E LA CHIAMANO ANCORA MAGGIORANZA… – …quella che siede sugli scranni dell’Aula Pucci? La domanda sorge spontanea alla luce di una settimana davvero “spettacolare” nel senso che i principali protagonisti di Palazzo del Pincio hanno dato vita a delle rappresentazioni che nessuno, assolutamente, avrebbe potuto prevedere. Ci sarebbe voluto Aladino con la sua lampada perché potessero “esplodere” scene a dir poco fantasmagoriche. A cominciare dalla prima (della seconda, anch’essa clamorosa, ne parleremo tra poco) ovvero dal Consiglio Comunale di mercoledì scorso. Avrebbe dovuto occuparsi di una variazione di bilancio, di alcuni debiti “fuori dal seminato” e del nuovo regolamento del servizio mensa, insomma di argomenti maiuscoli che però sono ancora lì che attendono di essere votati poichè la maggioranza si è praticamente trovata in braghe di tela ossia senza numeri e, dopo qualche scaramuccia tra la presidente del consiglio (la forzista Mari) e la pasionaria della Svolta (Fabiana Attig), un paio di interventi della pentastellata Lucernoni e del meloniano Frascarelli, il massimo consesso si è squagliato per l’uscita dall’aula della minoranza. Dice: ma la Tedesco’s band non avrebbe potuto cantarsela e suonarsela ? Eh no ! Senza i “fiati”, gli “ottoni” e le “voci” leghisti (davanti allo spartito si è trovato solo e soltanto Alessandro D’Amico – ndr -) non sarebbe stato proprio possibile. E così un appuntamento tanto importante è finito in maniera disastrosa. PS – La prima cosa che verrebbe in mente è , se vogliamo, banale. E cioè: già questa maggioranza si regge con lo sputo (e, quando serve, col miracoloso soccorso di Petrelli – ndr -) e perciò pure un battito d’ali di farfalla potrebbe mandarla in mille pezzi. Se ci si mettono financo i salviniani allora “addio core” ! D’accordo, il vero perchè dell’ammutinamento di mercoledì può darsi non sia mai svelato. Almeno ufficialmente. Stando però alle immancabili gole profonde “quelli che la Lega” pretenderebbero un “fragoroso” (al ritmo del travolgente “Rumore” di Raffaella Carrà – ndr -) cambio di uomini in alcuni settori vitali della pubblica amministrazione. E se così fosse, chi potrebbe azzardare tutto tranne una scrollata di spalle ? Elementare, Tedesco. Il quale, se non andiamo errati, oltre ad avere il ruolo apicale cittadino che ben sappiamo, fa pure parte della segreteria nazionale non della “Associazione Pizza e Fichi” bensì, nientemeno, della Lega. Pertanto suonerebbe incomprensibile e ingiustificabile se abbozzasse la tipica, sopra ipotizzata, manifestazione di insofferenza o di indifferenza. La defezione dei suoi “consanguinei partitici” non è un insignificante campanello d’allarme, al contrario un boato raggelante. Tanto più che, tra le varie voci volteggianti nel cielo troppo spesso orfano del suo splendido blu e sempre più nero per la non singolar ma abituale tenzone tra i fumi di ciminiere e quelli di navi , ha risuonato quella della richiesta di rinvio della seduta “incriminata”, avanzata da Cacciapuoti & C. e non accolta proprio dall’avvocato. Che ha tirato dritto per la strada del Consiglio, non accorgendosi che fosse senza uscita e andando di conseguenza a sbattere contro lo scioglimento per mancanza del numero legale. Una “toppata” politicamente rilevantissima, dunque. E talmente inspiegabile da alimentare il dubbio inquietante (stando alle chiacchiere che riempiono i silenzi del Palazzo – ndr -) che il sindaco anziché seguire principalmente la rotta tracciata dal partito di maggioranza relativa della coalizione governativa del Pincio (appunto la Lega – ndr -), sottostarebbe troppo passivamente a pretese (che avrebbero scavalcato il limite della tolleranza) oltremodo voraci. In primis del Polo Democratico e in secondo luogo dei berluscones. Solo maldicenze in libera uscita? Be’ spetta proprio a lui, Primo Cittadino, comprovare: 1) di saper operare e decidere guardandosi bene dal non anteporre, per nessunissimo motivo, interessi personali a quelli della collettività ; 2) di dover sempre seguire una “linea” retta, che non può essere “calpestata” o addirittura scavalcata troppo disinvoltamente da taluni soggetti della coalizione che si sentono privilegiati rispetto agli altri alleati. Erne’, datte da fa’ !
NUOVO UN BANDO SBAGLIATO E IL PARCO “SPIGARELLI” PUO’ ATTENDERE – La collezione (comincia ad essere tale… -ndr -) di avvisi di interesse pubblico confezionati coi piedi dagli addetti “pincioti), comincia a farsi “cicciotta”. Non s’è ancora spenta l’eco dell’annullamento dei bandi per le strade e arriva un altro stop. Che riguarda la gara per la “conduzione” di una struttura all’interno del bellissimo Parco “Spigarelli” (finanziato dall’Enel e realizzato con maestria stupefacente dall’impresa Sacchetti, che va elogiata per aver eseguito l’impeccabile lavoro che consentirà alla cittadinanza di fruire di un’oasi meravigliosa). Il motivo ? Non è stata rispettata una disposizione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac – ndr -) concernente i termini di scadenza per la presentazione delle offerte in base alla data del sopralluogo. La norma pura, semplice e di agevole interpretazione anche da parte di un bambino, sancisce che gli interessati alla partecipazione del “concorso” debbano prendere visione di quel che viene proposto almeno cinque giorni prima e non in appena ventiquattro ore come invece incredibilmente accaduto. Una cantonata colossale che sarebbe passata sotto silenzio se un noto proprietario di una altrettanto nota pizzeria del Ghetto, accortosi della solare anomalia, non avesse minacciato imbufalito il ricorso al Tar. PS – Allora ? Intanto scattano più veloci del fenomenale Marcel Jacobs delle considerazioni. 1) C’è voluto un solerte e competente intervento per scoprire che era stato confezionato un colossale sproposito . 2) Se non fosse stata sollevata la provvidenziale eccezione oggigiorno ci troveremmo con una gestione irregolare di un locale – adibito a bar, ristorante e piccola foresteria – “incastonato” nel Parco . 3) Si deve pensare che impiegati o funzionari o dirigenti addetti ai bandi siano dilettanti allo sbaraglio ? 4) Sarebbe a dir poco paradossale se venissero svolti “esercizi” tanto importanti quanto delicati un tanto al chilo. Comunque è andata. E morale della favola pardon di tal inammissibile vicenda, scusandoci con l’immenso e immortale Alessandro Manzoni per il volgare plagio al contrario, questo bando s’ha da rifare.
QUANDO LA “MONNEZZA” NON SEPORT(A) VIA L’ADSP PERDE LE STAFFE – La notizia è diventata ormai fissa in ogni edizione dei media locali: riguarda una delle zone più rappresentative e attrattive del porto (l’ampio spazio che circonda l’imponente Forte Michelangelo – ndr -) che talvolta diventa una sorta di discarica a cielo aperto. Montagne di rifiuti, riportano le cronache con puntualità cronometrica, fanno pessima mostra di sé ed è inevitabile, ribadiscesi, che simil “sporca” situazione venga posta in risalto. Naturale. Epperò vien spontaneo chiedersi se la stessa solfa possa andare avanti all’infinito e, soprattutto, se l’uomo della strada debba sorbirsi ogni dì il botta e risposta tra il presidente dell’Authority, Pino Musolino, e la Seport, concessionaria del servizio di pulizia dello scalo. E il paradosso dei paradossi è che più si intensifica lo scambio di “colpi” tra le due parti e maggiormente aumenta lo stato di degrado (così sottolineano i solerti giornalisti che seguono con dovizia di particolari la “sozza faccenda”). Insomma vien da pensare che entrambi gli “attori”, impegnati nel fitto scambio di… cortesie, abbiano preso gusto alla larga risonanza mediatica e non ne possano fare più a meno. A provocare la dura reazione dell’establishment di Molo Vespucci, la Seport. Che tiene a specificare di “agire sulla base di piani operativi disposti dall’Adsp e quindi qualsivoglia modalità operativa non è frutto di decisioni autonome bensì di disposizioni ricevute a mezzo di appositi atti amministrativi ossia decreti emanati dall’Ente Concedente”. Si capisce immediatamente dove vuole andar a parare la società ed infatti lancia un siluro terra aria mica da ridere. “Fino al 31 agosto scorso – viene “scolpito in un comunicato manco fosse la tavola dei dieci comandamenti – come ben noto a tutta la popolazione civitavecchiese (capito che razza di messaggio si lancia? – ndr -), il porto veniva mantenuto in una condizione di igiene, pulizia e cura, che l’hanno sempre fatto considerare il fiore all’occhiello del territorio comunale nonché spazio fruibile per la propria amenità da parte dell’intera popolazione e biglietto da visita per i milioni di passeggeri che vi transitano”. E a questo punto arriva la specificazione paragonabile ad un “gancio” micidiale alla punta del mento. “A partire dal 1 settembre – ci siamo – a causa delle ben note problematiche di carattere economico-finanziario che affliggono l’Ente concedente (Adsp – ndr -) è entrato in vigore il decreto del presidente n. 165, che ha ridotto il corrispettivo per l’esecuzione dei servizi di igiene urbana e conseguentemente il volume di prestazioni rese, generando l’indecente spettacolo di cassonetti pieni, rifiuti abbandonati a terra, erba alta nei giardini, strade sporche, fontana ornamentale del Forte disattivata”. E per completare l’opera: “Tale situazione si è ancor più aggravata dopo che la stessa Authority ci ha ordinato di togliere i cestoni portarifiuti piazzati nelle aree del Forte stesso, immaginando che siffatto stratagemma avrebbe permesso di risolvere il problema. Al contrario sarebbe stato più efficace, come da noi suggerito, procedere nella direzione opposta e cioè potenziare i contenitori presenti al fine di aumentare la capacità di raccolta e agevolare gli utenti delle zone portuali a gettare correttamente i propri rifiuti in attesa dello svuotamento da effettuare con la nuova cadenza determinata dall’Adsp. Pertanto rigettiamo ogni responsabilità per questa situazione determinata da una decisione unilaterale dell’Autorità Portuale e subita dalla Seport”. E Musolino ? Una furia. Particolarmente dotato nel corpo a corpo non s’è lasciato intimidire ed ha subito fatto valere la dura “legge” della corta distanza. Così: “Il contenuto di questo comunicato mi lascia letteralmente sgomento, umanamente, come amministratore e per i toni assolutamente fuori luogo. Anche e soprattutto, inoltre, per il cumulo di informazioni imprecise e fuorvianti”. E’ l’inizio di un contrattacco veemente, che lo trova determinatissimo a demolire il dirimpettaio. “Nel sottolineare come sia assolutamente fondamentale garantire la qualità del servizio – affonda – a prescindere dagli inevitabili tagli che sono figli della situazione oggettiva e delle gestioni precedenti, non posso non evidenziare come tale modo di procedere e comportarsi sia inaccettabile. E pretendo che il porto venga mantenuto in ordine e pulito”.L’azione non si affievolisce. Aumenta di intensità. E Musolino sfoga tutta la sua collera: “Avremo a breve un duro confronto con la concessionaria, la quale anziché scrivere comunicati assurdi e incredibili, pensi ad adempiere alle proprie obbligazioni”. Quindi sottolinea: “ Per l’anno 2021, nella redazione del bilancio di previsione, al fine di evitare il default dell’ente, l’attuale amministrazione sin dallo scorso mese di marzo, con la dichiarazione dello stato di crisi, ha indicato tra le misure di ristrutturazione la rimodulazione del budget delle sieg. In particolare per la Seport è stato dato corso a quanto preventivato nel 2020 con una riduzione di circa 500.000 (cinquecentomila) euro. A fronte di tale situazione di oggettiva difficoltà dell’Adsp, la Seport non ha attivato la Cig straordinaria Covid nei termini dovuti per il 2021 che, anche a fronte dei tagli di budget, le avrebbe consentito un notevole risparmio sui costi del personale. Infine l’AP è dovuta intervenire con il decreto 165/2021 perché Seport ha trasmesso fatture nei preriodi precedenti non in linea con la variazione definita nel piano di risanamento emanato dall’Autorità che presiedo. E che è stata costretta – termina – ad individuare alcuni dei servizi minimi da garantire, ferma l’autonomia dell’impresa che deve comunque, per contratto di concessione, assicurare il decoro del porto a prescindere da ogni altra considerazione”. PS – Non male ‘sta “cazzottata” ! Che, almeno a nostro avviso, rischia di proseguire per molto altro tempo ancora. Fino allo sfinimento ? Speriamo di no: sarebbe una iattura per lo scalo marittimo, che continuerebbe a non farsi apprezzare da crocieristi e semplici visitatori (locali e di qualunque altra città) per lo splendore di inimitabili e inestimabili capolavori quali l’arsenale del Bernini, la cinta di Urbano VIII con il meraviglioso gioiello della fontana del Vanvitelli e l’antica rocca. Senza tralasciare, non scherziamo !, la stratosferica maestosità del Forte Michelangelo. Che nessuno, e sottolineasi nessuno !, può permettersi di deturpare con indecente incuria. E che sicuramente non scomparirebbe se si perpetuasse lo “scazzo” tra Seport e Adsp di nessuna importanza per chicchessia. Perché, è scontato al mille per cento, “acqua e chiacchiere non fanno frittelle”. Ma al contrario, dilungandosi, farebbero affogare nella “monnezza” il porto. PS1 – Insomma c’è da sperare che si arrivi ad un ragionevole compromesso tra i “due contendenti” che, per nessunissima ragione possono pensare di continuare a riempire qualche pagina di giornale con un “batti e ribatti” utile solamente ad agevolare una poco gradevole rottura di coglioni. Siamo dinanzi ad una situazione che non ammette alcuna capziosa (e ripetesi: pallosissima) discussione. Seport ha il dovere e l’obbligo di svolgere il suo lavoro nel migliore dei modi; l’Adsp, lo dice la parola stessa, è inutile che spieghi una, dieci, cento, mille volte la radice delle decisioni assunte nei confronti della concessionaria e ribadisca che il porto torni a splendere come uno specchio. Musolino mica penserà di proseguire con la cantilena che pure i sassi hanno imparato a memoria e dimenticare che la “A” dell’acronimo sta per Autorità. Che deve essere esercitata. Ovviamente nel rispetto dei diritti della Seport. PS2 – Intanto la notizia confortante riporta che dopo alcuni giorni l’ammucchiamento selvaggio di rifiuti è stato provvidenzialmente “spianato” e sembrerebbe addirittura che qualche fortunato passante abbia visto addirittura il Forte Michelangelo abbozzare un… sorriso. Vabbè, non è il caso di buttarla in coglionella. Si tratta piuttosto di capire e soprattutto stabilire se d’ora in avanti la raccolta dell’immondizia procederà con cadenza regolarmente quotidiana oppure la pulizia avverrà a singhiozzo e addirittura una sola volta ogni sette giorni. Chi vivrà vedrà.
TVN, L’ENEL NON RINUNCIA A METTERE IL TURBO(GAS) – Parliamoci chiaro: l’Ente Elettrico continua con perfetta linearità (e convinzione) ad accarezzare il suo progetto che è quello di passare dal carbone al gas in quel di Torre Valdaliga Nord e con l’aria che tira dalle parti del Ministero di Transizione cosiddetta Ecologica (è davvero un insulto all’intelligenza usare un termine del genere vista la disinvoltura con la quale si parla di inceneritori, di trivellazioni e financo di nucleare, anche se per non tirare troppo la corda è stato annunciato un clamoroso ripensamento peraltro non eccessivamente convincente – ndr -) non è poi irreale ritenere che la battaglia contro il reiterato uso di un combustibile fossile sta scandendo solo le battute iniziali e che sarà dura (anzi durissima) vincerla. Ebbene, preso atto del progetto dimezzato presentato da Enel, comitati e associazioni ambientaliste hanno nuovamente alzato il volume della protesta. E bocciato subito l’idea di Enel di depotenziare la nuova centrale a turbogas di Tvn perché “realizzarla seppure ridimensionata non consentirebbe quel cambio di rotta tanto auspicato che, per dirla con l’assessora regionale Roberta Lombardi, vada nella direzione di un Progetto del Distretto 100% Rinnovabili a Civitavecchia”. Dunque il “no” grosso come una casa arriva a baciare le nuvole ed è l’ennesimo atto di amore verso un territorio (“meritevole di liberarsi da indicibili vessazioni ambientali”, non si stancano di rimarcare) compiuto da: Comitato Sole, Città Futura, Colllettivo No al Fossile, hashtag Mi Rifiuto, Forum Ambientalista O.D. V., Il Paese che Vorrei, Asd Nessuno Escluso, Lipu Civitavecchia-Monti della Tolfa, Bio Ambiente Tarquinia, Fridays For Future Civitavecchia, Nature Education, Ri-Me Associazione di Promozione sociale e culturale, Spazio Solidale, Extinction Rebellion, Il Centro del Buongusto, Rete delle Associazioni, Piazza 048, Collettivo Autonomo del Porto. E rimbomba l’appello che lanciano in coro: “Chiediamo a gran voce che, entro la data di scadenza del 3 ottobre, anzitutto le istituzioni esprimano lo stesso parere contrario, adducendo ognuna motivazioni di carattere sanitario, paesaggistico-ambientale e di strategia energetica. E’ questo il momento di agire concretamente e nessuno meglio del Sindaco lo può fare in qualità di massima autorità sanitaria con il supporto dei numerosi studi epidemiologici di Asl e Dep a disposizione. Ancor più la Regione Lazio, che recentemente ha legiferato votando all’unanimità un pacchetto di emendamenti contrari tassativamente ad ogni possibilità di produzione di energia da fonti fossili sull’intero territorio perché incompatibile con il Piano Energetico Regionale, ha il dovere morale di presentare parere negativo alla centrale a turbogas ritirando contestualmente l’unico indecoroso parere favorevole depositato agli atti, che porta la firma della dottoressa Flaminia Tosini”. Infine il sigillo: “Per quanto ci riguarda non abbasseremo mai la guardia, i nemici dell’ambiente e del nostro futuro se ne facciano una ragione”. PS – Ed ora spazio alla sintesi. Che si specchia nella sottolineatura “è questo il momento di agire concretamente e nessuno meglio del sindaco…”. Parole superlative che l’avvocato Tedesco dovrebbe custodire gelosamente nella sua ferrea, inscalfibile (da tutto e tutti con buona pace di… e a buon intenditor poche parole – ndr -) determinazione di ribadire la unanime contrarietà al gas emersa già nel corso di un “robusto” consiglio comunale. Non basta però. Proprio in vista di un’inevitabile impennata della pressione da parte di un irrudicibile e ipergranitico potere forte che non ha bisogno di essere nominato, il Primo Cittadino ha l’occasione di scrivere la storia di una Civitavecchia bisognosa di una violenta scossa, chiamando alla mobilitazione (ripetiamo per miliardesima volta: strapacifica !!! – ndr -) una comunità, che lo ha scelto come leader capace di farle (ri)acquisire finalmente lo spiccatissimo senso di appartenenza, assopitosi colpevolmente per oltre settant’anni trascorsi in balia di illusioni acerrime nemiche di ambiente e salute.