Cattivi pensieri, di Giampiero Romiti. Ernesto IV, ecco chi ha scelto chi per la nuova Giunta. Retroscena di un rimpasto in salsa romana

Il fondo del noto giornalista questa domenica può che essere dedicato allo sgangherato rimpasto a Palazzo del Pincio

ERNESTO IV, ECCO CHI HA SCELTO CHI PER LA NUOVA GIUNTA /1 – Et voilà, rimpasto fatto. E non c’è stato bisogno che il Primo Cittadino si sottoponesse ad un lavoro per certi versi snervante benché utile per confezionare una irresistibile delizia, “lavorata” talmente bene da far leccare poi i baffi a chi avesse avuto la buona sorte di ingollarla. Zero fatica, nessun “fastidio” di indossare un comunissimo grembiule (e per uno abituato al maglioncino di cashmere per accogliere la leader di FdI Giorgia Meloni, non è mica ordinaria amministrazione ! – ndr -) e neppure di impugnare il mitico matterello (o mattarello che forse meglio suona – ndr -) : niente di tutto questo. Che pure sarebbe potuto e anzi dovuto servire per “rimaneggiare” in maniera assai energica una Giunta, che dopo due anni e mezzo non riesce a trovare un attimo di tranquillità visto che con la “rivoluzione” odierna siamo arrivati alla quarta “edizione”. E non è detto che si tratti della definitiva: alla fine della legislatura mancano ancora trenta mesi per cui nessuna meraviglia se arrivassero ancora altri cambiamenti. Inutile comunque allungare il brodo con considerazioni, che riguardo a quanto accaduto in questo preciso periodo della vita amministrativa sono insignificanti ai fini del reale andamento della “macchina”, che gli elettori hanno creduto di affidarne la guida ed un serio, preparatissimo ed eticamente specchiato professionista quale l’avvocato Tedesco ed invece, manco si fossero svegliati madidi di sudore dopo un atroce incubo, trovano che la realtà non è neppure parente di infimo grado rispetto a quanto sempre pensato o supposto. Esagerazione ? Non si direbbe. E ci sia concessa soltanto qualche riga in più per affermare che non affiora una sola, pur infinitesimale, ragione per cambiare così vistosamente (e clamorosamente) i connotati di un organo collegiale di governo del Comune, appunto la Giunta. Non s’è sempre parlato di un Sandro De Paolis campione di efficienza, praticità, competenza e capacità di superare gli ostacoli burocratici che frenano iniziative importantissime, determinando dannose lungaggini ? Ebbene sì, se ne sarà pure parlato, ma all’atto pratico è stato buttato fuori come uno straccio vecchio. E Leonardo Roscioni, titolare dell’urbanistica ? Silurato anche lui. Forse perché grandiosamente e apprezzabilmente ha lavorato con straordinario impegno e in maniera efficiente, affidandosi al superlativo concetto “dell’essere anziché dell’apparire “? Basterà ricordare il lavoro prodotto sulla riqualificazione della Frasca e della Ficoncella, senza dimenticare l’attenzione rivolta al grosso problema del Biodigestore ( e tanti altri eccellenti provvedimenti presi) per evitare che Civitavecchia dovesse sopportare il peso dell’ennesima servitù anzitutto poco (anzi per niente) amica della salute pubblica. Sulla Pietroni, poi, che dire ? Non ha neppure fatto in tempo a presentare il bilancio che già si ritrova con la “lettera di licenziamento”: bisognerebbe chiedere al sindaco perché mai l’avesse chiamata a far parte dell’Ernesto III. Allora ? C’era un solo motivo perché si dovesse rimpastare la Giunta ? Certo che sì ad ecco che quanto suesposto non si tratta, come dicevamo, di un’esagerazione. Perché mai ? Elementare: perché a dirigere la Tedesco’s band non è certamente colui che ha ottenuto il 58% nello “spareggio” contro il suo avversario di centrosinistra (Tarantino fermo al 42%), bensì i notabli leghisti e forzisti che dalla Capitale muovono i fili ai quali sono appese le marionette della politica nostrana (in questo caso di maggioranza – ndr -). Esagerazione al quadrato ? Non scherziamo. La realtà è quella che è, come dimostrato dalla nota griffata dal coordinatore regionale di Forza Italia, senatore Claudio Fazzone, il quale, tra l’altro, evidenzia che “al fine di imprimere un’accelerazione ed avviare una nuova stagione politica (Incredibile: “ nuova” vuol di grazia attestare che in due anni e mezzo non è stato fatto un cazzo ? – ndr -), sentito il coordinatore comunale, il capogruppo consiliare e i quadri dirigenti del partito a livello locale, ho comunicato al Sindaco la necessità di procedere ad avvicendamento alla guida dell’assessorato ai Lavori Pubblici con il ritorno di Roberto D’Ottavio, con la consapevolezza che, tale situazione , metta in secondo piano uomini di grande valore umano e professionale dedicatisi con passione e spirito di servizio all’azione amministrativa, sacrficando professione e famiglia oltre a rinunciare alla carica di consigliere comunale. D’altronde, le regole della politica impongono scelte che prescindono dai sentimenti e dalla responsabilità ad ogni livello dei partiti; chi accetta un incarico politico come la guida di un assessorato è perfettamente consapevole che un avvicendamento non si può escludere a priori e che, soprattutto, la sua nomina è frutto di un preciso percorso politico; qualora vengono cambiati attori e termini, anche dal punto di vista di appartenenza politica, tale percorso viene meno”. Ecco, il buon De Paolis le suindicate parole farà bene a custodirle gelosamente nella sua mente soprattutto perché hanno un significato stralapalissiano: non conta niente operare bene, se non si è sintonizzati su una certa lunghezza d’onda prendi la strada del vaffanculo senza tanti complimenti. Dev’essere indubitabilmente così, altrimenti non si spiegherebbe il ritorno di D’Ottavio, il quale dopo aver lasciato l’incarico di responsabile dei Lavori Pubblici, s’era accasato a Ciampino da dove è stato nuovamente catapultato nella nostra città visto che il governo del centro situato fra la Capitale e i Castelli Romani s’è sgretolato sotto i colpi di una micidiale mozione di sfiducia e, obtorto collo, ha rimesso in moto l’auto e imboccato il raccordo anulare destinazione Palazzo del Pincio. Dove, ma guarda un po’, ha ritrovato il posto di “tenutario” dei LLPP per giunta con una più alta retribuzione per gentile concessione del “draghismo” imperante a Palazzo Chigi. Teatro dell’assurdo ? Decisamente. A meno che De Paolis non sapesse di dover tener caldo il posto per il suo sostituto (in questo caso D’Ottavio) fino a quando l’uomo forte dei berluscones (Fazzone) non avesse deciso di sbullonarlo dalla soffice poltrona. Da Forza Italia alla Lega passo brevissimo ed ecco un altro stucchevole esercizio di compensazione a favore di eccellenti (chissà per quale motivo ritenuti tali – ndr -) trombati che di riffa e di raffa devono trovare una collocazione in posti di rilievo. E’ il caso della neo assessora (caldeggiata dall’onorevole e coordinatore regionale della Lega Claudio Durigon) Monica Picca, cinquantenne laureata in lettere con specializzazione storico artistica all’Università Roma Tre. Nel suo curriculum politico figurano due sconfitte al ballottaggio per la presidenza del X Municipio (Ostia): nel 2017 dovette soccombere alla pentastellata Giuliana Di Pillo; quest’anno al pidino Mario Falconi, non essendole bastati 31.944 voti visto che il suo antagonista ne ha totalizzati 36.429. Nessun dramma comunque per lei: è stata infatti scelta per occuparsi della Pubblica Istruzione e sicuramente merita un convintissimo “in bocca al lupo” affinchè ottenga risultati lusinghieri che possano rendere particolarmente virtuoso un settore vitale come quello scolastico. Il presupposto alla base (solidissima e dunque non peregrina – ndr -) di tale scelta, pardon imposizione, è che, al di là dell’innegabile qualità della dottoressa Picca, appare davvero singolare che Civitavecchia non sia in grado di esprimere una eccellente rappresentante del gentil sesso per ricoprire il ruolo centrale di assessore alla PI: senza nulla togliere alla pupilla “durigoniana”, la passiva accettazione di Tedesco, oltre a comprovare la sudditanza al potere (politico) romano, sa tanto di schiaffo all’intera città popolata da una gran numero di laureate e di intellettuali di alto livello. Non finisce qui e ancora “salviniani” alla ribalta. Con l’avvento di Dimitri Vitali, rivelatosi così potente da pretendere l’assessorato al Commercio occupato dalla sua collega di partito Emanuela Di Paolo. che disciplinatamente ha pronunciato uno stentoreo “Obbedisco” che neppure Giuseppe Garibaldi , non restando però disoccupata perché è tornata al Bilancio da dove è stata fatta fuori appunto la Pietroni. A proposito della Di Paolo, e lo avevamo anticipato la scorsa settimana, entra di diritto nel Guinness dei primati del Pincio per essere stata due volte titolare del Bilancio ed una del Commercio: l’ottenimento di tre incoronazioni in mezza legislatura è un record sensazionale. Al tirar delle somme il nuovo quadro dell’Ernesto IV si presenta con le new entry D’Ottavio, Vitali , Picca, ed escono di scena di scena De Paolis, Pietroni e Roscioni. Tutto ok ? Eh no, proprio no: non ci siamo. Nel senso che l’Urbanistica rimane scoperta e viene acquisita ad interim, udite udite !, da Tedesco: se si asserisce che siamo al paradosso dei paradossi (ed è una gentilezza perché non sarebbe scandaloso affermare che sia stata perpetrata una “stronzata” mastodontica – ndr -) non fa una grinza, perché adesso vogliamo proprio vedere in che modo riuscirà a trovare il tempo per occuparsi di siffatto comparto iperimpegnativo sapendolo alle prese quotidianamente con altri numerosissimi problemi. Qualcuno dirà che toccherà cantare e portare la croce al dirigente capo, ingegner Mauro Nunzi, sicuramente preparatissimo, ma ben sapendo che il suo compito è quello di operare e non di tracciare la linea da seguire che spetta al politico, sarà interessante constatare cosa produrrà il pastrocchio combinato con l’assurdo allontanamento dell’ottimo Roscioni. Determinato con deprecabile miopia per spalancare la porta d’ingresso a Vitali.

ERNESTO IV, RETROSCENA E LAUTI STIPENDI / 2 – Le voci di dentro (Palazzo del Pincio) non mancano mai. Ed obiettivamente è una goduria per gli scriba, sempre pronti ad arraparsi di fronte a notizie inedite e frizzanti. Che la Picca sia sbarcata a Civitavecchia per volere dell’establishment salviniano capitolino s’è già detto, ma secondo affidabilissime indiscrezioni rappresenta financo (almeno sulla carta, bene inteso – ndr -) la garanzia dell’elezione di Giammusso a consigliere della Città Metropolitana, in programma il prossimo 19 Dicembre. La neo assessora della PI è difatti vicinissima al magistrato Simonetta Mattone che, se fosse stato eletto sindaco della Capitale Michetti, avrebbe assunto il ruolo di vice: risulta che abbia dalla sua circa mille voti e se fossero tutti confermati il succitato Giammusso festeggerebbe ad ostriche e champagne. Vicinissima alla Picca pure la parlamentare Barbara Saltamartini e pertanto la Lega “de noantri”, ossia civitavecchiese, ha le carte in regola per trionfare alla grandissima. Per dovere di cronaca aggiungiamo che a far parte del consesso di CM aspirano anche Frascarelli (Fratelli d’Italia) e Lucernoni (M5S). Altro “do di petto” che squarcia il silenzio della stanze del Palazzo parrebbe(vabbè, condizionale eufemistico !) che la corsa alla carica da assessore sia diventata ormai sfrenatissima perché consente di accaparrarsi un lauto stipendio in virtù dei sostanziosi aumenti (che riguardano anche Sindaco, Vice e Presidente del Consiglio) decretati – e ne abbiamo già accennato – dal Governo.

ERNESTO IV, CON VITALI MAGGIORANZA IN UNA BOTTE DI FERRO / 3 – Se lo sono chiesto in molti: quale straordinaria magia ha fatto sì che dal cilindro schizzasse fuori il leghista Dimitri Vitali ? Tra le innumerevoli risposte fornite a petto in fuori o a mezza bocca, la più attendibile, more solito, l’hanno fornita le immancabili gole profonde. Senza avventurarsi in fastidiosi e pure stancanti giri di parole, hanno gorgheggiato con voce suadente che il gentilissimo (e prezioso) cadeau fatto al Vitali è figlio del patto di incrollabile fedeltà stretto fra Cacciapuoti, Marino e Pepe (appartenenti alla prestigiosa “scuderia” “dimitriana”) e Tedesco. Che,perciò, non dovrà più temere di abbandonare la stanza regale del Palazzo (e neppure di veder svanire il sogno di diventare parlamentare in conseguenza di un’umiliante anticipata defenestrazione – ndr -) fino al termine della legislatura giacchè la suindicata troika d’ora in poi non avrà più alcun motivo di far tremare la fragilissima maggioranza girando il pollice verso il basso, in occasione di qualche votazione piuttosto delicata. Diavolo di un “do ut des”, in politica è sempre un’arma vincente !

ERNESTO IV, ATTACCHI E DIFESA / 4 – Come era normale che accadesse il nuovo assetto della Giunta ha provocato la reazione dei partiti di opposizione, ai quali ha fatto naturalmente seguito la replica di quelli che che siedono sugli scranni governativi. Perplesso e comunque caustico il M5S: “ Record incredibile: una media di un cambio ogni sei mesi”(Civonline, 7 dicembre). Ugualmente corrosivo il leader de La Svolta, Massimiliano Grasso : “Il Pincio è diventato il parcheggio degli esclusi” (Civonline, 7 dicembre). Taglienti i pidini Piendibene, Di Gennaro, De Angelis, Scilipoti e il “civico” Tarantino: “I destini di Civitavecchia telecomandati da Roma” (Civonline, 7 dicembre) ; non meno pungente la consigliera regionale di Italia Viva, Marietta Tidei: “Ennesimo giro di poltrone inutile. E nessuno pensa allo sviluppo della città” (Trc, 7 dicembre). Lega, Forza Italia, Polo Democratico-Lista Tedesco e Gruppo Misto all’unisono hanno così ribattuto: “Il sindaco continua ad essere una guida sicura, figura di garante riconosciuta dai cittadini e con il forte consenso di tutta la sua maggioranza” (Big Notizie, 7 dicembre). Commenti ? Manco per idea. Ci mancherebbe che tra chi guida la città e chi si oppone non ci fossero botte e risposte. Soprattutto quando avvengono rimpasti che non stanno né in cielo né in terra !

ERNESTO IV, I “MAGNIFICI SETTE” DEL DREAM TEAM / 5 – Niente a che vedere col famoso western e nemmeno con il fantasmagorico, funambolico, unico quintetto di basket degli Usa: i titoletto si riferisce solo e soltanto ai componenti della Giunta “pinciota”. Che, detto tra chi trova il tempo di dare una sbirciatina a questa rubrica, non è il caso di memorizzare poiché, vista la facilità e la rapidità con cui si decide di cambiarla, non sorprenderebbe che di qui a qualche settimana o mese ci trovassimo con un altro cambiamento. Naturalmente per volere (e, speriamo, non per sfizio, che qui dalle nostre parti si chiama “rosura di culo” – ndr -) di coloro che “vedono e provvedono” dalle dorate stanze capitoline. Ecco i “magnifici sette”: 1 ) ERNESTO TEDESCO (Urbanistica ad interim e Cultura); 2) MANUEL MAGLIANI ( Ambiente); 3) ROBERTO D’OTTAVIO (Lavori Pubblici); 4) EMANUELA DI PAOLO ( Bilancio e Turismo); 5) CINZIA NAPOLI (Servizi Sociali); 6) MONICA PICCA ( Pubblica Istruzione); 7) DIMITRI VITALI (Commercio e Sviluppo). A lorsignori buon tutto e una raccomandazione, in particolare: controllino con la massima attenzione che la poltrona su cui siederanno non sia malferma. Meglio non correre il rischio di cadere…