SOTTO IL “SOLE” UNO DEI “GOALS” PIU’ BELLI – Perfettamente inutile girare intorno a discorsi gonfi di retorica o di smielati aggettivi simili allo zucchero filato: lo metti sotto i denti e t’accorgi che sa di niente. Quindi meglio anzi indispensabile affermare subito che questi sono giorni particolarmente scintillanti per il Comitato “SOLE” che ha ricevuto un grosso riconoscimento a livello nazionale. Ed è motivo di enorme soddisfazione per Civitavecchia che conferma di essere “abitata” da “profeti” in grado di renderle onore nei più svariati campi, ma che troppo spesso sono costretti ad emigrare (laddove, guarda caso, raggiungono luminosi traguardi dopo essere stati accolti a braccia aperte) perché fa parte dei “connotati” più evidenti di questa bella città d’incanto sopravvalutare chi arriva da fuori ed umiliare con giudizi acidi e carichi di invidia i propri figli, fregandosene a priori di considerarli e apprezzarli in base al proprio talento. Ed ecco perché, praticamente da sempre, riusciamo nella piramidale impresa di sciropparci una classe dirigente che più mediocre non potrebbe essere e di bruciare straordinarie risorse indigene. Ma tant’è: se non apprezziamo il lavoro di operosi concittadini che si impegnano per rendere finalmente vivibile un territorio sofferente da poco meno di un secolo a questa parte, non si fa sfuggire l’occasione di giudicarlo positivamente l’ ASVIS (Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile) che ha inserito nel suo sito, grazie all’alta qualità che contiene, il progetto “PORTO BENE COMUNE”. Il quale è salito alla ribalta in numerose occasioni e che ha calamitato l’interesse del management dell’Authority di Molo Vespucci. ASVIS, che per la cronaca si propone di stimolare la ricerca e l’innovazione per lo sviluppo sostenibile, dopo attento esame ha ritenuto che il “piano” elaborato dal “SOLE” meritasse di rientrare con pieno diritto in uno dei 17 obiettivi (denominati GOALS) che mirano alla realizzazione di quanto stabilito nell’agenda 2030 del già citato sviluppo sostenibile. Tale eccezionale riconoscimento non poteva non rendere felicissimi i dinamici rappresentanti dell’Associazione ai quali va riconosciuto l’enorme merito di non aver mai abbandonato l’idea di voler offrire un valido contributo per il netto miglioramento della qualità della vita della nostra città. “La scelta dell’ASVIS – affermano gli esponenti del SOLE più… radiosi che mai – rende più forte il progetto per il quale ci siamo battuti,, e certamente non… molleremo, senza lesinare energie e ne garantisce la fattibilità futura sulla base di quanto accadrà nel breve giro di nove anni. In particolare – sottolineano – si avrà la riduzione del’impatto ambientale negativo pro capite delle città essenzialmente riguardo la qualità dell’aria. E “P.B.C.” prevede la realizzazione di uno scalo marittimo a zero emissioni grazie alle nuove tecnologie energetiche (eolico, solare e idrogeno verde) o di città e insediamenti urbani volti alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici”. C’è poco da aggiungere se non di avere l’inestimabile fortuna di essere accarezzati dai salutari raggi di un “SOLE” che infondono un enorme Bene Comune. Al Porto e non solo.
MUSOLINO GUARDA ALL’IDROGENO VERDE – Partendo dalla dichiarazione del direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia (IEA) Fatih Birol (“L’idrogeno verde è pronto per il suo grande momento”), che per i convinti assertori delle energie rinnovabili ha assunto la sacralità di un dogma, si arriva alla rivoluzionaria persuasione del presidente dell’Authority, Pino Musolino, che non ha esitato neanche un po’ a sintonizzarsi sulla stessa lunghezza d’onda. Il massimo esponente dell’Ente di Molo Vespucci ha difatti ribadito che “l’idrogeno verde rappresenta una delle principali sfide e opportunità da cogliere per proiettare in un futuro ecocompatibile lo scalo di Roma e farlo diventare un riferimento di eccellenza per la portualità e la logistica”. E tenendo conto che l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale partecipa al bando Horizon 2020 “European Green Deal” con il progetto “Zephyro” (il cui valore si attesta sui 25 milioni di euro), va da sé che l’obiettivo è decisamente la trasformazione epocale dello scalo marittimo. “Mi auguro che il progetto citato – dichiara convinto Musolino – venga positivamente valutato e che la sua realizzazione si riveli una “best practice” (la migliore pratica – ndr -) internazionale”. Sì, un bel sorriso non guasta. Si sta consolidando una nuova, meravigliosa sensibilità ambientale, che ha la forza di schiudere orizzonti colorati di felicità e di assestare un poderoso calcio là dietro alle disastrose conseguenze pagate dall’intera cittadinanza per oltre un settantennio.
GRUPPO 4 A TVS ? DISCO ROSSO DEL COMUNE – Perentori come non mai sindaco e assessore all’ambiente, Ernesto Tedesco e Manuel Magliani, hanno girato verso il basso il pollice e quindi bocciato l’idea che in quel di Torre Valdaliga Sud sorga il Gruppo 4. A convincere lo stato maggiore di Palazzo del Pincio, uno studio epidemiologico e della campionatura delle acque svolto dall’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (Arpa Lazio) l’estate scorsa, che ha evidenziato lo stato di sofferenza dell’ecosistema marino da imputare al surriscaldamento delle temperature causato dagli scarichi termici della Centrale. “Il quarto gruppo – spiegano Primo e Secondo Cittadino – non sembra pertanto funzionale al fabbisogno energetico nazionale e pretendiamo che venga demolito e bonificato per consentire lo sviluppo del porto e della darsena grandi masse”. Pietra tombale messa sopra al “piano” ideato da Tvs ? Pensare che possa essere ingranata la retromarcia dai massimi esponenti della giunta centrodestrorsa sarebbe davvero clamoroso. Quindi…
NOSTALGIA DI “GUNGA DIN” FRASCARELLI – E’ accaduto all’inizio della settimana nel cuore del popoloso quartiere di San Gordiano: un sorta di geyser (spettacolare e fortunatamente senza conseguenze per automobilisti o pedoni) s’è improvvisamente impennato con l’acqua che ha superato addirittura la cima degli alberi a fianco della strada e frenato la sua impetuosa ascesa solo dopo parecchi metri. A causare l’originalissimo (nonché imbarazzante) inconveniente, forse la rottura di una tubazione sotterranea o altro, che però non è stato ancora esattamente appurato. Insomma un “caso” strano non da poco, ingigantitosi però dal momento in cui s’è registrato perché, malgrado la richiesta di immediato intervento di numerosi cittadini giustamente allarmati, né è trascorso di tempo prima che la zona sottoposta all’inatteso “annaffiamento” tornasse alla normalità. Ed è questo che ha spinto ad una riflessione. Ossia: come mai da Palazzo del Pincio non è scattata, con la celerità che casi del genere richiede, l’operazione atta ad ovviare all’incresciosa situazione ? Forse perché ancora oggi il pur pregevole (così viene considerato dai maggiorenti dell’attuale governo, privo di Fratelli d’Italia e della Svolta ) mosaico curato personalmente dal sindaco Ernesto Tedesco è privo di una tessera, che fino a poco tempo fa brillava di luce intensissima: quella del delegato al servizio idrico ? Delegato che ha un nome, un cognome e argutamente detto “Gunga Din”: Giancarlo Frascarelli. Che una volta passato all’opposizione ha naturalmente, e di conseguenza, abbandonato l’incarico aprendo una voragine di smisurate proporzioni poiché, geyser docet, l’esecutivo è oggigiorno privo del responsabile dell’importantissimo settore. E al riguardo gli immancabili retroscenisti spifferano che la scelta del sindaco Tedesco, per la sostituzione del popolarissimo ed efficientissimo “Gunga Din”, sarebbe caduta inizialmente su uno dei suoi fedelissimi, Mirko Mecozzi. Che però avrebbe declinato l’invito. I condizionali sono d’obbligo epperò non escludono che possa davvero essere stata accarezzata dal Primo Cittadino la decisione di consegnare la delega del settore idrico al summenzionato Mecozzi. Il quale se davvero avesse rinunciato al considerevole incarico si sarebbe rivelato privo delle stimmate del perfetto servitore dei suoi concittadini contravvenendo al ruolo che deve obbligatoriamente svolgere un consigliere comunale, specie se di maggioranza, che non siede sugli scranni del massimo consesso della città esclusivamente per scaldarli. Morale della favola che però non lo è: alla luce di quanto avvenuto a San Gordiano bisogna augurarsi che non avvengano altri “incidenti idrici” altrimenti le lungaggini per gli indispensabili “soccorsi” sarebbero inevitabili. E questo, c’è poco da fare, perchè manca la dinamicità dell’azione di Giancarlo “Gunga Din” Frascarelli.
PALAGALLI, NON C’E’ PEGGIOR SORDO… -… di chi non vuol sentire. La vacua narrazione, ossessivamente ripetuta un giorno sì e l’altro pure, della temporanea riapertura (il prossimo 6 febbraio in occasione del match interno del sette rossoceleste valido per la seconda di andata dell’A2 ?)della imponente struttura acquatica , non è altro che la misera dimostrazione dell’incapacità (ma striscia il sospetto che si “giochi” a fare i finti tonti per convenienza) di inquadrare il vero, enorme addirittura gigantesco problema esistente. Che riguarda le numerose e pessime condizioni (financo strutturali e dunque allarmanti, secondo i tecnici dell’ufficio dei Lavori Pubblici) in cui versa il PalaGalli. Motivo, il summenzionato, talmente grave che dovrebbe indurre il delegato allo sport, Matteo Iacomelli, a rompere gli indugi e a pianificare il programma dell’esecuzione dei lavori necessari per riportare l’impianto alla piena efficienza. Che sia importante che il team pallanuotistico affronti gli impegni di campionato nel suo habitat naturale (seppure a porte chiuse per colpa del maledetto Covid), non fa una grinza. Non è però l’apertura dei cinque mesi per “consumare” la stagione agonistica (o altri ancora,ma in tal caso l’Amministrazione Comunale dovrà assolutamente e obbligatoriamente specificare chi si assumerà l’onere delle ingenti spese della megastruttura) che d’incanto renderà il PalaGalli splendido splendente, ma al contrario aggraverà ulteriormente il suo stato perché al ritardo già accumulato se ne aggiungerà altro. E’ quello che si vuole ? Parrebbe proprio di sì, visto che vengono riportate notizie che lasciano semplicemente sconcertati. Tanto più che si usa sempre il verbo “salvare” che, se non fosse per la reale drammaticità del PalaGalli, avrebbe il potere di far scompisciare dalle risate. Vale difatti la pena ribadire il concetto semmai non fosse chiaro: “sfreccia” il messaggio che la “troika consortile”, cui il Comune ha affidato la temporanea gestione dell’impianto, avrebbe risolto l’annosa questione riguardante le bollette di luce e gas. “Operazione importante, effettuata – viene enfaticamente sottolineato – per salvare (ci risiamo, dev’essere proprio una fissa – ndr -) la struttura”. Sia tuttavia lapalissiano che il punto non è il pagamento di quanto evidentemente non onorato in passato e quindi dovuto, ma la sistemazione di non pochi fatiscenti settori dell’impianto. Senza la quale, e non ci stuferemo mai di ripeterlo, il PalaGalli rischierà di diventare una cattedrale nel deserto e in tal caso saranno i cittadini, “armati” di forconi, ad inseguire i responsabili che per svariati anni di gestione hanno dilapidato una montagna di soldi pubblici (puntualmente ricevuti dall’amministrazione comunale) senza che si sappia con certezza se e come siano stati utilizzati per il servizio previsto e impresso nella convenzione : la manutenzione. E su questo non trascurabile aspetto, che non può né deve restare avvolto in un colpevole silenzio, il Pincio non indugi a fare luce. Buona domenica!