I CONTAINER, QUESTI SCONOSCIUTI – Qualcuno, e non un carneade qualsiasi bensì comprovato esperto del settore portuale, l’ha definita un mistero buffo. Cosa ? La movimentazione dei “cassoni”. Che non rappresenta assolutamente una gioia per il nostro scalo marittimo. Epperò, questo il punto, considerarla come sopra ricordato (mistero buffo – ndr -) è più (decisamente !) che pleonastico. Da quanto tempo, infatti, volteggia senza tregua la domanda : perché latita questo benedetto traffico dei contenitori, autentico flop cosmico di cui si dovrebbe parlare o discutere con una certa robustezza (e cognizione di causa) ed invece lo si fa apparire un bislacco fuoco di paglia che dà l’impressione di rivelarsi devastante (urla, strepiti, critiche urticanti) per poi tranquillamente (e miseramente) spegnersi e perdersi nel silenzio più cupo ? Fatta la premessa, peraltro doverosa, veniamo al cuore del problema. Naturalmente sofferente e tuttavia da considerare, in assoluto, una penosa costante. Allora ? Ecco: stando ai dati concernenti le quantità e le quote di mercato dei maggiori terminal container nazionali – riportati dall’almanacco della logistica 2021 di CONFETRA (Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica) – il gruppo MSC , cui appartiene RTC che ha il dominio assoluto del settore nel porto civitavecchiese, ne è l’italico leader incontrastato della movimentazione: detiene infatti il 40 (quaranta) per cento dell’intero traffico “spostando” circa quattro milioni e mezzo di Teu rispetto ai dieci milioni e seicentomila complessivi. Di qui il paradosso dei paradossi: come è possibile che un colosso del genere, capace di spadroneggiare in maniera così evidente in tutta Italia, risulti inspiegabilmente “tenero” e malfermo su piedi così argillosi da rendere la “stazione” dello scalo locale priva di un’interessante “circolazione” dei contenitori al punto di venir relegata ad un ruolo assolutamente marginale ? E , quel che maggiormente desta impressione (sì, impressione !!!) è che il nostro, se non andiamo errati, si chiama “Porto di Roma” epperò, guarda caso (ma sarà davvero un caso ? qualche bellimbusto, sicuramente strapagato, vorrà di grazia cominciare a chiederselo ?), il più grande mercato dello Stivale (appunto quello della Capitale) non riesce degustare una larghissima fetta della torta che potrebbe (o meglio dovrebbe) preparargli appunto Civitavecchia. Fosse vissuto nei giorni nostri, vien da pensare che il grande medico e scienziato francese, Alexis Carrel, anziché il famoso saggio filosofico “ L’UOMO, QUESTO SCONOSCIUTO” (tradotto in più di venti lingue), avrebbe trovato sicuramente il modo di regalarci un ineguagliabile volume dal titolo paralizzante “I CONTAINER, QUESTI SCONOSCIUTI”. E, senza dubbio alcuno, ogni pagina sarebbe stata “divorata” dal neo presidente dell’Authority, dottor Lucio Musolino, che non potrà snobbare una questione tanto rilevante quanto impellente. Sarebbe davvero bizzarro se, come l’ha definita l’immenso Fabrizio De André ne “La Domenica Delle Salme”, tra Adsp e Rtc si instaurasse, invece, una “pace terrificante”.
TAMBURI + CINGOLANI = RICONVERSIONE A GAS – Rien ne va plus, direbbero quelli bravi che masticano il francese con la stessa disinvoltura di una chewing gum : a Torre Valdaliga Nord il cambio al carbone lo darà il gas. Scontato, succederà : la decisione dell’Ente Elettrico è una montagna che non si sposta neppure con le cannonate e la speranza di una popolazione di non essere più “sommersa” dall’impetuosità delle fonti fossili, che imperversano da oltre settant’anni (quante volte ancora si deve ripeterlo ?), è un’illusione che si perde tra le pieghe dell’impossibilità di migliaia di poveri cristi di sentirsi artefici della propria sorte e di ribellarsi all’altrui volere. Poteri forti, fortissimi, sordi alla richiesta di vivere finalmente sotto una distesa di cielo blu e di respirare a pieni polmoni, hanno deciso di spegnere brutalmente il sogno di una nuova e salubre quotidianità: la transizione ecologica non sarà la meravigliosa stella cometa capace di indicare con la sua chioma scintillante la meta delle energie rinnovabili ! Lo aveva fatto già capire il direttore di Enel Italia (nell’intervista rilasciata a Il Messaggero) provocando la solita, dura reazione di associazioni, commercianti e ambientalisti, priva però dell’apporto (concreto e convinto) e della forza propulsiva della politica “pinciota”, la sola in grado (con il supporto dell’intera città sollecitata a dovere per opporsi a diktat non più accettabili dopo lunghissimo, flaccido assoggettamento) di far tremare le pareti dorate delle stanze dei bottoni all’interno delle quali si decidono i destini di popolazioni da sacrificare sull’altare del profitto che se ne fotte della salute pubblica. A Carlo Tamburi ha fatto eco (e ti pareva!!!) il ministro Roberto Cingolani. Il quale, durante il convegno on line di “Fondazione Symbola” incentrato sul ruolo del gas nei prossimi anni, ha affermato che “abbiamo un obiettivo di parziale e totale decarbonizzazione rispettivamente al 2030 e 2050 in modo da fare il possibile per eliminare i combustibili fossili. Il gas, a sua volta – et voilà, la puntualizzazione che più interessa – sarà ultimo a sparire perché ci consentirà di portare avanti la transizione”. Più chiari di così si muore, dunque. Ma non basta. Il ministro ha infatti aggiunto che “pure la robotica, se ben utilizzata, può contribuire al risparmio di materie prime, di energia e di acqua. E la transizione (ma quant’è seducente ‘sta parolina – ndr -) al gas appare l’alternativa necessaria per il post carbonexit”. Allora ? Ancora qualche dubbio sull’immediato futuro delle due centrali (Tvn e Tvs) ? Eppoi: cosa aspettano i nostri amministratori a far sentire la propria voce ? Hanno sbandierato a più non posso (e continuano imperterriti) la contrarietà al gas e di fronte a dichiarazioni tanto nette e incuranti della volontà popolare abbassano la testa accennando appena a timide reazioni. C’è poco da fare, siamo al remake della penosa rappresentazione che portò alla riconversione a carbone e dai diretti interessati (gli attuali “inquilini” dell’Aula Pucci), che decidono pavidamente (e opportunamente) di non decidere, ci sentiremo canticchiare il solito ritornello: “Noi avremmo voluto che non si ricorresse al gas, tuttavia è impossibile opporsi ai provvedimenti che ci vengono scagliati addosso dal Governo centrale”. Già, le imposizioni calano dall’alto; sofferenze, angosce, tormenti e disastri ambientali si consumano in basso. PS – Il bello della politica è sempre e immancabilmente qualcosa che provoca sorprese e indescrivibili sensazioni di incredulità. La dimostrazione è arrivata dal funambolico Manuel Magliani durante una trasmissione televisiva, che deve averlo irresistibilmente gasato se è vero che ha dichiarato: “Qualcuno dimentica che sono stato sempre ostile alla riconversione a gas della centrale di Tvn”. Belle parole, sicuramente. Ma non ballano neanche un po’. Per il semplice motivo che più volte è stata riportata (e sottolineata) l’unanime posizione del massimo consesso cittadino (governato da una maggioranza di cui Magliani è “secondo cittadino” per cui non avrebbe mai potuto dissociarsi per non essere sbattuto fuori) avverso il progetto di Enel. Quindi nessuna amnesia. Quello che al contrario è stato continuamente ( e con forza) ribadito, riguarda la fiacca determinazione o meglio (anzi peggio) la piena (e consapevole) carenza di volontà di chiamare alla mobilitazione (pacifica) sia i civitavecchiesi che gli abitanti dei centri limitrofi (anch’essi “addestrati” all’inquinamento atmosferico) per propagare in maniera stentorea il “SI” alle energie rinnovabili e (ovvio !) il “NO” definitivo ai combustibili fossili. Detto ciò (e Magliani sia così cortese di non rifugiarsi dietro affermazioni di facciata il cui peso è pari ad una manciata di piume) , il solerte ex pidino ha trionfalmente annunciato che il prossimo 23 aprile verrà firmato da Comune di Civitavecchia, Regione Lazio e Parti Sociali (per rivendicare l’inaccettabilità della riconversione a turbogas di Tvn) un documento unitario da presentare, poi, al Ministero della Transizione Ecologica. Notiziona ? Per essere considerata tale, dovrebbe ottenere: (1) l’effetto deflagrante della rinuncia di Enel al progetto ormai noto pure ai sassi; (2) financo il clamoroso ripensamento del ministro Cingolani sul passaggio del testimone dal carbone al gas. Ma alla luce dei recentissimi avvenimenti culminati con il ripristinato “via libera” alle trivellazioni nell’Adriatico e al largo della Sicilia col grosso rischio di compromettere l’equilibrio del mare (che è tra le basilari risorse a livello turistico ovvero per quanto concerne la prima industria nazionale), Magliani, Regione e Sindacati vorrebbero forse far veicolare l’ illusione che la stesura di un pur ammirevole “protocollo” blocchi la “transizione” dal carbone al gas ? Chi di speranza vive… Il resto del proverbio lo completerà l’assessore all’ambiente, (ri)affacciandosi al piccolo schermo dell’emittente locale.
INFERNACCIO, SOS DI “FARE VERDE” E FDI – “Video e fotografie sono la prova provata di un inconcepibile scempio ambientale”, così Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Regione Lazio. Osserva inoltre almeno altre cento volte la documentazione fornitagli da presidente e vice dell’Associazione “Fare Verde”, Paolo Giardini e Valentina Flacchi, e non trattiene un moto di rabbia e di profondo rammarico per il desolante “spettacolo” che offre la Macchia dell’Infernaccio dopo l’intervento effettuato dall’Università Agraria. E dichiara: “Possibile che alla Pisana non sapessero nulla dell’”operazione” che sarebbe stata compiuta? “ Poi spara: “La devastazione inferta appare oggettivamente una violenza gratuita sulla natura e non sembra affatto un intervento di pulizia e bonifica del territorio. E’ necessario fare luce su questa gravissima vicenda e al riguardo ho presentato un’interrogazione al Consiglio Regionale”. La “Macchia” pertanto si … allarga ed è doveroso dare risalto allo spiccatissimo senso civico dei rappresentanti di “FV” (i suindicati Fabrizio Giardini e Valentina Flacchi) che hanno fornito una cristallina documentazione relativa all’abbattimento di decine di alberi e all’estirpazione di un’intera area “mediterranea” ricca di biodiversità, habitat naturale di numerose specie animali selvatici tra le quali anche rari uccelli rapaci. PS – Anziché attendere le verifiche (che si faranno in settimana, se tutto va bene) della Regione Lazio, cui si è rivolto il vice sindaco e assessore all’ambiente, non sarebbe stato il caso di ordinare meticolosi e immediati controlli a tecnici ed esperti di flora e fauna che sicuramente sono a disposizione dell’avvocato Magliani ? L’accelerazione non avrebbe avuto il prezioso effetto di rendersi rapidamente conto delle condizioni di un patrimonio di inestimabile valore quale la Macchia dell’Infernaccio ?