni, accidenti se sono passati. E timidamente e poco convintamente è iniziato il classico rimpallo delle responsabilità per il ritardo dell’agognato ripristino: burocrazia nel mirino, Sovrintendenza inflessibile per la sua meticolosa ed insormontabile osservanza delle regole sulla tutela del patrimonio storico-artistico (la lunga muraglia venuta giù, precisamente). Insomma chi più ne ebbe più ne mise. Risultato? L’urlo di rabbia che da un anno e mezzo via Isonzo è transennata e sull’andirivieni di auto, bus, bisonti della strada e moto aleggia il terribile fantasma di qualcosa di grave che (tocchiamo ferro o altro se lo si considera maggiormente efficace… ) potrebbe accadere. Al Polo Civico che ringhia: “Via Isonzo rischia di diventare un monumento all’ingovernabilità da fare invidia al memorabile caso di via Cesare Battisti”, resta da rispondere che si debba ora sperare nella determinazione  dell’assessore Sandro De Paolis. Che non potrà non ricordare (e dunque far dimenticare, vivaddio,  il suo predecessore, distintosi (sic!!!) pure in occasione delle risposte non fornite riguardo alle “famose” carenze strutturali del PalaGalli di cui ancora oggi non si sa niente di niente) soprattutto alla Sovrintendenza che: (1) per quanto preziosa sia la cinta di mura abbattutasi sulla strada, il traffico cittadino continua ad incontrare grosse difficoltà, che si riverberano negativamente sulle altre “consorelle” che fiancheggiano (e non sono poche) via Isonzo e si congiungono con la medesima; (2) ogni giorno la pubblica incolumità è ad alto rischio.

ALTO RICONOSCIMENTO A MAURIZIO COCONI – Nel calcio si assegnano panchine e palloni d’oro: le une agli allenatori, gli altri ai fuoriclasse che con i loro funambolici numeri entusiasmano milioni e milioni di supporters. Restando al football c’è inoltre la scarpa d’oro e viene assegnata al miglior bomber della stagione: quella appena trascorsa ha visto il laziale Ciro Immobile alzare al cielo il prestigioso trofeo. Pure gli sport acquatici (nuoto, pallanuoto, tuffi, nuoto sincronizzato) vivono momenti di gloria attraverso i conferimenti di importantissimi premi da parte del Coni. Come quello della “PALMA D’ORO” al merito tecnico. E ad ottenere il favoloso riconoscimento è stato Maurizio Coconi in virtù del “lavoro” svolto, come suol dirsi, a bordo vasca. Tracciare il profilo prettamente sportivo di Coconi è una goduria per gli aficionados della gloriosa società Snc e ovviamente per l’Italia natatoria: l’avvio della sua attività, interamente dedicato al nuoto con risultati radiosi e di elevato livello; quindi waterpolista eccellente nel periodo più fulgido della storia del sodalizio di Largo Caprera, oggi Largo Marco Galli – epici gli scontri con il Recco di Eraldo Pizzo, la Florentia del “divino” Gianni De Magistris, la mitica Canottieri Napoli di Fritz Dennerlein, la Rari Nantes Napoli dei fratelli Marsili e del compianto D’Angelo, insomma con il gotha della “A”- e infine commissario tecnico delle Rappresentative Giovanili Azzurre e della Nazionale Spagnola (maschile e femminile); consulente tecnico della Svezia; DT di San Marino e per un lungo periodo preparatore di famosi “stileliberisti” azzurri dell’Aniene. Carriera luminosissima dunque. E impreziosita dalla “Palma d’Oro” che è e resterà una sorta di marchio d’origine controllata assolutamente indelebile. “Dedico questo bellissimo premio a mio padre per i sacrifici, continui e durissimi, sostenuti perché mi impegnassi nel nuoto, favolosa ed impareggiabile disciplina sportiva”, ha dichiarato Maurizio Coconi con la commozione stampata sulla pelle e con gli occhi lucidi di felicità per essere riuscito a donare non poche foglie della stupenda “PALMA” al popolarissimo e indimenticato Edmondo. Complimentissimi !